Il piccolo obiettivo fisso Sony 20/2.8 è nel corredo Sony Full Frame con baionetta A sin dall’inizio e fa parte degli ottimi obiettivi, come il 50/2.8 Macro, ereditati dal sistema Minolta.
Gli ingegneri della Minolta sapevano progettare bene sia le fotocamere che gli obiettivi ed erano capaci di passare dalle ottiche standard più economiche (sempre più che dignitose in rapporto al prezzo) ai costosi obiettivi che spesso erano tra i migliori nella propria categoria. Ma oltre alle rilevazioni nei test in studio, devo dire che i progettisti della Minolta avevano sempre prestato molta attenzione alla resa nel mondo reale e le foto scattate con le ottiche Minolta hanno sempre una resa molto gradevole, bei colori e bello sfocato a prescindere dalle linee per millimetro.
Nel vecchio corredo Minolta, quindi, esisteva questo piccolo supergrandangolare da 20mm particolarmente luminoso per la categoria, progettato nel lontano 1980 e ridisegnato con piccole modifiche nel 1990. Da quel che dichiara la stessa Sony, la versione del 2006 (rimarchiata, appunto, Sony) è identica sia otticamente che esteticamente all’ultimo modello Minolta, oggetto di questa prova (più avanti, le differenze nel dettaglio). I risultati ottenuti possono quindi ritenersi validi per entrambi i modelli.
Il 20mm Sony Minolta tradisce la sua progettazione di vecchia scuola per l’assenza di elementi asferici o vetri speciali, ma non era un obiettivo di fascia bassa né come prezzo né come prestazioni ed ancora oggi è in grado di dare molte soddisfazioni su una fotocamera digitale full frame. Io l’ho provato su una Sony A99 confrontandolo con alcune ottiche Zeiss in mio possesso, fisse e zoom, senza mai restare deluso.
In mano
Aperta la scatola con la solita dotazione in corredo (astuccio e paraluce), il piccolo Minolta sorprende per la buona realizzazione nonostante l’uso abbondante di materie plastiche. Dopo oltre 20 anni, le ghiere in gomma del mio esemplare sono ancora perfette e garantiscono un’ottima tenuta dell’obiettivo. Un po’ piccola la ghiera per la messa a fuoco manuale, a ridosso della lente frontale, ammesso che qualcuno voglia adoperarla. La rotazione per la messa a fuoco è brevissima e si passa da 25cm all’infinito in meno di un quarto di giro. Una piccola finestra mostra le distanze e, cosa oggi sempre più rara, i riferimenti per la profondità di campo ai vari diaframmi.
Una foto piena di scompensi di illuminazione e di dettagli minuti. Ad F/8 il piccolo Sony Minolta 20mm F/2.8 se la cava benissimo. Cliccare sulla foto per vederla di maggiori dimensioni e cliccare qui per vedere i crop al 50% ed al 100% di centro e bordi.
Sul campo
La messa a fuoco è molto rapida e risponde bene con l’autofocus della Sony A99. Non ho mai avuto una foto sfocata neanche nei più severi test a tutta apertura ed in situazioni difficili o di basso contrasto: merito della A99, certo, ma i due obiettivi lavorano bene insieme. Il trattamento antiriflessi non è quello Zeiss ma è abbastanza buono e difficilmente si perderanno delle foto a causa del flare. Nella scatola c’è il paraluce ma ho smesso di adoperarlo perché non ho mai avuto riflessi o flare a causa delle luci oblique sulla lente frontale e l’obiettivo va in crisi solo con forti luci nell’inquadratura (in tal caso l’unico paraluce idoneo è... il tappo!). Il diametro dei filtri è di ben 72mm e il rischio che vignettino è molto elevato anche per quelli in montatura slim.
Le prestazioni generali sono molto buone: bei colori saturi, buona definizione, poca vignettatura e distorsione, tra l’altro facilmente eliminabili in postproduzione o stesso in camera (la Sony A99, salvando in JPG, applica automaticamente il profilo del Sony 20/2.8 e la foto è corretta alla perfezione). A tutta apertura ho rilevato del coma e dell’aberrazione cromatica, ma nella media per obiettivi di questa lunghezza focale ed ancora più “perdonabili” tenendo presenti l’età ed il prezzo a cui lo si può acquistare oggi di seconda mano.
Apprezzabile che questo vecchio 20mm realizzato da Minolta non sia affetto dallo sferocromatismo che ho rilevato su alcune costose ottiche originali ed universali di ben più recente progettazione.
F/2.8 - Risolvenza al centro molto elevata, quasi come ad F/4. I bordi, invece, sono abbastanza scuri a causa della vignettatura e la risolvenza è modesta anche se nella media per le ottiche di questa lunghezza focale.
F/4 - La risolvenza al centro aumenta, i bordi sono morbidi ma migliorano visibilmente e la vignettatura diminuisce di molto.
F/5.6 - La risolvenza al centro migliora ancora un po’ (in realtà quest’obiettivo parte benissimo sin da F/2.8 ed è davvero difficile vedere le differenze anche al 100% su un buon monitor), i bordi migliorano ancora e la vignettatura è quasi scomparsa.
F/8 - E' il diaframma migliore, ma nell’uso pratico se la batte con F/5.6. I bordi diventano molto buoni, ma ho l'impressione che si perda qualcosina al centro, trascurabile nella realtà fotografica. La vignettatura è ormai virtualmente assente.
F/11 - Molto simile ad F/8 con un ulteriore, piccolo miglioramento degli angoli estremi, ma comincia a spuntare la diffrazione che, con alcuni soggetti, può dare l'impressione di maggiore morbidezza generale.
F/16 - Brusco calo della qualità a causa della diffrazione.
F/22 - Da non adoperare perché la qualità continua a diminuire a causa della diffrazione e la resa diventa molto morbida su tutto il campo inquadrato. Oggi si può recuperare in postproduzione, ma preferisco utilizzare questo obiettivo da F/4 ad F/8.
Al di là delle linee per millimetro, niente affatto disprezzabili, il Minolta 20/2.8 ha una notevole capacità di catturare l'atmosfera con immagini molto ariose. Cliccare sulla foto per vederla di maggiori dimensioni (Giappone, Kansai Airport).
Differenze tra il Minolta 20/2.8 ed il Sony 20/2.8
Sono praticamente identici, a parte il diverso nome sul corpo e sul tappo, sia come aspetto che come progetto. Il Sony appare leggermente più plasticoso, ma ha in più un chip che dialoga con il corpo della fotocamera comunicando le distanze, cosa utile anche per migliorare l’illuminazione con il flash. Nulla di fondamentale, per giunta adoperare il flash con un 20mm non è cosa facile, ed il prezzo quasi doppio del Sony rispetto ad un buon Minolta d’occasione può essere determinante per preferire quest’ultimo. Per giunta anche il Sony 20/2.8 è scomparso dai listini ufficiali, sebbene sia ancora possibile trovarlo, nuovo, su internet.
Conclusioni
Il Sony Minolta 20mm F/2.8 è senz’altro un piccolo supergrandangolare in grado di dare notevoli soddisfazioni fotografiche. Non ha nulla da invidiare ad ottiche di progettazione più moderna ed ai suoi rivali più blasonati realizzati negli anni ’90. Per iniziare a vederne i limiti si devono fare confronti con ottiche molto moderne e di prezzo ben più elevato ma, trovando una buona occasione di seconda mano per circa 300 Euro, è un acquisto consigliabile per qualsiasi utilizzatore di fotocamere Sony Full Frame con baionetta A.
Rino Giardiello © 10/2016
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