Perché questo test? Innanzitutto perché dispongo di entrambi gli obiettivi e mi sembra un motivo più che valido, e poi perché sono obiettivi macro che erano diffusi ed apprezzati negli anni '80 - obiettivi originali di buona qualità anche se non di prezzo stratosferico - che possono ancora essere utilizzati con soddisfazione su qualsiasi fotocamera permetta di montarli con un apposito anello adattatore e, trovandoli su un mercatino dell'usato, possono costituire un ottimo affare.
Ho provato entrambi gli obiettivi su un corpo Sony NEX-5 con apposito anello adattatore per Contax/Yashica. Come mai solo questo anello e non anche un anello per il sistema Olympus OM? La risposta è molto semplice: come si può notare dalle foto, l'obiettivo Zuiko era stato modificato a suo tempo per poter essere utilizzato, seppure in stop down, sulle reflex Contax. Poiché il tiraggio Olympus OM era più corto del tiraggio Contax/Yashica, la modifica fu fatta nello stesso modo in cui oggi si adattano i vecchi obiettivi Zeiss per Contax sulle reflex digitali Sony, cioè sostituendo tutta la baionetta che, negli Zuiko, incorporava anche la ghiera dei tempi. Fatta questa premessa, che non inficia i risultati, passiamo ad esaminare le ottiche del test.
Lo Yashica 55 ML Macro F/2.8 è l'ultima versione di una gloriosa dinastia di macro di buona qualità venduti ad un prezzo ragionevole, allineato con i prezzi e la qualità di Pentax e Olympus, decisamente più economico di Nikon e Canon, per non parlare di Contax e Leica. E' un obiettivo solito e ben costruito, compatto ma non troppo, più o meno grande quanto i 50mm F/1.4 dello stesso corredo, sia Yashica che Contax.
L'Olympus Zuiko 50 Macro F/3.5 è più leggero e compatto come tradizione del sistema OM, ma altrettanto ben realizzato. Le ghiere dello Zuiko sono più morbide e scorrevoli delle ghiere dello Yashica: questo può essere un pregio in un uso generico, ma diventa un difetto in macro in quanto è più difficile fermarsi sul punto esatto di messa a fuoco, soprattutto se lavorando a tutta apertura. Da segnalare anche che, dovendo adoperare queste ottiche in stop down e mettendo a fuoco a tutta apertura per poi chiudere il diaframma al valore desiderato, questo comporta il facile spostamento della ghiera di messa a fuoco (proprio perché molto fluida).
Ottima la resa generale del piccolo Zuiko.
Entrambi arrivano "solo" al rapporto di riproduzione 1:2, rapporto più che sufficiente per divertirsi all'epoca (i macro originali che arrivavano al rapporto 1:1 non erano tanti e costavano molto), ma c'è da dire che oggi, considerando il fattore di moltiplicazione sul sensore APS-C, le due ottiche diventano equivalenti a 70-75mm il cui campo inquadrato sul lato orizzontale alla minima distanza di messa a fuoco passa da circa 6 cm a circa 4 e la differenza può far comodo anche se questo non ha nulla a che vedere con l'effettivo rapporto di riproduzione.
Ancora lo Zuiko, questa volta a tutta apertura.
Il test
I due macro in prova erano due ottimi vetri in rapporto al prezzo e continuano a fornire notevoli prestazioni anche sul digitale con un'ottima correzione delle aberrazioni. Devo dire che, senza andare a contare le linee per millimetro, sull'analogico preferivo leggermente lo Zuiko per la resa più brillante e contrastata sulle diapositive. Questo forniva anche una sensazione di maggior nitidezza, ma ora, sul digitale, è facile rendere una foto un po' più brillante mentre non si può inventare la risolvenza se non c'è (salvo abbondare di maschera di contrasto) e lo Zuiko, in situazioni che lo mettono alla corda, si dimostra un po' meno nitido.
Ho usato, come termine di paragone, lo zoom standard della Sony NEX-5 alla focale di 55mm e sono rimasto sorpreso per come, pur fornendo un'immagine brillante e apparentemente nitida, sia notevolmente inferiore alle due vecchie ottiche fisse. In realtà ci sarebbe poco da restare sorpresi perché, paragonando ottiche fisse verso zoom (per giunta economico), sarebbe un po' come sparare sulla Croce Rossa, però lo zoommettino della NEX-5, nell'uso di tutti i giorni, sembra fare bene il suo dovere nella maggior parte dei casi. Sebbene il test sia stato effettuato ad F/8, la risolvenza al centro dello zoom è già visibilmente inferiore, cala drasticamente a 2/3 del campo e diventa penosa ai bordi estremi. I due macro sono, come è giusto che sia, ad un gradino superiore, un po' meglio lo Yashica, ma stiamo parlando di ingrandimenti al 100% su un monitor da 24". Situazione di quasi pareggio (ma ancora un po' meglio lo Yashica) a 2/3 del campo inquadrato e, infine, sorpasso dello Zuiko agli angoli estremi. Questo significa, semplicemente, che lo Zuiko ha una risolvenza non eccellente ma molto buona su tutto il campo inquadrato, ottima nel caso di riproduzioni, mentre lo Yashica se la cava meglio nel mondo reale in cui il soggetto non è quasi mai posizionato agli angoli estremi del campo e comunque non si vanno a contare le linee per millimetro. Molto ben corretti distorsione e vignettatura, mentre il trattamento antiriflessi non è eccellente per entrambi anche se in modo diverso: lo Yashica tende a velarsi ed a perdere contrasto mentre lo Zuiko crea immagini fantasma e sfrangiature di colore.
Il 55mm Yashica in Macro.
Conclusioni
Incredibilmente simili i risultati finali sulle foto generiche per cui non valgono neanche la pena di essere riportati a confronto - fianco a fianco - in questa pagina e, una volta ridotte le dimensioni, le foto sono davvero equivalenti, quindi la conclusione, molto semplice, è che se vi capita di trovare a buon prezzo una di queste due ottiche e non era nelle vostre intenzioni investire in un ottimo obiettivo macro originale per le vostre fotocamere digitali, non lasciatevela sfuggire!
Rino Giardiello © 07/2016
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