Se stessimo parlando di un film di Sergio Leone lo chiameremmo il "triello", ma si tratta in realtà di una serie di prove che, cominciata con due Nikon ed una Olympus, ha finito per chiamare in causa anche altri modelli. Vediamo cosa ne è venuto fuori.
La E-500 e la D40 (sotto) si impugnano bene e si adoperano con piacere nonostante le dimensioni molto compatte.
I comandi sul tettuccio e sul dorso sono quelli consueti alla maggior parte delle reflex digitali (in basso la D40).
Il monitor della Olympus è ricco di informazioni, anzi, sono così tante che nel menu è possibile scegliere se mostrarne di meno.
Un vero piacere (ed una comodissima funzione) la rimozione della polvere all'accensione della E-500!
La lampada "AF Assist" sul corpo della Nikon D40, sempre pronta in caso di necessità, preferibile alla soluzione della E-500 (si deve sollevare il flash).
Il bilanciamento del bianco in luce artificiale soffre per entrambe dei limiti consueti alla maggior parte delle reflex digitali anche se la E-500 non è certo la migliore (basta vedere la seconda foto scattata con la D40) ed effettuando più scatti di seguito si avranno bilanciamenti del bianco sempre diversi.
Le tre fotocamere che maggiormente hanno occupato una serie di prove effettuate negli ultimi mesi sono la Nikon D50, la Nikon D40 e la Olympus E-500: un confronto a tre che ci pare equilibrato visto che costano tutte più o meno la stessa cifra con lo zoom di serie (più o meno 700 Euro). Va detto che la D50 probabilmente uscirà di produzione a breve, e che la E-500 è stata appena rimpiazzata dalla E-510, il che potrebbe anche comportare una riduzione del prezzo per gli ultimi esemplari disponibili, rendendola più conveniente. Man mano che svolgevamo i test, comunque, non mancavamo di formulare alcune osservazioni relative ad altre reflex della stessa fascia, la Sony A100 e le Canon EOS 350D e 400D, che dunque qua e là verranno menzionate nell'articolo a seconda dei casi.
Della Nikon D50 trovate già un test completo su Nadir, quindi in questo articolo non sarà descritta compiutamente, bensì verrà considerata solo come un termine di confronto, specie nei confronti della sorellina minore D40, che abbiamo avuta a disposizione per un paio di settimane appena, ma abbastanza per farcene un'idea. Della Olympus E-500, infine, abbiamo già parlato in un test pubblicato tempo fa ma che poi abbiamo rimosso per approfondire alcuni punti, integrandolo in questo articolo e confrontando la E-500 con altre fotocamere della stessa fascia. Il testo che segue riprende e completa quanto scritto allora.
La Nikon D40 è la nuova reflex d'ingresso dell'offerta Nikon e la principale mancanza rispetto agli altri modelli è l'assenza di un motore autofocus interno alla fotocamera; questo vuol dire che per lavorare in AF bisogna utilizzare ottiche dotate di motore di messa a fuoco interno (ovvero le AF-S e le AF-I). Il sensore è in formato APS-C ed è di sei megapixel; rispetto alla D50 la macchina ha un AF più semplificato (su tre punti anziché cinque) e qualche funzione in meno qua e là (la più importante ci pare il bracketing, assente), ma si guadagna un mirino migliore (più ampio e più luminoso), un monitor LCD più grande (2,5 pollici anziché 2), ed un corpo macchina più leggero e compatto, ma non per questo meno comodo da impugnare e meno convincente quanto a impressione di solidità. Di serie viene venduta con uno zoom AF-S DX 18-55mm F3.5-F5.6 G II (evoluzione di quello della D50, come fa intuire il "II" finale), equivalente come angolo di campo ad un 27-83mm sul 35mm. Come supporto di memorizzazione usa schede SDHC.
La Olympus E-500 è arrivata sul mercato italiano verso la fine del 2005, quasi un anno dopo la E-300, rispetto alla quale adotta un pentaprisma tradizionale che la fa sembrare una "vera" reflex 35mm. Sempre rispetto alla E-300 troviamo un nuovo sistema esposimetrico, un monitor LCD di maggiori dimensioni (2,5" e 215'250 pixel), più controlli dell'immagine, vari filtri, il bracketing e numerose modifiche nel firmware. Può adoperare schede di memoria Compact Flash e xD-Picture Card, anziché solo le Compact Flash. Il tutto in 435 grammi anziché 580 e dimensioni appena più compatte. Di serie entrambe le fotocamere montano lo stesso economico zoom Zuiko 14-45 F/3.5-5.6, equivalente ad un 28-90 sul 35mm. Il cuore della E-500, come della E-300, è un sensore CCD Kodak 4/3 da 8Mpx effettivi.
In mano
Come detto, la Nikon D40 si impugna bene e con sicurezza, a dispetto delle sue ridotte dimensioni. Anche se è più piccola della Olympus E-500, pesa circa 50 grammi in più (530 contro 480). Il dorso è in gran parte occupato dal display, con intorno i soliti pulsanti che bene o male ritroviamo un po' in tutte le reflex digitali. La batteria si trova in un vano sul fondo della fotocamera, alla base dell'impugnatura, e ci ha consentito di lavorare con tranquillità per un'intera giornata senza problemi, durante un servizio matrimoniale: una durata nel complesso comparabile a quella che otteniamo con la D50. La D40 ci è parsa esaurirsi un po' prima, ma comunque ampiamente oltre il termine del servizio. Il monitor più grande consuma più energia rispetto alla D50, ed a seconda del tipo di uso l'autonomia può variare di molto, ma in generale i 500 scatti dichiarati da Nikon ci sono parsi un valore credibile; noi ne abbiamo realizzati senza problemi 400, giochicchiando abbastanza con la fotocamera. Un ciclo completo di ricarica ha richiesto un'ora e mezza.
La Olympus E-500 ha la forma e l'ergonomia di una normale reflex, quindi si impugna bene ed il suo uso risulta naturale. La grossa impugnatura rivestita in gomma permette una presa sicura. Il dorso è dominato dal monitor e dai consueti comandi, con in più due tastini a portata di pollice per il richiamo veloce di alcune funzioni. La sensazione che trasmette, al di là di una robustezza effettiva che non ci è possibile verificare, è quella di un oggetto solido e ben costruito: diremmo un po' meno della Nikon D50, che ha peso e dimensioni simili (appena un po' superiori), ma senz'altro più delle Canon EOS 350D/400D e della Sony A100.
Nella parte inferiore dell'impugnatura c'è il vano batteria, il cui sportellino ha l'aspetto un po' fragile e non ha il ritorno a molla (si ha sempre la sgradevole sensazione che possa restare aperto o si possa aprire). La batteria si carica in circa un'ora e mezza ed ha una durata leggermente ridotta rispetto agli standard attuali: non siamo riusciti ad ottenere più di 300 scatti in un uso normale (o comunque con un tipo di utilizzo che con la Nikon D50 - e con la Sony Alpha A100 - ci ha consentito di scattare più del doppio). Sempre nell'impugnatura trovano posto le due schede di memoria, mentre per quanto riguarda le connessioni la Nikon D40 ha la USB 2.0 High-Speed mentre la Olympus la più lenta USB 2.0 Full-Speed (cioè la USB 1.1 ribattezzata), abbastanza seccante in una fotocamera uscita a fine 2005 (la Nikon D50, uscita sei mesi prima della E-500, ha la USB 2.0 High-Speed, così come la più recente Sony A100).
All'accensione della Olympus non si manca di apprezzare il "Supersonic Wave Filter", soluzione che, in varie implementazioni, viene ormai adottata da quasi tutte le reflex digitali per il noto problema della polvere sul sensore e che Olympus è stata una delle prime ad introdurre. Il sistema Olympus si basa su una serie di vibrazioni ad alta frequenza, che rimuovono ogni particella di polvere o sporcizia dal sensore. L'accorgimento ruba un paio di secondi all'avvio, ma sono secondi ben spesi; semmai sarebbe stato preferibile poterlo disattivare per effettuare l'operazione solo quando desiderato, o magari allo spegnimento, fase in cui solitamente un piccolo ritardo non infastidisce - mentre può essere seccante all'accensione nei casi in cui si desidererebbe poter scattare al volo.
In generale, comunque, tutte e due le fotocamere risultano veloci nell'uso pratico, sia riguardo accensione e tempi di scatto, che in relazione alla scrittura dei dati sulle schede di memoria.
Il monitor
Il monitor della Nikon D40 è di buona qualità, come del resto quello della D50, rispetto alla quale però guadagna mezzo pollice ed un bel po' di risoluzione, visto che è di 230.000 pixel. Quello della Olympus E-500 è altrettanto grande, luminoso e ben visibile anche in piena luce (215.250 pixel), ma ha un grave difetto: è uno strumento molto approssimativo per la visione, la valutazione e la scelta delle immagini scattate. All'inizio avevamo l'impressione che tutte le foto fossero troppo chiare e slavate, e sottoesponevamo anche di 1,5 stop, ma una volta scaricate le foto sui computer abbiamo verificato che quelle giuste erano proprio le prime (ovviamente i riscontri sono stati fatti su monitor professionali opportunamente calibrati). Anche la verifica della messa a fuoco non porta quasi a niente: sfruttando l'eccezionale possibilità di ingrandire un dettaglio di 14x le foto sembrano tutte sfocate e prive di dettaglio, ed all'atto pratico è inutile andare oltre l'8x. Quindi si deve fare un atto di fede sia per l'esposizione che per la messa a fuoco.
La foto incriminata: come si può vedere è bene esposta e la E-500 ha riprodotto fedelmente i toni più chiari, ma sul monitor sembravano non esserci!
Interfaccia utente e funzioni
Quella della D40 ricalca l'aspetto già visto nella D80 e nella D200: gradevole ed intuitiva. La facilità d'uso ci pare sui livelli già buoni della D50, ma con un look più accattivante. E' comunque possibile impostare una visualizzazione più classica, così come si può scegliere di adottare come sfondo una propria immagine.
Come accennato poco sopra, rispetto alla D50 c'è qualche funzione in meno, ma ci sono anche delle novità, la più significativa delle quali è la presenza di alcune funzioni di fotoritocco, come già nella D80. Si va dalla correzione degli occhi rossi alla funzione D-Lighting, pensata per salvare foto sottoesposte; si possono ritagliare le immagini o virarle in BN, seppia, blu, o simulare gli effetti di un filtro Skylight o di bilanciamento colore. Simpatica la funzione Sovrapposizione, che unisce due foto (purché scattate in NEF, il RAW di Nikon) in modo da ottenere una nuova immagine. In pratica, una doppia esposizione.
La quasi totalità delle classiche operazioni di ripresa si svolge mediante i comandi posti nell'angolo superiore destro della fotocamera: troviamo il classico interruttore di accensione Nikon, coassiale al pulsante di scatto, una rotella dentata per far scorrere i valori ed una ghiera di controllo dell'esposizione. Altrettanto standard i comandi per la visione delle immagini scattate, disposti intorno al monitor LCD: quattro pulsanti sulla sinistra (Play, Menu, Miniature e Ingrandimento), ed il Cestino sulla destra, appena sotto il classico controller a quattro pulsanti. Da notare che la D40 non dispone di un piccolo pannello di controllo LCD, a differenza della D50. Pregio o difetto? Dipende dai punti di vista. Manca anche il pulsante di controllo della profondità di campo, presente invece sulla Olympus E-500 (così come sulle Canon e sulla Sony A100; assente invece sulla D50).
I comandi e le funzioni della E-500 sono all'apparenza i soliti, ma il loro uso non risulta molto istintivo, salvo quelli delle funzioni basilari. In particolare il menu è spesso contorto e le varie voci non sono raggruppate come ci si aspetterebbe e come fanno tutte le concorrenti. C'è tutto e c'è di più, ma l'impressione è che la distribuzione sia stata fatta talvolta a caso. Per carità, alla fine ci si abitua, ma anche dopo mesi di utilizzo a volte abbiamo dovuto ricorrere al libretto di istruzioni, e questo non è un buon segno.
La Olympus E-500 offre numerosi parametri relativi alla qualità ed alla compressione delle immagini, anche se non tutti sono di facile intuizione e ci si può confondere tra dimensioni, metodi di salvataggio dei file ed opzioni di compressione; oltretutto queste opzioni sono divise in due menu differenti. Interessante invece la sezione "Bianconero", con i vari filtri colorati per ottenere effetti diversi sulle immagini così come si faceva con la pellicola.
Il mirino
Davvero luminoso quello della D40, con una copertura del 95% ed un ingrandimento dell'80% (contro il 75% della D50). Stessa copertura ma un ingrandimento maggiore (90%) per quello della Olympus, che però è davvero buio. Entrambi sono forniti di correzione diottrica. La conchiglia oculare della Nikon è un po' piccola ed in alcuni casi, indossando gli occhiali, ci ha costretti a qualche acrobazia. Nessun problema con la Olympus.
Il flash
La Nikon D40 ha un piccolo flash con NG 17 (a ISO 200, la sensibilità minima) che si può sollevare elettronicamente o mediante un apposito pulsante, mentre quello della Olympus ha NG 13 (a ISO 100). Entrambi sincronizzano a 1/180 e svolgono abbastanza bene il loro compito nella maggior parte delle situazioni di uso comune. Sia la Nikon che la Olympus offrono poi una slitta a contatto caldo per flash esterni.
Quando la luce è poca e l'autofocus non ce la fa più, il flash della E-500 emette una serie di lampi velocissimi (strobo): una soluzione assai poco soddisfacente (adottata anche dalla Sony A100), a cui preferiamo di gran lunga la lampada "AF Assist" sul corpo della Nikon D40, sempre pronta in caso di necessità, per i motivi che illustreremo più avanti.
Qualità delle immagini e rumore
Troviamo intelligente la scelta di Nikon di non imbottire il sensore con milioni e milioni di minuscoli e rumorosi fotodiodi: la D40, come la D50, ha "solo" sei megapixel (il "solo" non è privo di ironia visto che fino a stampe 20x30cm non c'è nulla da eccepire rispetto a fotocamere più dotate), ma rispetto alla sorella maggiore vanta un nuovo sistema di elaborazione dell'immagine - che funziona, visto che le foto sono più nitide e brillanti di quelle, già molto buone, della D50. Per attenuare un po' la saturazione dei colori, che qualcuno potrebbe ritenere eccessiva, è possibile impostare uno spazio colore diverso. Non abbiamo riscontrato artefatti o problemi di sorta, salvo talvolta un accenno di Moiré nelle tipiche condizioni in cui questo effetto si manifesta.
Da ISO 200 (sensibilità di partenza) e fino ad ISO 800 la qualità della D40 è davvero buona. A ISO 1600 il rumore è abbastanza evidente ma le foto sono ampiamente utilizzabili - certo, partendo dal presupposto che una sensibilità del genere si usi solo quando strettamente necessaria. In generale diremmo che con la D40 Nikon ha scelto di non "aggredire" troppo il rumore, lasciandone magari un po' ma preservando i dettagli (rispetto al passato constatiamo un minor spappolamento multicolore dei pixel, ovvero meno rumore "chroma"). Rispetto alla D50, la D40 offre anche un modo ISO 3200, dalla resa ancora decente, ma di certo non ci si può aspettare miracoli.
Quello del rumore è il terreno dove la E-500 paga il dazio del sensore più piccolo. Del resto, onestamente la Olympus offre una sensibilità nominale che va da ISO 100 a ISO 400: per lavorare a sensibilità superiori - ISO 800 e 1600 - bisogna attivarle attraverso un apposito menu. Il tallone d'Achille della E-500 è, infatti, proprio la fotografia in condizioni di scarsa luminosità: la sua qualità e la velocità operativa sono molto valide quando c'è luce, ma le prestazioni decadono in fretta quando la luce è poca, sia per il rumore che per le difficoltà di messa a fuoco. E' vero che, per aiutare la messa a fuoco in condizioni di poca luce o basso contrasto, la E-500 sfrutta il piccolo flash incorporato per una serie di velocissimi lampi, ma è anche vero che, a parte il dover sollevare il flash, i lampi disturbano e fanno notare la presenza del fotografo, cosa che non va assolutamente bene per chi ama fotografare in luce ambiente, soprattutto se poca (per non parlare delle foto ai concerti, di moda, in teatro o nei servizi matrimoniali). Senza lampettini di supporto l'autofocus esita quando c'è poca luce, spesso si blocca e le foto si perdono, cosa che ci è successa durante diversi servizi matrimoniali, mentre le Nikon e la Sony usate durante il servizio hanno messo a fuoco e scattato senza problemi.
Il rumore della Olympus E-500 da ISO 400 in su è davvero eccessivo, ma anche a ISO 400 la qualità è più simile a quella delle reflex prosumer come la Sony 828 che a quella delle reflex APS-C. La Olympus fornisce nella confezione il software "Olympus Studio" che a volte fornisce risultati accettabili ed a volte no: dipende dai soggetti e dalle situazioni di ripresa. Con le immagini scattate a ISO 1600 non siamo riusciti ad ottenere risultati validi neanche con ottimi software a pagamento come Noise Ninja, per cui le alternative sono tenersi il rumore così com'è oppure non adoperare la massima sensibilità. La fotocamera incorpora anche un "Noise Filter", ma dopo qualche prova riteniamo sia meglio lasciarlo disattivato perché riduce sì i disturbi colorati (di nuovo, il chroma noise), ma l'immagine diventa troppo morbida e priva di dettagli. La conclusione è che la E-500 si comporta meglio della E-300, ma in termini di rumore non è paragonabile a qualsiasi reflex APS-C di pari generazione, rispetto alle quali c'è almeno uno stop di differenza (per intendersi, il rumore della E-500 a ISO 800 è simile a quello della Canon EOS 350D a ISO 1600). Da segnalare che le immagini scattate con la E-300, seppur più rumorose, sembrano più nitide e ricche di dettagli.
Conclusioni
La Nikon D40 è compatta, pratica ed ha un prezzo competitivo: al momento in cui scriviamo, il prezzo di listino è di 650 Euro con lo zoom di serie. I due megapixel in meno rispetto alla Olympus E-500 sono praticamente inavvertibili, laddove appare più evidente quella manciata di mm in più che ha il sensore. Fino a ISO 800 la D40 produce immagini di ottima qualità - migliori di quelle della D50 -, qualità che rimane piuttosto buona ancora a ISO 1600. A meno che non si abbia qualche ottica Nikon non AF-S o AF-I da riciclare, la D40 non ha alcuna specifica controindicazione, dato il mercato cui si rivolge. Il prezzo di listino è più basso di quello della D50, ma quest'ultima è sul mercato già da un po' e dunque in realtà i prezzi su strada sono molto simili; almeno finché di D50 se ne troveranno ancora, beninteso.
La Olympus E-500 è ben costruita e piacevole da adoperare nonostante i menu contorti ed il mirino poco luminoso. Del resto uno dei principali vantaggi del sistema Quattroterzi risiede nella possibilità di progettare fotocamere ed obiettivi piuttosto compatti. Nella maggior parte delle situazioni la E-500 offre una resa equilibrata ed immagini ben esposte (merito anche del nuovo sistema esposimetrico, del tutto diverso da quello della E-300). Ravvisiamo talvolta qualche problema nelle zone di stacco tra alte e basse luci: il software accentua il contrasto e l'aspetto è poco naturale (aggiunge una specie di "effetto bordo"). Lo zoom di serie è globalmente allineato alla concorrenza (un po' peggio come distorsione e trattamento antiriflessi, nella media come risoluzione: si veda comunque il test a parte per maggiori dettagli sia sullo zoom Olympus che sugli altri), ma il sistema è ricco di obiettivi, Olympus e non solo, di elevata qualità e luminosità. Se non fosse per l'eccessivo rumore alle alte sensibilità, e per la messa a fuoco incerta in condizioni difficili senza l'ausilio del flash, la E-500 sarebbe una reflex oltremodo interessante inserita in un sistema che a nostro avviso risulta un po' castrato proprio da ciò che ne costituisce la peculiarità: le dimensioni del sensore.
Qualche nota, infine, sul bilanciamento del bianco: quello della E-500 in automatico soffre dei consueti limiti di tutte le digitali da noi provate, vale a dire che in luce artificiale proprio non ce la fa (però se scattate tre foto di seguito avrete tre bilanciamenti diversi: un comportamento strano, non riscontrato in altre fotocamere, neanche nella Olympus E-330). In compenso è molto preciso in manuale e ricco di regolazioni "di fino" (ed anche più semplice da impostare rispetto a quello della Nikon D50). Buono e costante quello della Nikon D40, che comunque ha meno regolazioni avanzate e la medesima difficoltà a compensare la luce delle lampadine domestiche.
R. Giardiello e A. Maiello © 03/2007
Riproduzione Riservata
Alcuni scatti effettuati con la E-500 e lo zoom Zuiko 14-45 F/3.5-5.6 in dotazione
SCHEDA TECNICA OLYMPUS E-500
Prezzo: circa 700 euro compreso lo zoom 14-45mm F/3.5-5.6
Materiale del corpo: plastica
Sensore: 4/3 CCD 17.3x13.0mm 8.0 Mpx effettivi
Supersonic Wave Filter contro la polvere
Dimensioni immagini: 3264x2448, 3200x2400, 2560x1920, 1600x1200, 1280x960, 1024x768, 640x480
Formati file: RAW, RAW + JPEG, TIFF, JPEG
Compressione JPEG: SHQ (1/2.7), HQ (1/4), SQ (1/8 o 1/12)
Autofocus: 3-point TTL Phase Difference Detection
Modalità esposizione: Programma AE, Priorità dei diaframmi, Priorità dei tempi, Manuale e diversi programmi predefiniti
Sensibilità: Auto (ISO 100-400*). Manuale da ISO 100 a 400 (sino a 1600 in "Boost")
Misurazione esposizione: Digital ESP, Media a preval. centrale, Spot (2%), Highlight, Shadow
Bracketing: Sì
Otturatore: da 60 sec. a 1/4000 a seconda dei programmi
Sincroflash: 1/180 sec.
Bilanciamento del bianco: Auto, in Kelvin e Personalizzata
Modalità di scatto: Singolo e Continuo 2.5 fps
Flash: Auto electronic pop-up N.G. 13 e slitta per flash esterni
Mirino: pentaprisma con correzione diottrica, copertura 95%
LCD monitor: 2.5" TFT LCD 215,250 pixel mostra il 100%
Memorie: Compact Flash (Type I and II) / Microdrive / xD- Picture card
Porte: USB 1.1, Video Out (NTSC / PAL), IR Remote control (optional)
Batteria ricaricabile 1500 mAh Lithium-Ion
Dimensioni: 130x95x66mm
Peso inclusa batteria: 479 g
* ATTENZIONE!
Come è possibile leggere nei vari depliant, siti, riviste e nello stesso display, la Olympus E-500 offre la funzione "Sensibilità AUTO" da 100 a 400 ISO, ma questa funzione è ingannevole. Com'è facilmente rilevabile facendo qualche prova, l'esposizione resta sempre quella relativa alla sensibilità di 100 ISO, ma non si tratta di un errore: la fotocamera aumenta la sensibilità solo se necessaria per il flash (e questo si trova ben spiegato a pag. 44 del libretto). In parole povere, la E-500 non è dotata di sensibilità ISO automatica se non per il flash.