Trovo quasi imbarazzante dover scrivere ancora una volta che un obiettivo della serie Art di Sigma si sia dimostrato, sul campo e nei test in studio, uno dei migliori 50mm luminosi sul mercato, ma per amarlo basta farci i primi scatti in condizioni di luce difficile e poi osservarli su un buon monitor.
Non posso certo dire di aver provato tutti gli obiettivi Sigma serie Art, ma tutti quelli provati sinora non hanno mai mancato di sorprendermi. Non è solo questione di nitidezza e pura risolvenza, ma di immagini belle e brillanti senza la necessità di dover intervenire in post produzione.
Il Sigma 50mm F/1.4 DG Art è un obiettivo DG, vale a dire con la copertura per il pieno formato, ma si può usare anche su fotocamere APS-C con il conseguente fattore di moltiplicazione diventando un ottimo 75mm F/1.4, focale quasi perfetta per i ritratti (anche se avrei preferito più o meno un 85mm come da tradizione).
Grazie al Sigma MC-11 Converter, ho potuto provare il Sigma 50mm F/1.4 DG Art anche su corpo Sony A7 II oltre che su Sigma sd Quattro nelle versioni “base” e H. Il comportamento è stato lo stesso su tutti i corpi, vale a dire ottimo, anche se solo sul sensore Foveon si può apprezzare la reale nitidezza di questo obiettivo.
La nitidezza, non mi stancherò mai di ripeterlo, non è tutto, e le immagini non vanno osservate al 100% sul monitor per contare le linee per millimetro, campo in cui comunque eccelle; bisogna invece valutarle per la resa generale e la loro gradevolezza, ed è qui che il Sigma 50mm F/1.4 DG Art inizia a staccarsi dagli avversari sino a trovarsi a competere solo con lo Zeiss 50/1.4 del corredo Sony FE.
In mano
Robusto e molto ben costruito in solido metallo (in realtà si tratta del TSC, vedi più avanti) come tutti gli obiettivi della serie Art, il Sigma 50mm F/1.4 DG Art fa capire subito di essere un obiettivo di fascia alta. Ovviamente questo significa anche che è grande e pesante (ben 815 grammi) e risulta più piccolo e leggero solo dello Zeiss Otus 55/1.4. Il Nikon 50mm F/1.4 G è piccolo, leggero e plasticoso, ma è anche più economico. A corredo ci sono il paraluce e la solita custodia bene imbottita che protegge e contiene gli Art. Nonostante le dimensioni ed il peso si impugna alla perfezione e la ghiera di messa a fuoco è morbida e dall’ottima presa. Su un corpo di dimensioni adeguate come la Sigma sd Quattro risulta ben bilanciato. Decisamente meno comodo sulla Sony A7 II con l’aggiunta dell’adattatore MC-11 che lo rende ancora più lungo e sposta il baricentro in avanti. Purtroppo non è tropicalizzato.
TSC (Thermally Stable Composite)
Dicevo che il Sigma 50/1.4 Art è un “solido metallo”, ma in realtà è realizzato col nuovo materiale di sintesi TSC (Thermally Stable Composite) che sfrutta le qualità del metallo e del policarbonato. Questo abbina un minimo allungamento termico ad una durezza eccezionale. Il TSC offre caratteristiche di espansione simili a quelle dell'alluminio ma con una elasticità maggiore del 25%. In mano la sensazione è quella di un obiettivo “di una volta”, cioè interamente in metallo, solido, rifinito e ben costruito.
Sul campo
Il Sigma 50mm F/1.4 DG Art ha anche la sigla HSM, che sta per “Hyper Sonic Motor”, vale a dire il motore ipersonico che permette una veloce e silenziosa messa a fuoco in modalità autofocus. Non ho potuto metterne alla prova le doti velocistiche sulla Sigma sd Quattro o sulla Sony A7, la prima perché lenta di suo e la seconda perché tramite MC-11 (eppure la velocità dell’AF è stata comunque notevole), ma la precisione della messa a fuoco è stata assoluta in tutti gli scatti anche a tutta apertura. Abbiamo ricevuto qualche segnalazione di imprecisione su corpi Nikon, cosa notata già a suo tempo quando provammo il Sigma 35/1.4 su corpo Nikon D800, ma riuscimmo a calibrarlo grazie al Dock USB che ci fu prontamente inviato da Mtrading. La messa a fuoco è del tutto interna per cui l’obiettivo non si allunga passando dall’infinito alla minima distanza di messa a fuoco (un ragguardevole 0.40 m) ed i filtri non ruotano durante la messa a fuoco.
Difficile mettere in crisi il trattamento antiriflessi del Sigma 50mm F/1.4 nella maggior parte delle situazioni di ripresa.
Ma le immagini?
Decisamente ottime. Il Sigma 50mm F/1.4 DG HSM Art è nitido e brillante anche a F/1.4 e, come il 35/1.4 Art, fa impallidire molte ottiche originali di corrispondente lunghezza focale. I bordi a tutta apertura sono un po’ morbidi, ma diventano molto buoni ad F/5.6 e, del resto, non si comprano gli obiettivi F/1.4 per farci le riproduzioni a tutta apertura. Ad F/4 si hanno le migliori prestazioni al centro mentre i bordi, comunque su ottimi livelli, arrivano al loro massimo ad F/5.6. Questi due valori di diaframma possono essere considerati i migliori, ma le cose cambiano di pochissimo (in peggio) chiudendo ad F/8, e non c’è mai un vero e proprio crollo di qualità, neanche ad F/16. Buono il bokeh e molto buone le transizioni da nitido a sfocato nei vari piani di messa a fuoco. Lo sfocato non è morbidissimo come ci si aspetterebbe, ma è comunque molto gradevole soprattutto quando il soggetto principale della foto è a distanze brevi come, per esempio, eseguendo dei ritratti a mezzo busto.
La sempre affascinante Miriam si è prestata con grande simpatia ad un ritratto in studio con il Sigma 50/1.4 Art ad F/8 su corpo Sigma sd Quattro. In basso un particolare degli occhi al 100% (cliccare sulla foto per vederla a dimensioni reali).
A tutta apertura la vignettatura è poca e la si può notare su soggetti di colore uniforme, perfettamente nella norma per un 50mm F/1.4; si riduce tantissimo ad F/2 (all’atto pratico, nelle foto nel mondo reale non si nota più) e diventa virtualmente assente a partire da F/2.8. La distorsione è pochissima, alle soglie dell’inesistente, e comunque facilmente eliminabile del tutto in fase di postproduzione insieme alle (poche) aberrazioni cromatiche da F/1.4 a F/2.8. Da segnalare che la nitidezza ai diaframmi più aperti è in ogni caso al di sopra della media sia al centro che ai bordi.
I riflessi sono molto contenuti per un’ottica così luminosa e devo dire di non avere mai avuto problemi sul campo se non andandoli a cercare.
La messa a fuoco, sulle fotocamere da me adoperate per il test, è stata sempre perfetta anche a tutta apertura. Ad F/1.4, ingrandendo la foto al 100%, si nota un minimo di purple fringing facilmente eliminabile in post produzione e che comunque scompare del tutto ad F/2.
La profondità di campo ad F/1.4 è sottilissima e difficile da gestire ma, come si può ben vedere dal crop al 100%, la messa a fuoco su corpo Sigma sd Quattro è stata ineccepibile e la nitidezza è notevole arrivando a mettere fin troppo in mostra la polvere sulla tastiera.
Conclusioni
Il Sigma 50mm F/1.4 DG HSM Art è un obiettivo dalla qualità impressionante che compete a testa alta con quella del corrispondente Zeiss per il corredo Sony FE che, non dimentichiamolo, costa più del doppio. E’ un’ottima scelta anche per chi possiede Canon e Nikon, ma in questi casi, pur offrendo tanta qualità in più, è anche più grande, pesante e costoso delle ottiche originali. Sul sensore Foveon la sua notevole nitidezza è ancora più appariscente e lo abbiamo messo duramente alla prova su corpi Sigma sd Quattro H e “base” durante lo scorso “2° Incontro Foveon” a Caramanico, con due affascinanti modelle a disposizione. E’ molto bello come obiettivo normale sulle fotocamere Full Frame, ma è molto gradevole come moderato tele da ritratto sui formati APS-C e APS-H. La nitidezza al centro è elevatissima e compete con quella degli obiettivi macro: una verifica l’ho avuta facendo il crop al 100% ad un vaso di salvia le cui foglie, a distanza ravvicinata, si sono rivelate “pelosissime”, cosa a cui non avevo mai fatto caso pur usandola tantissimo in cucina. In estrema sintesi, è un’ottica dal rapporto qualità/prezzo molto elevato e con una resa molto bella in tutte le situazioni fotografiche ed a tutti i diaframmi.
Rino Giardiello © 10/2017
Riproduzione Riservata
Nota
Il Sigma 50mm F/1.4 DG HSM Art fa parte di quegli obiettivi Sigma per cui è possibile far cambiare l’innesto dall’assistenza. La sostituzione è a pagamento, ma comporta l’indubbio vantaggio di poter continuare ad usare l’obiettivo (non dimentichiamo che si tratta di obiettivi costosi e di qualità) anche cambiando sistema fotografico, il che ne aumenta le possibilità di utilizzo e la longevità.