Nata come "sorellina povera" della D70 e come reflex entry level del marchio, in realtà offre più di quello che può sembrare.
La D50 è piccola, leggera e si tiene bene in mano.
L'illuminatore AF è in grado di risolvere qualsiasi problema di messa a fuoco in condizioni di scarsa luminosità. Tutte le reflex dovrebbero averlo.
Un pulsantino laterale apre il flash incorporato che ora è in grado di coprire l'angolo di campo di un grandangolare equivalente a 27mm.
La maggior parte dei comandi è ben distribuita sul dorso ed è a portata di mano anche se non tutte le funzioni sono facilmente intuibili.
Le varie modalità di esposizione ed i programmi predefiniti sono facilmente accessibili, come di consueto, attraverso la rotella zigrinata sul tettuccio della fotocamera. Notare il nuovo programma "Bambino".
Il comodo e completo display sul tettuccio della fotocamera. Peccato che non sia retroilluminato come quello della D70.
Una situazione in cui la D70 avrebbe fatto perdere irrimediabilmente le alte luci o chiuso le ombre: il software della D50 ha fatto un piccolo miracolo mantenendo leggibili entrambi (foto Serena Effe).
La D50 può far storcere il naso a chi cerca una reflex digitale entry level e qualsiasi amico o negoziante potrebbe consigliarvi di comprare una D70 o una D100 d'occasione al suo posto, ma le cose non stanno così e preferisco dirlo subito: la D50 manca di diverse funzioni della D70 (nessuna indispensabile), ma offre una qualità d'immagine migliore e non sono neanche da fare i confronti con la D100 che, pertanto, non verrà più nominata nel corso dell'articolo.
Se il vostro scopo è quello di avere una reflex digitale in grado di fornirvi immagini di qualità senza troppi grilli per la testa sulle mille funzioni personalizzate che si possono ottenere con altri corpi, la D50 è l'ideale. Il sensore della D50, unito ad un software diverso, fornisce immagini più pulite della D70, meno rumorose alle alte sensibilità e più equilibrate. Persino il bilanciamento del bianco in automatico è migliore, l'esposizione automatica è più corretta (la D70 tende a sottoesporre per non bruciare le alte luci mentre la D50 riesce a compensarle) e le foto col flash sono più gradevoli. Se aggiungiamo che questa qualità è racchiusa in un corpo più leggero e compatto di quello della D70, ma di simile qualità costruttiva (è una reflex che si "sente in mano" e dà una piacevole sensazione di robustezza al contrario, per esempio, della Canon 350D), è facile capire come la D50 possa essere una valida scelta se gli 8-900 euro del suo prezzo con lo zoom di serie non sono troppi per le vostre finanze.
Fatta questa introduzione, veniamo ad un'analisi più dettagliata di pregi e difetti.
DIFFERENZE PRINCIPALI TRA D50 e D70
Ovviamente le differenze non sono tutte qui, ma credo che le altre siano marginali e basta confrontare le relative schede tecniche per scoprirle.
L'OBIETTIVO
La D50 viene venduta con uno zoom progettato appositamente per lei, un 18-55 F/3.5-5.6 (equiv. a 27-82,5mm) al posto del 18-70 F/3.5-4.5 della D70 (equivalente a 27-105 sul 24x36).
Si tratta di un obiettivo piccolo, leggero ed economico dalla ridotta escursione focale e, purtroppo, anche dalla ridotta luminosità: un 82,5mm di soli F/5.6 è sufficiente a mettere in crisi non appena cala la sera o in qualsiasi interno anche potendo fare conto sulla resa ancora buona e senza troppo rumore del sensore a 1600 ISO.
Per i nostalgici ed i possessori di altre ottiche Nikon, può far piacere sapere che il diametro dei filtri è quello "storico", vale a dire 52mm.
La qualità di questo zoommettino venduto separatamente a soli 100 euro è quella che è: niente male, anzi quasi un miracolo tenendo presente il prezzo, ma in ogni caso è abbastanza modesta e sarebbe consigliabile fare il salto al 18-70 della D70 (molto più caro). Alla focale più corta (equiv. a 27mm sul 24x36) la distorsione è evidente, però la resa cromatica è molto vivace e brillante e le immagini hanno un buon impatto. Alla focale più lunga la distorsione diventa inavvertibile, ma si abbassa il contrasto.
Da segnalare che a tutta apertura le immagini sono sempre morbide ed i bordi sono meno definiti del centro. Si nota anche una notevole aberrazione cromatica nelle zone di stacco tra alte e basse luci. L'obiettivo diventa globalmente buono ad F/8, ma considerare questo come normale diaframma di lavoro è un po' troppo ottimistico, quindi se fotografate spesso in condizioni di scarsa luminosità investite pure in ottiche più luminose e di maggiore qualità: già il semplice ed economico 50/1.8 può risolvervi molte situazioni. L'obiettivo in posizione tele è più corretto e nitido, ha solo un visibile calo di contrasto facilmente recuperabile in post produzione.
Con la D50 è stato commercializzato anche un telezoom economico 55-200 F/4-5.6, molto compatto e leggero. Accoppiato allo zoom di serie permette di coprire le focali da 27 a 300mm (equiv. sul 24x36).
COME VA?
Va bene, c'è poco da dire, meglio della D70 soprattutto per il rumore a tutte le sensibilità, e si spera che non dia gli stessi suoi problemi che tanto hanno afflitto gli utilizzatori delle prime serie. Per ora non ci arrivano segnalazioni negative da parte dei lettori e c'è di che ben sperare. L'autofocus riesce a mettere bene a fuoco nella maggior parte delle situazioni e, quando la luce è poca, parte la lampada sul frontale. Una buona soluzione rispetto alle reflex che hanno la lampada "AF assist" solo su un eventuale flash supplementare (il che significa doverne acquistare uno e doverlo montare anche se non si ha nessuna voglia di fotografare col flash). Ha anche una nuova modalità che lo fa passare automaticamente da "singolo" a "continuo" nel caso in cui il soggetto passi da statico in movimento.
Le foto col flash integrato sono molto bilanciate e gradevoli rispetto a quelle della D70, sempre scure e cupe con le alte luci e le zone bianche sparate.
Le foto scattate con la D50, pur essendo più pulite, luminose e brillanti come colori di quelle scattate con la D70 grazie al nuovo Color Matrix 3D che valuta 420 zone dell'immagine, risultano appena un po' più "plasticose", probabilmente a causa del software e del filtro anti-alias, ma questo non è da prendersi come valore assoluto visto che varia molto a seconda delle sensibilità, dei soggetti e di quanto intervenga il software antirumore.
La batteria è la stessa della Nikon D70: ore ed ore di uso ininterrotto e oltre 1000 scatti, quasi 2000, assicurati. Non ho potuto fare confronti, ma il consumo della D50 è in ogni caso molto ridotto. Un uso intenso della fotocamera e del monitor per rivedere le fotografie non fa scendere in ogni caso al di sotto di 4-500 scatti.
La fotocamera è veloce nell'accensione e nell'essere pronta all'uso, ed il ritardo allo scatto è inavvertibile.
Il monitor, come quello della D70, non è molto fedele all'immagine che poi si vedrà a casa sul monitor del computer: oltre alla resa cromatica non fedele, quello della D50 è leggermente più chiaro del dovuto.
Le modalità d'uso sono più o meno le solite e più che sufficienti per la maggior parte delle esigenze, facilmente configurabili attraverso il menu. Particolare il programma "Bambini" che promette di ottimizzare la resa dell'incarnato appunto per quella dei bambini, con toni più delicati del consueto.
Rino Giardiello © 01/2006
Riproduzione Riservata
Alcuni scatti effettuati con la D50 ed il suo zoom 18-55 a corredo
Ravenna di notte, a mano libera a 1600 ISO, 1/15 di secondo
Le due foto che seguono sono state scattate dentro San Vitale a Ravenna a mano libera a 1600 ISO. La resa in automatico è notevole, come è notevole il poco rumore a questa sensibilità soprattutto rispetto alla D70. Il bilanciamento del bianco poteva anche essere più neutro, ne convengo (e si poteva andare in manuale), ma secondo me rispecchia bene - meglio - l'atmosfera calda del luogo.
1600 ISO, zoom a 18mm F/3.5 1/4 di secondo (foto Rino Giardiello)
Una suggestiva immagine scattata da Serena proprio nei giorni scorsi.
Nessuna correzione dell'esposizione, un ottimo bilanciamento dei colori,
l'unica aggiunta d'atmosfera è stata un'alitata sulla lente frontale dell'obiettivo
per ottenere l'effetto flou in fase di ripresa. (foto Serena Effe)