I 32 ANNI DI VITA DELLE TORRI GEMELLE
Libro e mostra di Tony Vaccaro a Roma
Andrea Morelli, settembre 2011

Tra le numerose celebrazioni che ricordano il decennale dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, una mostra fotografica, organizzata dalla Provincia di Roma e curata da Umberto Gentiloni, si distingue dalle altre. Intanto, l’autore delle foto è il grande fotografo Tony Vaccaro che molti ricorderanno per la mostra di due anni fa, “Scatti di Guerra”, alle Scuderie del Quirinale.



Progettisti del WTC con l'architetto Yamasaki



Il progettista Minoru Yamasaki
all'inaugurazione 1973



Skyline di NY simulato con i prototipi
LIFE, 1969



11 settembre 2001
Voi proteggete il vostro giardino.
Noi proteggeremo il vostro sito.



11 settembre 2001
Le Torri da Long Island City

L’89enne Vaccaro, prima fotografo di guerra e poi fotoreporter dei più prestigiosi magazines americani (LIFE, LOOK, FLAIR per citare i più importanti) per i quali fotografò i più famosi personaggi del recente secolo scorso, ha avuto un rapporto particolare con le Twin Towers: ha iniziato a fissarle nei suoi fotogrammi già dalla loro nascita e poi nel corso dei 32 anni della loro vita.

Tony Vaccaro fu infatti il fotografo incaricato da LIFE per presentare in anteprima ai newyorkesi il futuro skyline di Manhattan con le nuove torri. Nel 1969, esistevano solo due prototipi alti 2 metri realizzati dai collaboratori di studio di Minoru Yamasaki, famoso architetto dell’epoca. L’era di Photoshop e dell’elaborazione digitale delle immagini era lontana ancora qualche decennio e la redazione di LIFE voleva presentare delle foto realistiche.

Così racconta Tony, che in occasione dell’apertura della mostra è tornato per qualche giorno nella sua Bonefro, in Molise:

“Passai qualche giorno nello studio dell’architetto Yamasaki per provare le inquadrature dei prototipi del futuro World Trade Center. Poi, dai ponti del New Jersey e da varie altre posizioni scattai col teleobiettivo diapositive notturne di New York da dove si riuscivano a distinguere i primi piani in costruzione della prima torre. Da questa, calcolai bene le proporzioni per fotografare poi i due prototipi in uno sfondo chiaro. Avevo calcolato bene, così sovrapposi i due fotogrammi migliori guardandoli attraverso l’ingranditore.

Quando riuscii ad allineare esattamente il profilo del modellino con quello della torre in costruzione, fermai in quella posizione i due fotogrammi e li fotografai: il futuro skyline di New York era perfetto e realistico. Poi volli realizzare con i modellini anche una foto “dalle torri” così i newyorkesi potevano rendersi conto della visione dall’alto di quelle che sarebbero state le più alte torri di Manhattan ma anche del mondo. Usai un grandangolo da 20 mm per ottenere la massima profondità di campo ma, per mettere a fuoco dovetti comunque sganciare l’obiettivo dal corpo macchina e, quando ottenni la distanza giusta di messa a fuoco, lo fissai in quella posizione con del nastro adesivo…

Per simulare i lampioni della piazza usai dei chicchi di riso… insomma, dovetti usare il mio ingegno italiano per rendere tutto realistico. Qualcosa di italiano c’era già nel progetto delle Torri. Yamasaki si era ispirato al Palazzo del Doge di Venezia e alle torri di San Gimignano: così mi aveva spiegato. Le foto furono poi pubblicate da LIFE il 22 marzo del 1969”.

Così iniziò il lungo rapporto di Vaccaro con le Torri Gemelle. Nella mostra, dopo le foto della loro nascita, scorrono quelle della loro vita negli anni di splendore fino a diventare il simbolo stesso della moderna New York. Vaccaro le ritrae in tutto il loro fascino da tutte le angolazioni, di giorno, di notte ed esaltandole come Golden Towers in un assolato tramonto sull’Hudson River, proprio al passaggio della nave italiana Guglielmo Marconi.

“Dopo la terribile esperienza della II guerra mondiale” - continua Tony – “l’attentato alle Twin Towers è stata un’altra guerra a cui ho dovuto sfortunatamente assistere nella mia vita. Ero lì quindi a New York anche il giorno della loro morte. Ancora un disastro? Ancora una guerra? Dopo l’11 settembre, i newyorkesi, uscendo dalle subway, per mesi e mesi hanno continuato a guardare in alto… cercando una presenza che era svanita improvvisamente e con essa la sicurezza”.

Emblematica la foto che chiude la mostra. Sull’orizzonte, ormai solo una grande nuvola di fumo grigio segna ciò che rimane delle Torri e, in primo piano un uomo prostrato come se si potesse leggere dal suo pensiero che, da quel momento, il nostro mondo sarebbe mutato profondamente: così come è stato.

“Io continuo a credere che le guerre che ho visto e vissuto, un giorno non lontano, si tradurranno in speranza di pace” – così conclude ottimisticamente Tony.

Andrea Morelli © 09/2011
Riproduzione Riservata

La mostra si è inaugurata il 9 settembre 2011 a Palazzo Valentini (Roma) con l’intervento di un numeroso pubblico. Presenti, oltre all’autore Tony Vaccaro, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, e Douglas C. Hengel, vice capo missione dell’Ambasciata USA a Roma. L’esposizione rimane aperta fino all’8 ottobre 2011.

Tony Vaccaro a Bonefro dopo la mostra a Roma in settembre 2011

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