Il 135mm è stato per molti anni il teleobiettivo standard per la maggior parte dei fotografi che non necessitavano di un tele più spinto e faceva parte della classica terna di obiettivi 28, 50 e 135 che io preferivo “allargare” a 24, 35 e 135. A mio avviso il 135mm era il miglior compromesso per dimensioni, prestazioni e prezzo specialmente se di apertura F/2.8.
Il Sigma 135mm F/1.8 DG HSM Art si presenta con oltre uno stop in più rispetto ai piccoli ed economici 135 F/2.8 e questo ne aumenta considerevolmente le possibilità di utilizzo non solo per fotografare in poca luce, ma anche per sfruttarne la ridottissima profondità di campo a tutta apertura. Quant’è la profondità di campo effettuando dei ritratti ad F/1.8? Poca, pochissima, circa un centimetro, per cui è fondamentale che la messa a fuoco sia perfetta sugli occhi perché sarà impossibile averli a fuoco insieme alla punta del naso.
In mano
Il Sigma 135mm F/1.8 DG HSM Art è solido e bello come tutti i Sigma della serie Art, pesante ed ingombrante come qualsiasi altro 135mm luminoso che si rispetti (un po’ più corto ed un po’ più largo degli altri) e si mette in diretta concorrenza con i corrispondenti Canon, Nikon e Sony/Zeiss. Nonostante la maggiore lunghezza focale, è un po' più piccolo del fratello Sigma 85/1.4 Art. Il livello di finitura è impeccabile, la ghiera è morbida e comoda da usare nel caso si voglia focheggiare in manuale ed il paraluce è fornito di serie anche se ho scoperto che l’obiettivo è meno sensibile alla luce laterale di quanto pensassi viste le dimensioni della lente frontale da 82mm di diametro.
I due Sigma 135/1.8 Art con attacco Canon e Sigma pronti per il test!
L’ho provato contemporaneamente con due attacchi diversi - baionetta Canon e Sigma - il che mi ha permesso di provarlo anche su corpo Sony A7 II grazie all’adattatore Sigma MC-11. Il Sigma 135mm F/1.8 DG HSM Art non è stabilizzato ed è un vero peccato perché con la stabilizzazione e l’elevata luminosità permetterebbe di fotografare in qualsiasi situazione senza dover salire di sensibilità, cosa che è avvenuta sulla Sony A7 II grazie alla stabilizzazione sul sensore. L’obiettivo viene fornito nella solita custodia tipica degli obiettivi Art, bella e ben realizzata, perfetta per ben proteggere il prezioso contenuto.
Messa a fuoco selettiva sulle luci in primissimo piano per ottenere tutto il resto fuori fuoco.
Sul campo
Se non avessi fatto delle verifiche in studio della nitidezza ai vari diaframmi, nel mondo reale avrei detto che la resa del Sigma 135mm F/1.8 DG HSM Art sia sempre identica (ottima) a tutti i diaframmi, anche a tutta apertura. Le cose non sono esattamente così, com’è giusto che siano, ma la resa sul campo senza andare a contare le linee per millimetro è di una costanza incredibile anche perché, vista la ridottissima profondità di campo ad F/1.8, come notare la minore risolvenza ai bordi se non fotografando mire ottiche o soggetti perfettamente in piano?
Eccezionale nei ritratti in studio con luce flash, nitido e plastico nello stesso tempo. La foto grande è stata scattata con la Sigma sd Quattro H quindi, di fatto, l'obiettivo era equivalente ad un 175,5mm. I crop al 100% delle foto scattate con la Sigma e con la Sony mostrano la grande nitidezza di questo obiettivo (cliccare sulla foto per vederla in dimensioni reali). La diversa resa dell'incarnato, non corretta in postproduzione, è dovuta ai diversi sensori. Grazie alla modella Lisa ed all'amico Paolo Iammarrone per la collaborazione.
Anche nelle riprese in studio, comunque, i risultati sono eccellenti: la risolvenza al centro a F/1.8 è elevatissima e di poco inferiore a quella ad F/5.6 che è il miglior diaframma in assoluto, ma il calo di definizione ad F/8 ed F/11 è trascurabile. I bordi estremi sono molto buoni ad F/1.8 e migliorano gradatamente sino ad F/8. Da F/16 in poi, come sempre, la diffrazione inizia a peggiorare la resa. Comprando un obiettivo così luminoso, quello che ci si aspetta è di poterlo adoperare con soddisfazione ai diaframmi più aperti ed il Sigma 135mm F/1.8 DG HSM Art non delude: la resa ad F/1.8 è ottima, nitida e brillante, con uno sfocato deciso e gradevole. A voler essere pignoli, le immagini ad F/1.8 sono un filo morbide, ma basta diaframmare di uno stop per arrivare ad una resa ottimale. Ho avuto modo di confrontare il Sigma 135mm F/1.8 DG HSM Art con altri 135mm di fascia alta e l’unico vero rivale è lo Zeiss che - con un prezzo quasi doppio, non dimentichiamolo - riesce ad offrire un contrasto migliore anche a tutta apertura.
Nelle due foto che seguono, scattate con Sigma sd Quattro H, si possono vedere le notevoli possibilità creative dovute alla messa a fuoco selettiva ed alla scarsissima profondità di campo.
La distorsione è praticamente inesistente e la vignettatura, modesta a tutta apertura, scompare del tutto ad F/2.8. Molto contenute tutte le aberrazioni cromatiche anche a tutta apertura, oggi facilmente eliminabili in post produzione, e scompaiono ad F/2.8.
Il bokeh è ottimo, morbido e pastoso, assicura un gradevolissimo distacco dei piani. La differenza tra F/1.8 ed F/2, in apparenza trascurabile (solo 1/3 di diaframma), è invece più che visibile e, in talune situazioni e distanze di messa a fuoco, comporta uno sfondo del tutto sfocato o uno sfondo nel quale si inizia ad intravedere qualcosa. A seconda dei desideri del fotografo, può fare la differenza.
Paolo Iammarrone ha scattato questa bella foto con il Sigma 135/1.8 Art su corpo Sony A7 II grazie all'adattatore Sigma MC-11. Messa a fuoco perfetta e molto bello lo sfocato delle luci natalizie nella splendida Piazza del Popolo a Ascoli Piceno. La Sony A7 II, avendo la stabilizzazione sul sensore, ha permesso a Paolo di usare tempi a mano libera al di sotto della soglia di sicurezza per la focale: ISO 3200 F/1.8 1/60 di secondo. Sotto, per far rendere conto della situazione di scarsa luce, una veduta generale di Piazza del Popolo il giorno delle foto, il 1° gennaio 2018 dopo un violento acquazzone (Sigma sd Quattro H con 17-70 Contemporary a 17mm su treppiedi Bilora ColorPod).
Il Sigma 135mm F/1.8 DG HSM Art non viene proposto come obiettivo macro, ma la distanza minima di messa a fuoco è di soli 88cm rispetto al consueto 1m, il che permette di riprodurre soggetti con un rapporto di riproduzione di 1:4.3 aumentandone la versatilità. Volendo lavorare alle distanze minime, è possibile limitare l’escursione della messa a fuoco all’intervallo da 88cm a 1.5m e da 1.5m all’infinito per evitare che l’AF debba fare tutta l’escursione per cercare i soggetti: una preziosa accortezza da parte di Sigma anche se devo dire che, in tutte le occasioni fotografiche del test, non ho sentito la necessità di usare il limitatore e L’AF è sempre stato veloce e preciso con tutti i corpi adoperati, persino sulla Sony A7 II con l’adattatore MC-11. Da segnalare che, nel caso la messa a fuoco automatica dimostri delle incertezze, basta toccare la comoda ghiera di messa a fuoco per escludere l’AF e passare in manuale. Sull’obiettivo è presente la scala delle distanze.
Una foto agli addobbi natalizi scattata con pochissima luce mettendo a fuoco sui due giovani che guardavano, forse un po' perplessi, la "scatola di luce". I capelli della ragazza sono perfettamente a fuoco e nitidi. Sigma sd Quattro H a 400 ISO F/1.8 1/60 di secondo.
Nonostante il peso, il Sigma 135mm F/1.8 DG HSM Art risulta ben bilanciato ed agevole da adoperare anche per chi, come me, ha le mani piccole. Il peso, smorzando le vibrazioni, mi ha permesso di scattare a mano libera con tempi impensabili persino con la Sigma sd Quattro H dove, a causa del fattore di crop, diventa equivalente ad un 175,5mm.
Ascoli Piceno, una foto di notte scattata a mano libera da Paolo Iammarrone: sono bastati 1600 ISO per fotografare in tutta sicurezza con 1/125 di secondo. A lato, il crop al 100% (cliccare sulla foto per vederla a dimensioni reali).
Conclusioni
Il Sigma 135mm F/1.8 DG HSM Art è un ottimo obiettivo. La nitidezza è elevatissima a tutti i diaframmi al centro ed ai bordi, la resa è molto gradevole, i colori belli e naturali, lo sfocato morbido ed avvolgente. La messa a fuoco interna, grazie al nuovo motore ipersonico Sigma HSM, è veloce e silenziosa. Questo luminoso 135 di Sigma non teme confronti con i corrispondenti Canon e Nikon e se la batte ai punti con lo Zeiss. Il prezzo è elevato per essere un universale, ma è più che adeguato alle prestazioni ed alla qualità costruttiva: ormai è difficile pensare ai Sigma della serie Art come dei “semplici universali” di basso costo e relative prestazioni. E’ perfetto per i ritratti ed in tutte le situazioni in cui occorra sfocare lo sfondo. Il Sigma 135/1.8 Art è disponibile con attacchi Canon, Nikon e Sigma SA. I due esemplari da me usati per il test non hanno dato nessun problema di precisione di messa a fuoco neanche a tutta apertura, ma - in tal caso - esiste un comodo accessorio prodotto da Sigma - l’USB Dock - che permette di calibrare alla perfezione l’obiettivo.
Rino Giardiello © 03/2018
Riproduzione Riservata
Si ringraziano Paolo Iammarrone e la modella Lisa per aver collaborato a questo test.