SIGMA FOVEON: X3F O DNG?
Quale va meglio? Un doveroso aggiornamento
Rino Giardiello, agosto 2022

Sono passati ben 5 anni dai miei precedenti articoli in cui mettevo a confronto i risultati che si potevano ottenere con la Sigma sd Quattro H scattando in X3F o in DNG ed un aggiornamento, vista l’evoluzione dei software di sviluppo, andava fatto.

Il test è stato realizzato con un corpo Sigma sd Quattro H e la compatta Sigma dp0 Quattro, ma vale per tutte le fotocamere Sigma con sensore Foveon della generazione Quattro che, oltretutto, sono le uniche a poter scattare anche in DNG.

Di cosa stiamo parlando? Tutte le fotocamere digitali, per fornire i migliori risultati, hanno la possibilità di salvare le immagini in RAW - i dati grezzi da cui si può spremere tutto il possibile - che possono essere aperti e sviluppati da qualsiasi programma di fotoritocco. Fanno eccezione le fotocamere dotate di sensore Foveon il cui RAW (chiamato X3F) può essere aperto solo da Sigma Photo Pro, il software gratuito sviluppato da Sigma. Cosa c’è di male in questo? Usiamo Sigma Photo Pro, che non costa niente, e siamo a posto! Ebbene, il motivo per cui tutti hanno sempre tentato fughe più o meno fantasiose da Sigma Photo Pro è perché questo software era di una lentezza incredibile ed ogni minimo intervento sulle foto significava lunghe attese per applicarlo e lunghe attese per annullarlo. Le cose non sono più così, ma le cattive reputazioni sono difficili da dimenticare.

Una soluzione alternativa arrivò dalla stessa Sigma che aggiunse nel menu delle fotocamere della serie Quattro la possibilità di salvare le foto anche in DNG, il negativo digitale di Adobe, nient’altro che un RAW universale che è possibile sviluppare con qualsiasi programma.

Nei due articoli del 2017 (qui la prima parte e qui la seconda), alla fin fine non c’erano dubbi. Anche se dipendeva dalle situazioni fotografiche, in linea di massima le foto che si potevano ottenere dagli X3F erano sempre più nitide, meno rumorose e coi colori più fedeli di quelle ottenute dai DNG sviluppati con Photoshop. In particolare il recupero delle alte luci bruciate era decisamente migliore con Sigma Photo Pro che con Photoshop anche se era facile pensare il contrario perché Photoshop ha sempre usato il trucchetto di aggiungere del grigio quando è arrivato al limite.

Ma la tecnologia è in continua evoluzione e, dal 2017 ad oggi, ci sono stati numerosi aggiornamenti per entrambi i programmi.

Sigma Photo Pro (versione attuale 6.8.1) è diventato ben più ricco di funzioni e, soprattutto, veloce. Non posso definirlo di certo “un razzo”, ma nulla a che vedere con l’esperienza frustrante di 5 anni fa. Usato su un computer recente, le modifiche sono quasi istantanee - sottolineo quasi - e l’eliminazione del rumore (le famigerate chiazze verdi) spesso e volentieri avviene già in fase di apertura e sviluppo dell’X3F. Purtroppo continuano ad esserci alcune mancanze che rendono poi indispensabile passare il file, salvato in TIFF 16bit, ad un altro programma: parlando solo delle cose basilari, Sigma Photo Pro non può tagliare o raddrizzare le immagini, né fare interventi localizzati.

Adobe Photoshop 2022 apre il DNG in una frazione di secondo nonostante pesi maggiormente (quello della SDQH pesa mediamente sui 150MB contro i 60MB dell’X3F, più del doppio) e si ha a disposizione lo sterminato mondo di funzioni e filtri di Photoshop. Ma la cosa fondamentale è che lo storico programma di fotoritocco ha finalmente capito come sviluppare i file del Foveon visto che, sin da una prima occhiata, abbiamo delle foto molto ben sviluppate.

Tutto a posto quindi? Fotografiamo solo in DNG?
Purtroppo anche questa volta la risposta è “dipende”. Non ci sono dubbi che con foto “facili” il DNG offra ottimi risultati, cosa che non avveniva nel 2017, ma cominciando a fotografare in diverse situazioni di luce ed a diverse sensibilità, è una continua altalena dall’uno all’altro.

Sigma sd Quattro brillantezza X3F

Resa cromatica
Ora è molto simile (nel 2017 non lo era) e, a seconda dei colori e dei soggetti, vince l’uno o l’altro. A mio avviso i colori di Sigma Photo Pro sono sempre un filino più brillanti e l’aspetto della foto è quello che mi aspetto dal sensore Foveon, molto realistico e quasi tridimensionale. Su questo, il DNG perde leggermente, ma lo si nota solo facendo numerosi confronti scattando le stesse foto in X3F e DNG. Inoltre, per condurre il test in maniera corretta, mi sono limitato ad aprire sia gli X3F che i DNG senza apportare modifiche, ma qui sorge un problema: aprendo un X3F con SPP i valori di riduzione del rumore di luminanza e crominanza sono impostati a metà, cosa che riduce un po' la nitidezza effettiva. In questa foto il legno nell'X3F, con il profilo Standard, era un po' rossiccio ma abbastanza simile al legno reale mentre il colore del DNG come interpretato da Photoshop è tendente al giallo, del tutto irreale. Impostando in SPP il profilo "Naturale" al posto di quello "Standard" (che notoriamente carica un po' i rossi) sono arrivato, senza altri interventi, al colore reale del legno. Portando a zero il cursore di riduzione del rumore di luminanza, ho recuperato la nitidezza perduta, ma a parte rumore e colori, facilmente aggiustabili anche in ACR, la cosa che è sorprendente è la diversa matericità della foto sviluppata con SPP. Guardate le venature del legno e non si tratta di nitidezza, ma di gradi di contrasto e differenzazione di toni. Siamo solo al 50% di ingrandimento (cliccate sulla foto per vederla in dimensioni reali), ma la diversa tridimensionalità della prima balza agli occhi. Non fissatevi sui particolari ingranditi al 100% sul monitor e guardate le foto nell'insieme: la prima è Foveon, la seconda sembra Bayer.

Foveon Effetto Presenza

Rumore
Prima il rumore (inteso come grana) a 100 ISO era decisamente peggiore nel DNG, più grande e fioccoso (probabilmente Photoshop tentava di “allisciare” la grana naturale del Foveon, molto nitida ed evidente, facendola sembrare più grande e sfocata), ora è quasi impossibile notare differenze se non con le foto al 100% una affianco all’altra su un monitor di qualità.
Un po’ diverso è il discorso del rumore cromatico che si può notare nelle zone più scure dell’immagine anche a 100 ISO. Di poco, ma Sigma Photo Pro svolge un lavoro migliore. Con il DNG restano sempre dei pixel “arlecchini” (facilmente eliminabili con un programma come Topaz DeNoise AI o ON1 NoNoise AI) anche nei toni intermedi. Però, applicando Topaz alla foto sviluppata dall’X3F, abbiamo un risultato da lasciare a bocca aperta. Come scrissi nella recensione di Topaz, questo programma sembra studiato apposta per i file del Foveon.
Nelle zone davvero nere come il monitor del mio computer spento ma in pieno giorno, Photoshop lascia ben visibili dei pixel colorati e si notano le chiazze verdi. Da notare, dalle schermate allegate, che il DNG si trascina tutti i difetti della JPG in-camera (chiazze verdi e puntini bianchi) e l’unica differenza è nel fatto che non è compresso.

Rumore a 1600 Sigma X3F vs DNG

Rumore 1600 ISO

Alte luci
Qui non è cambiato nulla. Ho fatto la stessa foto alla stessa lampada del 2017 ed anche questa volta Sigma Photo Pro ha recuperato qualcosina in più. Photoshop sembra aver guadagnato un po’ di più, ma non è un pezzetto di paralume in stoffa gialla: è una fascia grigia. Da questa foto si nota pure come la nitidezza dell’X3F sia maggiore e la foto più brillante. In caso di eccessiva sovraesposizione non voluta, scurendo la foto con SPP si hanno i colori originali, dal DNG con Photoshop dei colori falsati e sbiaditi.

Alte luci con Sigma Photo Pro

Alte sensibilità
Il Foveon non è nato per essere usato alle alte sensibilità, ma ho voluto provare lo stesso a fare degli scatti ad 800 e 1600 ISO. Quanto rilevato nel paragrafo “Rumore” si amplifica e le chiazze verdi diventano un bel problema. Molto diverso il comportamento tra Photoshop e Sigma Photo Pro. Il primo ricorre allo stesso trucco di programmi come Topaz, vale a dire che, dopo aver allisciato il rumore, aggiunge degli artefatti, una specie di grana ben visibile ingrandendo la foto e questa grana conferisce alla foto una notevole sensazione di nitidezza. Più grana (non quella reale del Foveon), ma più nitidezza apparente. Anche in questo caso occorre guardare bene le foto al 100%: i dettagli minuti sono gli stessi, ma nella foto sviluppata con SPP sembrano inferiori perché più morbidi. La foto con SPP ha meno rumore, non c’è la grana aggiunta e, facendo un passaggio con Topaz, diventa decisamente migliore. Questione di gusti e di tempo: il percorso tramite SPP è sempre più contorto e si deve saper fare.

Conclusioni
Ho scattato e controllato centinaia di foto in tutte le situazioni e tutte le sensibilità per poter giungere a queste conclusioni, ma le cose sono davvero complesse e ci sarà sempre una foto che potrà rendere meglio in DNG anziché in X3F e viceversa. Le cose sono cambiate molto dal 2017 ad oggi: Sigma Photo Pro, da programma inusabile per la lentezza e le poche funzioni, è diventato ben più veloce e reattivo; su un computer di recente generazione, fa tutto quello che deve fare e lo fa bene, motivo per cui non riesco a comprendere del tutto questo desiderio di fuga verso altri programmi che spesso ricorrono al trucco di aprire la JPG contenuta nell’X3F senza sfruttare le possibilità offerte da un file RAW. Se non volete perdere tempo con l’X3F e Sigma Photo Pro, usate la JPG in-camera, ma tenete presente che alcuni disturbi non c’è poi modo di eliminarli (ho una ricca lezione on-line al riguardo: gli eventuali interessati possono contattarmi tramite e-mail). Un discorso diverso è quello di salvare le foto in DNG per avere un RAW apribile da qualsiasi programma di fotoritocco e, nello specifico, Adobe Photoshop ha finalmente imparato a decodificare nel modo giusto i DNG del Foveon. Non ci sono paragoni rispetto ai risultati del 2017 e si usufruisce in pieno della velocità operativa e delle numerose funzioni di Photoshop. Tenete presente, però, anche se in teoria RAW e DNG sono la stessa cosa, all’atto pratico il DNG del Foveon si dimostra più limitato e somiglia troppo ad una “JPG di lusso” dal peso spropositato. Dal punto di vista della massima qualità e del massimo “effetto Foveon”, Sigma Photo Pro e gli X3F restano ancora la migliore scelta possibile, ma dipende molto dalle situazioni di ripresa e dai soggetti delle foto. Nella globalità è una lotta ai punti nella quale SPP vince a mani basse solo nel recupero VERO delle alte luci e dei disturbi verdi. Per quanto mi riguarda, anche per via delle dimensioni inutilmente mostruose del DNG (150MB contro 60 nonostante sia a 12bit anziché a 14), continuerò ad usare gli X3F ed SPP riservando poi a Photoshop eventuali altre modifiche. Sì, ben due passaggi per ottenere la massima qualità dagli X3F della mia Sigma sd Quattro H, ma la qualità non ha fretta.

Rino Giardiello © 08/2022
Riproduzione Riservata

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