TEST SIGMA 70/2.8 DG ART Macro
Versatile e di ottima qualità
Prova sul campo approfondita
Rino Giardiello, settembre 2023

Una volta non c’erano dubbi: per fare foto di alta qualità a distanza ravvicinata, era indispensabile un obiettivo macro. Ma oggi, che senso ha un obiettivo macro quando possiamo croppare le foto (soprattutto se possediamo una fotocamera dotata di elevata risoluzione) o fare delle scansioni?

Ovviamente le scansioni sono valide solo se gli originali non sono oggetti tridimensionali e possono essere posati sul piano dello scanner, per esempio delle vecchie foto, ma uno scanner non possiamo portarlo con noi per fotografare, sul campo, fiori e insetti. Però possiamo fare le riproduzioni anche di foto o oggetti molto piccoli con un normale 50mm non macro, tanto poi si croppa senza problemi salvo - in alcuni casi - ritrovarsi foto minuscole e ingestibili, allora perché?

SIGMA 70/2.8 macro Art all'infinito

Perché - a parte, come appena detto, ritrovarsi con foto minuscole buone solo per i Social - non è solo questione di distanza minima di messa a fuoco: un obiettivo macro, anche di prezzo medio, ha comunque una risolvenza elevatissima sia al centro che ai bordi che, per non mostrare differenze nelle riproduzioni, devono avere gli stessi valori del centro e la qualità deve essere omogenea su tutto il campo inquadrato. Non deve avere alcuna distorsione e le aberrazioni devono essere sotto controllo. Il trattamento antiriflessi deve essere ineccepibile perché, se usato sul campo e non solo in studio, deve essere possibile fotografare anche un fiore o un insetto in controluce senza che l’immagine si degradi.

Ottima tenuta al flare del Sigma 70/2.8 macro Art

(Cliccare sulle foto per ingrandirle)

Gli obiettivi normali sono ottimizzati per le distanze medio lunghe, ma un obiettivo macro di qualità deve andar bene dall’infinito alla minima distanza, cosa costosa e non facile. A suo tempo provai ad usare l’ottimo Zeiss 50/1.4 per Contax sul soffietto - anche invertito - ed i risultati furono penosi, mentre il ben più modesto ed economico Yashica ML 55/2.8 Macro, offriva ottimi risultati anche per riprodurre le diapositive. Il blasone aiuta poco: in questi casi servono gli specialisti.

Il SIGMA 70/2.8 DG Macro Art non delude le aspettative: è un obiettivo “nato bene” sin dalla versione EX e poi migliorato con la nuova versione della serie Art. E’ un obiettivo progettato con grande cura sia ottica che meccanica e, negli anni, si è guadagnato un posto nel cuore degli appassionati. Il modello in prova è l’ultimo in commercio, disponibile per fotocamere FF Canon, Sony E-Mount e Panasonic, Leica e SIGMA L-Mount. Il massimo rapporto di riproduzione è 1:1 alla distanza di 25.8cm ed è a prova di acqua e polvere. Viene fornito di serie con il paraluce ed una comoda custodia che lo protegge bene.

È compatibile con il SIGMA USB Dock per la personalizzazione e regolazione dei parametri e con i Teleconverter SIGMA TC-141 e TC-2001 che lo trasformano, rispettivamente, in un 98mm F/4 AF ed un 140mm F/5.6 con messa a fuoco manuale.

Macro a gocce d'acqua in controluce Sigma 70 macro

In mano
Il SIGMA 70/2.8 DG Macro Art non è minuscolo, ma è compatto e leggero per essere un obiettivo della serie Art: la lunghezza, posizionato sull’infinito, è di 105.8mm ed il peso è di 515g. Si impugna bene e non sbilancia neanche la piccola SIGMA fp L sulla quale l’ho provato. Il diametro filtri è davvero piccolo - solo 49mm - e l’innesto della baionetta è in ottone. Insomma, è il tipico obiettivo della serie Art, ben realizzato e ben rifinito, interamente Made in Japan.

Perché ho specificato che la lunghezza del SIGMA 70/2.8 DG Macro Art, posizionato sull’infinito è di 105,8mm? La lunghezza non resta sempre la stessa? Ebbene no: come per la maggior parte dei migliori macro per l’analogico (vedi lo Zeiss 60/2.8 Macro per Contax), l’obiettivo si allunga per arrivare al rapporto di riproduzione 1:1. Oggi si preferisce lasciare inalterate le dimensioni degli obiettivi facendo spostare una lente o un gruppo di lenti all’interno del barilotto, ma questo movimento, oltre ad essere limitato fisicamente, non permette di mantenere le prestazioni allo stesso livello passando dall’infinito al rapporto 1:1. SIGMA non è scesa a compromessi: abbinando l’allungamento dell’obiettivo al movimento di ben due gruppi di lenti flottanti, ha ridotto drasticamente le aberrazioni e mantiene risultati di elevatissima qualità a tutte le distanze di messa a fuoco. Due elementi asferici aumentano la risoluzione nelle riprese macro e, grazie anche ad altre 4 lenti speciali, riesce a mantenere un ottimo contrasto nelle aree a fuoco ed un bokeh gradevole e senza frange colore.

Sigma 70/2.8 macro alla minima distanza di messa a fuoco

La ghiera di messa a fuoco è molto ampia e, in manual focus, consente la messa a fuoco di precisione richiesta dalla macrofotografia. Il sistema di messa a fuoco manuale è “by wire” ed elimina ogni connessione meccanica tra l’anello di messa a fuoco e il motore di messa a fuoco. Il funzionamento è estremamente naturale.

Bokeh Sigma 70/2.8 macro ART

Il diaframma circolare garantisce un bokeh morbido e progressivo anche ai valori di diaframma intermedi.

Pochissimi i selettori presenti sull’obiettivo: solo quello AF/MF ed il limitatore delle distanze di messa a fuoco del quale parlerò più avanti.

I selettori sul barilotto del Sigma 70/2.8 macro Art

Sul campo
La cosa che stupisce del SIGMA 70/2.8 DG Macro Art quando si visionano i primi scatti, è la straordinaria omogeneità della resa: dall’infinito alle brevissime distanze, qualunque sia il diaframma impostato, la resa è identica, sempre molto elevata, sempre con dei colori molto belli e sempre con una notevole tridimensionalità. Solo le misurazioni strumentali riveleranno che la qualità dell’obiettivo migliora chiudendo il diaframma (il massimo si raggiunge tra F/5.6 ed F/8 che, però, tenetelo presente, non sono troppo diversi da F/2.8 se non per la profondità di campo). Solo dopo F/16 c’è il calo fisiologico dovuto alla diffrazione e la lieve vignettatura a tutta apertura scompare del tutto diaframmando di un paio di stop. La distorsione è virtualmente assente, ce n’è solo un minimo con valori prossimi allo zero verso i bordi estremi e difficilmente la noterete sul campo, ma comunque si elimina del tutto attivando le correzioni in-camera.

Rilevazioni strumentali del Sigma 70 macro Art

La messa a fuoco sul corpo SIGMA fp L non è velocissima, ma è sempre molto accurata. Per renderla più veloce e sapendo già cosa si andrà a fotografare, si possono adoperare i due limitatori del range di messa a fuoco presenti sul barilotto: limitando l’escursione di messa a fuoco da 0.5m all’infinito o da 0.258 a 0.5m, le cose migliorano notevolmente.

Foto © Rino Giardiello Sigma 70 Macro

Un grande pregio di questo obiettivo è che fa venire voglia di usarlo sempre ed in qualsiasi situazione. Oltre ad insetti e fiori, a me ha fatto tornare la voglia di esplorare micromondi come feci ai tempi dell’analogico con il glorioso Tamron 90/2.5 SP. Nulla di davvero microscopico (il rapporto è “solo” 1:1), ma è affascinante la ricerca di mondi e paesaggi inesistenti che possono ricordare quelli reali. Spazi infiniti, oceani di lava, creature aliene che si aggirano nell’oscurità, i limiti sono solo nella propria fantasia. Grazie al SIGMA 70/2.8 DG Macro Art ho effettuato il mio viaggio immaginario sull’asteroide “16 Psiche”, scoperto nel 1852 dall’Osservatorio astronomico di Capodimonte a Napoli, che contiene un’enorme quantità di oro. In realtà ha il triste aspetto di un sasso nello spazio, ma mi è piaciuto immaginarlo ricoperto di oro liquido, ed è nata così la serie "Road to 16 Psyche".

Sigma 70/2.8 macro Art, viaggio di fantasia sull'asteroide 16 Psyche

Il trattamento antiriflessi è quello solito di SIGMA, molto efficiente, ma con il 70 macro le cose migliorano ulteriormente in quanto la lente frontale è molto incassata nella montatura e non serve nemmeno adoperare il paraluce in dotazione.

Immagini di fantasia create da Rino Giardiello con il Sigma 70 macro Art

Il Sigma 70/2.8 DG macro Art si è rivelato il perfetto compagno di viaggi per esplorare nuovi mondi con l'aiuto di un set di illuminazione molto particolare, degli accessori macro per superare il rapporto 1:1, tanta pazienza e la mia fantasia.

Conclusioni
Il SIGMA 70/2.8 DG Macro Art è senz’altro un punto di riferimento, da anni, non solo per la fotografia macro di qualità, ma anche per le riprese in tutte le situazioni. E’ un obiettivo “all’antica”, cioè molto ben corretto da tutte le aberrazioni all’origine senza dover ricorrere alle correzioni in-camera che servono solo per dargli quel piccolo tocco in più per arrivare alla perfezione. La resa ottica è splendida in tutte le situazioni d’uso ed il bokeh è molto gradevole per essere quello di un macro, solitamente molto aggressivo (ed infatti quello dei vecchi modelli, lo era). Non aspettatevi lo sfocato morbido e pastoso del nuovo SIGMA 65/2 serie I, giusto per restare su una lunghezza focale simile, ma si tratta di obiettivi progettati per esigenze diverse e quello del 70 macro, come potete vedere anche dalle foto presenti nell’articolo, non è assolutamente duro anche se ho riscontrato che offre il meglio proprio alle distanze ravvicinate, motivo per cui lo si compra. Le rifiniture sono impeccabili e c’è tutta la qualità Made in Japan di cui SIGMA va fiera.

Un valore aggiunto è la predisposizione per il servizio di conversione dell’innesto che permette a questo obiettivo di durare maggiormente nel tempo anche cambiando corredo.

Rino Giardiello © 09/2023
Riproduzione Riservata

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Conclusions
The Sigma 70/2.8 DG Macro Art has been a benchmark for years not only for macro photography, but also for shooting in all situations. It is very well corrected of all aberrations at the origin without in-camera corrections which only give it a little extra touch to get to perfection. The optical performance is excellent in all situations of use and the bokeh is very pleasant and progressive, especially at medium and short distances. This lens has allowed me to free my imagination to explore infinitely distant and unknown worlds with long imaginary journeys in the micro world. The finishes are impeccable and there is all the Made in Japan quality of which SIGMA is proud. The SIGMA 70/2.8 DG Macro Art is ready for the mount conversion service which extends the life of this lens even when changing equipment.