STORIA DELLE FOTOCAMERE NIKON
5a PARTE
LE NIKON APS E DIGITALI
|
|
Nel 1996 un gruppo di industrie fotografiche, con alla testa l'americana Kodak e la giapponese Fuji, decide di approntare un nuovo sistema fotografico in grado di succedere in qualche modo al sistema 35mm. Il nuovo sistema viene denominato APS dalle iniziali delle parole Advanced Photo System e si basa su caricatori speciali interfacciati magneticamente con la fotocamera da un lato e con il laboratorio dall'altro. I caricatori APS sono in grado di registrare su una banda magnetica e per ogni singola immagine scattata i dati relativi al formato scelto, al numero delle copie richieste e ad altre informazioni particolari. Il formato di base dei film APS è di 16.7x30.2mm, più piccolo e più allungato rispetto al formato 24x36mm; i caricatori APS sono ovviamente incompatibili con le fotocamere 35mm e viceversa. Il formato standard H può essere ridotto mediante tagli in fase di stampa al formato classico C o al formato panoramico P. All'accordo per la realizzazione del sistema APS partecipano anche le industrie fotografiche giapponesi Canon, Minolta e Nikon. Per i caricatori APS la Kodak presenta una linea di fotocamere compatte battezzate Advantix, la Fuji presenta le compatte Fotonex, la Canon presenta le compatte Ixus e le reflex Eos IX, e la Minolta presenta le compatte e le reflex Vectis. Mentre altre industrie, da Agfa a Polaroid, da Olympus a Yashica, si aggiungono all'avventura dell'APS, da parte sua la Nikon presenta le compatte Nuvis e le reflex Pronea.
|
Le Nikon Pronea
La reflex APS di Nikon viene presentata nel corso del 1996 con il nome Nikon Pronea 600i e ripete sia nella sagoma della carrozzeria che nelle prestazioni molte delle caratteristiche già sperimentate sulle fotocamere reflex autofocus 35mm Nikon. L'otturatore offre una gamma di velocità controllate elettronicamente da trenta secondi a 1/4000 di secondo, l'esposimetro utilizza un sensore tipo Matrix 3D a otto settori e può essere commutato nel sistema semispot o nel sistema spot selettivo, il motore incorporato permette scatti singoli o sequenze fino a più di tre fotogrammi al secondo ed il sensore autofocus Nikon CAM274 permette la messa a fuoco statica o ad inseguimento del soggetto, su area ampia o su area ristretta centrale. Il cappuccio del pentaprisma incorpora un piccolo flash elettronico con numero guida 20 sincronizzato con la velocità di otturazione di 1/180 di secondo e completamente integrato con le rilevazioni esposimetriche. L'esposizione può essere regolata manualmente sulle velocità e sui diaframmi, oppure automaticamente con prevalenza delle velocità o dei diaframmi, o in automatismo completamente programmato. Accanto al programma flessibile preimpostato e regolabile a piacere anche per esposizioni multiple o differenziate a forchetta, la Nikon Pronea 600i offre la modalità Vari Program con la selezione di sei programmi diversi, per ritratti, paesaggi, riprese ravvicinate, iperfocale, azione e silhouette. Un ampio display situato sul dorso della fotocamera permette di verificare i programmi e le funzioni impostate. Poiché con il sistema APS il caricamento del film avviene attraverso una apertura di dimensioni limitate il dorso della fotocamera non è incernierato ma fisso. Pesante 560 grammi senza le due batterie al litio CR123A necessarie per il funzionamento, la Nikon Pronea 600i usa caricatori APS tipo IX240 da 40 o da 25 pose con regolazione automatica della sensibilità ed accetta virtualmente tutti gli obiettivi Nikkor con baionetta F e AF. A causa della differenza di formato fra il 35mm standard ed il sistema APS il campo inquadrato dagli obiettivi è più ristretto rispetto a quello delle fotocamere tradizionali di circa un quarto. Un obiettivo standard con focale di 50mm montato sulla Pronea si comporta come un piccolo tele da 62.5mm di focale. Per la Pronea 600i la Nikon mette in produzione tre obiettivi zoom IX Nikkor 20-60mm e 24-70mm con luminosità f/3.5-5.6, e 60-180mm con luminosità f/4-5.6.
Nikon Pronea S
Nel settembre del 1998 la Nikon Pronea 600i viene affiancata da un nuovo modello più compatto, battezzato Nikon Pronea S e caratterizzato dalle finiture di colore argenteo, dalla sagoma curvilinea compatta e dal piccolo flash incorporato a scomparsa incernierato di lato. La Pronea S pesa la metà della Pronea 600i, si alimenta con due batterie al litio CR2 o grazie ad un alimentatore accessorio con quattro batterie tipo AA alcaline o al litio, ed offre prestazioni più limitate rispetto a quelle della sorella maggiore. La massima velocità di otturazione è 1/2000 di secondo, l'avanzamento del film è del tipo singolo, il numero guida del flash è 16, il sensore autofocus è un modulo AM280, la rilevazione esposimetrica è del tipo Matrix 3D con gli obiettivi predisposti o del tipo Matrix a sei settori con gli obiettivi tradizionali AF mentre non sono possibili misurazioni spot o semispot. L'esposizione può essere completamente automatica, automatica a prevalenza della velocità o del diaframma, e sono presenti i programmi specifici per il ritratto, il paesaggio, le riprese ravvicinate e le scene notturne. Le funzioni autofocus si attivano automaticamente in presenza di soggetti statici o in movimento ed il flash permette il bilanciamento con i dati esposimetrici e la sincronizzazione sulla seconda tendina. Il display posto sul dorso è di dimensioni più piccole rispetto a quello della Pronea 600i mentre il mirino non è del tipo a pentaprisma ma del tipo a specchi penta mirror, ma mantiene la distanza di accomodamento dell'occhio arretrata di circa due centimetri. Per la Pronea S vengono resi disponibili tre nuovi obiettivi zoom IX Nikkor con finiture argentate: un 20-60mm con luminosità f/3.5-5.6, un 30-60mm con luminosità f/4-5.6 ed un tele 60-180mm f/4.5-5.6.
Se la Nikon Pronea 600i rappresenta la conversione al formato APS di una reflex autofocus Nikon di classe economica, ed è paragonabile anche come sagoma ed ingombro ad una Nikon F50 o F70, la Nikon Pronea S rappresenta invece l'incarnazione della filosofia stessa dell'APS. Leggera, compatta, elegante e capace di prestazioni interessanti anche se non eccezionali la Pronea S si adatta perfettamente ad un impiego non professionale, non impegnativo e dai risultati sicuri e garantiti da una elettronica sofisticata.
|
Le Nikon digitali
La sostituzione della pellicola sensibile con dischetti magnetici da utilizzare quale supporto per la registrazione delle immagini ottiche muove i primi passi con la presentazione delle fotocamere Sony Mavica che in un primo momento vengono viste come delle curiosità. La registrazione magnetica delle immagini vuole invece rispondere a due esigenze ben precise, da un lato vuole sopperire in qualche modo al paventato esaurimento delle scorte di argento e dall'altro vuole offrire una immagine di cui diventa possibile la gestione ed il trattamento per mezzo dei computer. Il trattamento delle immagini magnetiche richiede l'impiego di grandi quantità di memoria ed è solo con l'evoluzione in questo senso dei personal computer che l'opzione dell'immagine magnetica diventa praticabile. Parallelamente alla evoluzione dei personal computer le industrie elettroniche e fotografiche si impegnano sul settore dell'immagine magnetica o digitale. Canon presenta le fotocamere ION mentre le stesse Kodak e Fuji accanto alla produzione di materiale sensibile cominciano a proporre soluzioni digitali. Le prime fotocamere digitali sono delle compatte con bassa risolvenza dell'immagine e costi elevati, ma ad ogni passaggio la risolvenza aumenta mentre i prezzi si riducono progressivamente. I dorsi digitali per le fotocamere di grande e medio formato cominciano a fare la loro comparsa negli studi professionali e la gestione delle immagini digitali comincia a diventare la pratica comune nelle redazioni e nelle tipografie. Le industrie fotografiche che non si adeguano a questa nuova tendenza rischiano di rimanere tagliate fuori dal settore professionale. La stessa Nikon offre la propria esperienza ed il proprio supporto nella elaborazione di fotocamere digitali lavorando in collaborazione con i giganti del settore Kodak e Fuji. In collaborazione con Kodak, e basandosi sul corpo Nikon F5, vengono realizzate le fotocamere digitali professionali ad obiettivi intercambiabili Kodak DSC 620 e Kodak DSC 660, poi sostituite dal modello Kodak DSC 760. In collaborazione con la Fuji viene presentata nel 1994 la reflex ad obiettivi intercambiabili Nikon E2, insieme alla variante per riprese in sequenza rapida Nikon E2S con velocità di ripresa fino a sette scatti al secondo. Le fotocamere digitali Nikon/Fuji vengono poi sostituite dal modello con obiettivi intercambiabili ma con mirino pentaprismatico fisso Fine Pix S1 Pro. In proprio la Nikon presenta inoltre le sue fotocamere digitali compatte della serie Coolpix, equipaggiandole con degli obiettivi zoom non intercambiabili.
Nikon D1
Nel settembre del 1999 viene finalmente presentata la reflex digitale professionale Nikon D1. La Nikon D1 viene equipaggiata con obiettivi intercambiabili con innesto a baionetta Nikon AF ed è quindi potenzialmente in grado di montare tutti gli obiettivi Nikon con innesto a baionetta, da quelli del 1959 fino a quelli più moderni. Derivata come struttura dalle Nikon autofocus di classe più alta come le Nikon F100 e le Nikon F5, la Nikon D1 è una reflex autofocus automatica motorizzata con mirino non intercambiabile, nera e massiccia, pesante oltre un chilogrammo e realizzata per un impiego professionale. Commercializzata ad un prezzo superiore ai dieci milioni di lire utilizza un sensore CCD da 15.6x23.7mm e con risolvenza di oltre due milioni e mezzo di pixel. Le dimensioni dell'immagine sono di 1312 x 2000 pixel e con una scheda da 96MB la Nikon D1 permette la registrazione, a seconda del modo, da 12 a 23 immagini non compresse oppure da 66 fino a 265 immagini compresse con compressione da 1/4 1/8 o 1/16. Il motore della Nikon D1 offre la ripresa singola o in sequenze rapide fino ad oltre quattro scatti al secondo. La messa a fuoco automatica può essere disattivata o regolata per i soggetti statici o dinamici, con commutazione automatica, e la rilevazione attraverso un modulo Multi CAM 1300 avviene su cinque zone allargate. La rilevazione esposimetrica può avvenire a scelta con il sistema Color Matrix 3D, con il sistema semi spot o spot. L'esposizione può essere regolata manualmente, a priorità del diaframma o della velocità di otturazione, oppure in maniera completamente automatica con correzione volontaria dell'esposizione e con la possibilità di esposizioni differenziate a forcella. Le velocità di otturazione della Nikon D1 vanno da trenta secondi a 1/16000 di secondo con sincro flash a 1/500 di secondo. Sprovvista come tutte le Nikon professionali del piccolo flash incorporato, la Nikon D1 utilizza il flash dedicato Nikon SB 28DX con controllo flash TTL, funzione fill-flash con bilanciamento a sensore multiplo 3D e funzionamento Auto Aperture. Il mirino pentaprismatico fisso utilizza uno schermo intercambiabile e le immagini registrate o inquadrate possono essere visionate attraverso un ampio display da due pollici posto sul retro della fotocamera stessa. La Nikon D1 può essere interfacciata con i personal computer e può essere controllata tramite il computer stesso. Grazie ad un software dedicato sviluppato dalla stessa Nikon ed all'accessorio Browser Software Nikon View DX è possibile salvare le immagini su hard disk o su altri supporti di memoria. Con il software Nikon Capture è possibile l'attivazione di quasi tutte le funzioni della Nikon D1 tramite computer ed il trattamento diretto delle immagini in modalità Raw a 12 bit con risoluzione da 2.7 megapixel. Indipendentemente dalle opzioni informatiche di cui dispone la Nikon D1 può utilizzare l'intera gamma degli obiettivi Nikkor AF, AFS ed AF tipo D, oltre agli obiettivi AI e modificati AI, con le ovvie limitazioni per la messa a fuoco automatica. Solo gli obiettivi IX Nikkor della Pronea non sono utilizzabili. Rispetto all'impiego sulle fotocamere Nikon reflex 35mm la Nikon D1 utilizza solo la parte centrale dell'area inquadrata dall'obiettivo, ed in pratica la lunghezza focale viene aumentata di circa la metà. Un obiettivo da 50mm montato sulla Nikon D1 offre la stessa inquadratura di un obiettivo da 75mm ed un obiettivo da 100mm si comporta come un tele da 150mm. Il massiccio impiego delle immagini digitali nell'editoria favorisce la diffusione della Nikon professionale D1 in molti settori, dal fotogiornalismo fino alla moda ed alla pubblicità.
Nel 2001 le prestazioni della fotocamera digitale Nikon D1 vengono ulteriormente migliorate e vengono presentate due interessanti varianti battezzate con la stesso nome Nikon D1, praticamente identiche nella carrozzeria e nelle prestazioni generali, ma diversificate in alcune funzioni e nella sigla: Nikon D1H e Nikon D1X. La Nikon D1H permette riprese in sequenza veloce fino a cinque scatti al secondo e rispetto alla Nikon D1 offre una maggiore velocità di trasferimento dei dati verso la card di memoria e verso il computer. La Nikon D1X invece offre una possibilità di risolvenza maggiore, fino a 5.47 megapixel con uscita a 3008x1960 pixel, e con l'impiego di una versione perfezionata del software Nikon Capture permette il trattamento dell'immagine a 16 bit in ripresa o in elaborazione in modalità Raw. Con una card da 96MB la Nikon D1X permette la ripresa da cinque a undici immagini senza compressione, da 29 a 114 immagini con compressione 1/4, 1/8 e 1/16, mentre la Nikon D1H con dimensione di immagine minore continua ad offrire la possibilità di registrazione di un numero più che doppio di immagini. Con le Nikon D1H e D1X si diversifica in qualche modo anche l'impiego di queste fotocamere. Una fotocamera d'azione la prima, con una elevata velocità di ripresa ed una grande capacità di immagazzinamento, una fotocamera prevalentemente da studio la seconda, con una qualità di immagine decisamente più elevata.
Danilo Cecchi © 03/2002
1a parte | 2a parte | 3a parte | 4a parte | 5a parte
|
|