La Sigma sd Quattro, dotata di un sensore Foveon formato APS-C, cresce, diventa “Sigma sd Quattro H” e migliora le sue già ottime caratteristiche grazie alle maggiori dimensioni del sensore che si colloca in posizione intermedia tra l'APS-C ed il Full Frame. Le prime impressioni a caldo ed un confronto con la Sigma sd Quattro "base".
La Sigma sd Quattro dotata di sensore Foveon formato APS-C è già stata recensita abbondantemente su Nadir: una valida fotocamera mirrorless che utilizzo professionalmente con soddisfazione e che, per alcuni generi fotografici, trovo insostituibile.
Alla sd Quattro formato APS-C mancava poco per essere di piena soddisfazione e la Sigma sd Quattro H riesce a fare un passo piccolo ma importante grazie alle diverse dimensioni del sensore. Sto insistendo sulle “dimensioni del sensore” e la ragione è molto semplice: la Sigma sd Quattro H non solo è identica in tutto e per tutto alla sd Quattro formato APS-C, ma ha anche la stessa densità di pixel. E' esattamente lo stesso sensore ma con un pezzetto in più, cosa che porta le dimensioni da 23.4x15.5mm a 26.7x17.9mm (la superficie cresce dunque di circa il 30%), il fattore di crop rispetto al Full Frame da 1.5x a 1.3x, e la risoluzione da 5440x3616 pixel (19 Mpx effettivi, 39 Mpx equiv.) a 6200x4152 px (25 Mpx effettivi, 51 Mpx equiv.). Come si vede sono solo un paio di millimetri in più per ogni lato; in sostanza il sensore APS-H si colloca quasi a metà strada tra l’APS-C ed il Full Frame.
Esternamente è possibile distinguere la Sigma sd Quattro H dalla sorellina APS-C solo grazie alla piccola "H" sul frontale.
In mano
La Sigma sd Quattro H è la solita, valida Sigma sd Quattro, solida e ben costruita, molto piacevole da impugnare ed adoperare. Non è piccola né leggera, ma - nonostante la forma inusuale - ha un’ergonomia che trovo perfetta. L’unico modo per distinguere i due modelli è la piccola "H" incisa sul frontale, forse fin troppo discreta. Per ulteriori commenti e foto relative al corpo macchina rimando quindi al precedente articolo. L’ultimo firmware ha reso un po’ più reattivo l’AF, ma resta una macchina lenta. In compenso, come già rilevato per la versione APS-C, è molto preciso ed affidabile.
Appena messa in commercio, la Sigma sd Quattro H aveva la particolarità di poter salvare le foto in formato DNG, ma con l’ultimo firmware lo può fare anche la sd Quattro “normale”. Personalmente, dopo aver confrontato gli scatti in DNG con quelli in formato X3F, sono tornato a preferire quest’ultimo: il DNG è molto veloce e pratico per chi lavora con i programmi Adobe, ma l’X3F tira fuori il massimo dai file del Foveon. Inoltre, per i più precisi è doveroso segnalare che il DNG è a 12 bit (quindi 4096 valori tonali per pixel) di profondità colore, mentre l’X3F è a 14 bit (quindi 16384 valori); ciò permette anche un miglior recupero delle alte luci in condizioni limite e, in questi casi, lo X3F consente dei recuperi che il DNG non rende possibili. Se non serve la massima qualità ma la velocità, tanto vale salvare in JPEG: quello della Sigma sd Quattro H è tra i migliori che io abbia visto sviluppati in camera e pesa circa 1/10 del DNG seppure al prezzo di una leggera compressione, e potete aprire le foto direttamente in Photoshop. Non è poco.
In alto la foto originale ed in basso il crop al 100% che ha ribadito anche la capacità della sd Quattro di mettere a fuoco con grande precisione seppure con lentezza. La pulizia ed il dettaglio dell'immagine sono notevoli. Cliccare sulle foto per ingrandirle.
La qualità delle immagini
Qui il discorso si fa complicato. La mia risposta immediata sarebbe “Non ci sono dubbi, la Sigma sd Quattro H è migliore della versione APS-C, punto”, ma questo non sarebbe del tutto esatto. Poiché il sensore è esattamente lo stesso, solo più grande (quindi anche il file lo è), osservando le due foto al 100% su un buon monitor, la qualità è la stessa; però la foto della H è più grande. Questo significa, ipotizzando di confrontare due foto al 100% (quindi, impostando 300 punti per pollice, una foto 30,62x45,92cm contro una di 34,95x52,43cm), che il rumore ed il dettaglio sono identici; ma uniformando le dimensioni finali, per esempio per stampare una foto 30x40cm, il file della H viene ingrandito di meno e quindi risulta più pulito.
Questo è anche il motivo per cui il rumore della Sigma sd Quattro H può sembrare minore: non è minore, ma si vede di meno perché viene ingrandito di meno. All’atto pratico, il piccolo salto di qualità della H, grazie al sensore di maggiori dimensioni, si nota: le foto sembrano sempre più pulite e meno rumorose, con in più l’indiscutibile vantaggio di avere dei margini di crop per migliorare l’inquadratura, restando comunque con un file di dimensioni maggiori o uguali a quelle della sd Quattro formato APS-C.
Non prendo in considerazione le foto esportate a dimensioni doppie perché si perde tutta la straordinaria nitidezza del Foveon, cosa già verificata durante il test della Sigma SD1 Merrill. Il Foveon va goduto “liscio”.
Ottima, come sempre, la resa della materia e la tridimensionalità del sensore Foveon (cliccare sulla foto per vederla di maggiori dimensioni).
Immagino che gli appassionati del Foveon abbiano già letto la recensione della Sigma sd Quattro H su DPReview, e che siano rimasti quantomeno perplessi dai risultati ottenuti nella solita foto al consueto still life.
Conosco troppo bene le Sigma e la Nikon D810 per non essere sorpreso anche io dal fatto che la D810 possa sembrare migliore della Sigma sd Quattro H. Non è questione di essere fan dell'uno o dell'altro marchio (ho Sigma, Sony e Nikon - oltre ad altre fotocamere - e le uso tutte per lavorare senza badare al marchio), ma è innegabile come persino la Sigma sd Quattro formato APS-C riesca a dare i punti alle varie FF con sensore Bayer (ovviamente a 100 ISO). Come spiegarsi allora il risultato di DPReview? Non credo che la colpa sia tutta nell'aver realizzato il test partendo dal DNG anziché dal X3F sviluppato con Sigma Photo Pro, ma di sicuro qualcosa non va perché, stesso su Dpreview, selezionando "Jpeg" invece di "RAW" le cose cambiano, e la Sigma sd Quattro H sembra migliore della D810. Verrebbe quindi da pensare che il DNG sia stato sviluppato male. Inoltre la foto scattata con la sd Quattro sembra leggermente fuori fuoco. Insomma, uso la sd Quattro "normale" tutti i giorni e so che non c'è Bayer che tenga: la sensazione di nitidezza del Foveon è unica e bisogna andare oltre le FF per spuntarla.
Per curiosità ho fatto qualche scatto di prova, cercando di pareggiare le dimensioni dei soggetti, ed utilizzando volutamente anche io dei rocchetti di filo. Come prevedevo, la nitidezza del Foveon è maggiore a prescindere dalla FF Bayer adoperata. Allego il crop al 100%. Tenete presente che la foto non è stata ridotta di dimensioni ma l'ho comunque salvata in jpg con "Salva per il Web" di Photoshop, quindi c'è la compressione Jpeg a mortificare il tutto.
Usando una modalità diversa, cioè inquadrando lo stesso campo - per cui il singolo rocchetto di filo sarebbe sembrato più piccolo rispetto a quello scattato con la D810, le diverse dimensioni non avrebbero cambiato la sostanza: il Foveon è nitido ed il Bayer è più "sfocato" per sua natura e recupera solo con l'eventuale aggiunta della maschera di contrasto, assente nel Foveon.
In basso, il crop al 100% della foto in alto. Ho fatto il possibile per arrivare alla stessa inquadratura (i rocchetti hanno più o meno le stesse dimensioni) destreggiandomi tra formati di sensore diversi e la diversa resa dello stesso obiettivo (Sigma 50mm F/1.4 Art) a causa delle focali equivalenti. La foto, pertanto, non può essere considerata assolutamente un confronto perfetto ma approssimativo: nella realtà fotografica di tutti i giorni è quello che si vede. Cliccare sulle foto per vederle delle dimensioni originali.
Sul campo
Ho provato la Sigma sd Quattro H contro la mia sd Quattro durante il 2° Incontro Foveon in Abruzzo, adoperando tutte le ottiche Sigma in mio possesso oltre al 35/1.4 che corredava la H ricevuta da Mtrading per l’evento. Il sensore APS-H ha dimensioni maggiori di quello APS-C, per cui le ottiche native per questo formato non lo coprono del tutto. In realtà dipende dalle ottiche: gli zoom della serie Art formato APS-C - per esempio, il Sigma 18-35 F/1.8 Art - tendono ad essere più abbondanti del formato e coprono abbastanza bene l’APS-H (la stessa Sigma l’aveva dichiarato), mentre le ottiche della serie Contemporary sono più “risicate” e, alla focale grandangolare, non coprono il formato o comunque vignettano molto. Inutile dire che tutte le ottiche calcolate per il Full Frame non hanno nessun problema ed il Sigma 50/1.4 Art ha confermato di essere un obiettivo eccellente su entrambe le Sigma e sulla Sony A7 II tramite il Mount Adapter MC-11.
Le immagini ottenute con la Sigma sd Quattro H alle basse sensibilità sono eccezionalmente nitide e pulite, con una resa che è stata definita “cristallina” dai partecipanti al workshop quando abbiamo aperto qualche file sul portatile. Nulla che un possessore di Foveon non sappia già!
Splendida la resa della Sigma sd Quattro H sul campo. I colori ed i toni sono come usciti dalla fotocamera ma ho ridotto la nitidezza in fase di sviluppo dell'X3F con Sigma Photo Pro e, passando a Photoshop per le ultime finiture, ho applicato la chiarezza con valori negativi per rendere più morbida la pelle della modella.
Conclusioni
La resa delle due fotocamere è davvero identica, com’è giusto che sia e come era prevedibile: ottima e con quel gusto particolare un po’ da vecchia pellicola; le immagini del Foveon non “sanno” di digitale. La Sigma sd Quattro H riesce ad offrire un po’ di qualità in più grazie alle maggiori dimensioni del sensore, ma solo pareggiando le dimensioni di stampa. In tal caso anche il rumore sembra essere minore, in particolare osservando la pulizia nelle zone in ombra, dove la sd Quattro APS-C tende a mostrare dei disturbi. Non avrei dubbi a preferire per la H proprio per questo, ma la H ha il suo unico limite proprio nel suo pregio: non esistono ottiche native per il formato APS-H, quindi, avendo un corredo con numerose ottiche APS-C come me, non si guadagnerebbe nulla perché la H, quando si montano ottiche APS-C, fa funzionare il sensore in formato APS-C; a meno che non si disabiliti l’adeguamento automatico, ed a quel punto bisogna vedere cosa succede ottica per ottica.
Il salto di qualità si ottiene con le ottiche Full Frame, che però non vengono sfruttate al 100% (il fattore di moltiplicazione è pur sempre 1.3x) ed hanno prezzo e ingombri ben superiori. Detto ciò, l’appetito vien mangiando e la Sigma sd Quattro H fa chiaramente capire quello che si potrebbe ottenere da un Foveon Full Frame.
Il crop al 100% della matassa di fili aggrovigliati, direttamente dalla JPG sviluppata in camera. Obiettivo Sigma 50mm F/1.4 Art su fotocamera Sigma sd Quattro H. Cliccare sulla foto per ingrandirla.
Come per la sd Quattro “normale”, la Sigma sd Quattro H è una fotocamera particolare, da prendere con la consapevolezza dell’elevata qualità che può offrire (siamo vicini alla resa delle medio formato entry-level, e ad un prezzo molto inferiore), ma anche dei suoi limiti (vedi test della Sigma sd Quattro). Una bella fotocamera, la migliore e la più costosa nel listino Sigma, che senz’altro può valere la pena per chi punta ad ottenere una qualità molto elevata senza svenarsi. La differenza di prezzo rispetto alla Quattro APS-C è comunque di circa 600 Euro, non pochissimi ma neanche un’enormità.
Sui limiti e sulle condizioni ottimali di utilizzo del sensore Foveon abbiamo già parlato in numerosi altri articoli, sia per quanto riguarda la SD1 Merrill che la sd Quattro, ai quali rimando per eventuali approfondimenti.
Questo test, condotto sul campo in condizioni abbastanza critiche, verrà concluso dopo l’estate quando potrò avere in prova da Mtrading la sd Quattro H per un periodo più lungo, ma mi sembrava opportuno iniziare a condividere le mie prime impressioni.
Rino Giardiello © 06/2017
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