Chi ha detto che un costoso e ottimo obiettivo da 20mm superluminoso debba essere adoperato solo in situazioni di ripresa molto professionali?

Indubbiamente, non si acquista un obiettivo del genere per fotografare le cene con gli amici (in Abruzzo non possiamo rinunciare ai gustosi “arrosticini” di carne di pecora), campo in cui oggi gli smartphone eccellono ed offrono una praticità ineguagliabile, ma potendolo montare sulla piccolissima e performante Sigma fp L, la tentazione è stata forte e vediamo se n’è valsa la pena.

Un supergrandangolare per tutte le occasioni
A mio avviso, la focale di 20mm è la focale più grandangolare che si possa utilizzare ancora con disinvoltura nella maggior parte delle situazioni fotografiche perché la deformazione delle immagini ai bordi (il classico “stiracchiamento” verso gli angoli) comincia ad essere appena visibile e si controlla con facilità. Basta evitare di mettere negli angoli estremi la testa dei nostri amici e la corretta apparenza dell’immagine è salva senza doversi ammattire dopo in postproduzione. Questa considerazione dovevano averla fatta già tanti anni fa perché, anche ai tempi dell’analogico, tra il 24mm ed il 18mm, venivano sempre inseriti dei 20 o 21mm di dimensioni molto compatte, buona luminosità (di solito F/2.8 come il Minolta 20mm F/2.8 poi diventato Sony) e ottima resa in relazione al prezzo ben più “umano” rispetto a quello dei 18mm.

Il Sigma 20/1.4 DG DN Art riprende in pieno questa tradizione con un obiettivo per mirrorless Sony E-Mount e Sigma, Panasonic, Leica L-Mount di qualità molto elevata (non per niente appartiene alla serie “Art”) e, cosa unica per un obiettivo di questa lunghezza focale, l’elevatissima luminosità di F/1.4. L’unico altro 20mm con la stessa luminosità è il vecchio Sigma 20mm F/1.4 della serie Art, ben più grande e pesante, in ogni caso anch’esso un ottimo obiettivo (vedi test completo del nuovo Sigma 20/1.4 DG DN Art qui e videorecensione su YouTube). Insomma, il record resta in famiglia!

Per molti un 20mm è già un obiettivo “troppo grandangolare” e viene reputato inutile se non si ha la necessità di fotografare in spazi troppo piccoli, ma per me i grandangolari sono un modo di vedere ed entrare nella scena: non ho mai avuto il timore di inquadrare troppe cose, anzi, il bello è quello di metterle in relazione tra di loro (ovviamente, salvo i casi in cui è necessario isolare il soggetto e non mostrare il contesto).

Questo è il motivo per cui, una calda sera d’estate, ho voluto portare il Sigma 20/1.4 DG DN Art con la piccola Sigma fp L, durante una gradevole cena all’aperto con gli amici approfittando della notevole luminosità di F/1.4 in una location ben poco luminosa, cosa che non si direbbe affatto dalle foto che potete vedere. La capacità della Sigma fp L di lavorare bene alle alte sensibilità senza essere devastata dal rumore (tutte le foto sono state scattate tra 3200 e 6400 ISO), ha fatto il resto. La situazione fotografica era difficilissima a luce ambiente perché le uniche fonti luminose erano i lampioni stradali, spesso alle spalle dei soggetti con dei controluce magnificamente retti dal trattamento antiriflessi di Sigma: in questo caso un piccolo flash di schiarita come il piccolo Sigma EF-140S TTL avrebbe risolto ogni problema.

Una nota a margine: la Sigma fp L non è certo la fotocamera con l’AF più performante che abbia mai provato, ma con gli F/1.4 la messa a fuoco diventa ben più veloce ed accurata. E’ stata l’infallibile testimone di una allegra serata a base di arrosticini a Montesilvano Colle, pittoresco borgo vicino Pescara dove abbiamo organizzato numerosi “Sigma Days”.

Le foto non sono e non vogliono essere nulla di più di quello che sono, cioè delle semplici foto ricordo, ma vanno osservate guardando oltre quello che riproducono: anche nelle foto ridotte per il web, si può apprezzare l’elevatissima nitidezza del Sigma 20/1.4 a tutta apertura, la sua bella resa molto tridimensionale e, non ultimo, lo sfocato che è in grado di offrire (del tutto inaspettato per una focale così corta) ad F/1.4. Queste foto sono praticamente come scattate ed ho lasciato anche la caratteristica dominante cromatica delle luci artificiali che ha enfatizzato l’effetto notte, ma potevo correggerla con un clic in postproduzione o impostare un diverso bilanciamento del bianco in fase di ripresa.

Conclusioni
Il Sigma 20mm F/1.4 DG DN Art è uno splendido e versatile obiettivo che riesce a trarre il massimo da qualsiasi situazione di ripresa. La serata con gli amici potrebbe essere la prova preliminare per una situazione ben più importante (per esempio, durante la cena di un matrimonio o il servizio fotografico in un ristorante) e, avendo l’occhio allenato alla composizione, riesce a far portare a casa dei reportage ineccepibili ed a restituire la percezione dell’ambiente. La lunghezza focale di 20 o 21mm per me è davvero perfetta, basta pensare anche alla Street Photography che realizzai a Varsavia con la Sigma dp0 Quattro o al servizio fotografico che ho realizzato presso le Officine Rossopuro che prepara allestimenti speciali su telai e motori Moto Guzzi, proprio con questo Sigma 20/1.4 Art.

Il Sigma 20mm F/1.4 Art, pur essendo più piccolo e leggero del suo predecessore, resta comunque un obiettivo “importante” e, se volete sfruttare al massimo le ridotte dimensioni della Sigma fp L, il piccolo Sigma 20mm F/2 della Serie I può essere una validissima alternativa. Le prestazioni del Sigma 20/2 sono ottime e, in particolare la nitidezza, ha poco da invidiare a quella del 20/1.4. Le differenze, inutile dirlo, ci sono, ma stiamo parlando di un obiettivo della serie Art contro uno della serie Contemporary che pesa e costa la metà. La “sensazione di nitidezza” e l’ariosità del Sigma 20/1.4 al momento sono insuperabili ed è difficile, molto difficile, rinunciarci.

Rino Giardiello © 10/2022
Riproduzione Riservata

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