Il Sigma 12-24mm F4 DG HSM Art è stato presentato a fine 2016 ed ha sostituito la precedente versione che, pur miracolosa per il range di focali supergrandangolari, non garantiva risultati soddisfacenti soprattutto alla focale più corta.
Nulla a che vedere con la versione precedente: il nuovo Sigma 12-24mm F4 fa parte della prestigiosa serie Art e le differenze si vedono da subito, non fosse altro che per dimensioni e peso (132x102mm e 1151g), ma anche il prezzo, pur elevato come per tutti gli obiettivi di questa serie, è altamente competitivo verso gli zoom originali di simile focale (il Canon 11-24 F/4L costa quasi il doppio).
Non è facile progettare zoom così supergrandangolari e la focale più corta è sempre penalizzata da distorsione, bassa risolvenza ai bordi, aberrazioni e riflessi. Sigma, con il 12-24mm F4 DG HSM Art, ha fatto delle scelte ben precise puntando ad un ottimo 12mm più che ad un ottimo (e più facile) 24mm, ma la focale corta è il motivo per cui si sceglie uno zoom del genere. I risultati cambiano molto a seconda delle dimensioni del sensore utilizzato: questo zoom è un DG, cioè progettato per coprire il formato full frame, ma è utilizzabile anche su APS-C e, in casa Sigma/Foveon, sull’APS-H (ricordiamo che l'APS-H è un formato a metà strada tra APS-C e FF).
I grafici MTF forniti dalla stessa Sigma coincidono con quanto rilevato nel test: ottime prestazioni dal centro sino a 3/4 del campo inquadrato e caduta ai bordi estremi.
Un'ottima foto scattata con il Sigma 12-24 Art a 12mm su corpo Sigma sd Quattro H a 12mm F/5.6. Il servizio completo nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) è stato pubblicato sul magazine di arte & architettura ArchiReview.
Sul formato APS-C il Sigma 12-24mm F4 DG HSM Art diventa equivalente a 19-38mm, quindi addio supergrandangolare, e non conviene di certo comprare un obiettivo così grande, pesante e costoso se si possiede solo il formato APS-C. In tal caso, rimanendo in casa Sigma, c’è il 10-20/3.5 che è più piccolo, leggero ed economico, senz’altro consigliabile a parte la maggiore distorsione a barilotto e l'evidente vignettatura mentre il Sigma 12-24mm F4 DG HSM Art, in questo caso utilizzato solo per la parte centrale del fotogramma, la migliore, non ha distorsione, vanta un’ottima risolvenza anche ai bordi (relativi al formato APS-C) e nessuna vignettatura.
Sul formato APS-H il Sigma 12-24mm F4 DG HSM Art è l’unica scelta possibile per uno zoom supergrandangolare in grado di coprire interamente il sensore della Sigma sd Quattro H. In questo caso diventa equivalente ad un 15,6-31,2mm quindi, anche se non più così estremo, l'angolo di campo inquadrato alla focale più corta resta pur sempre notevole. Inutile prendere in considerazione il Sigma 10-20/3.5 per la Sigma sd Quattro H perché, al contrario del 18-35 Art, non copre più del formato APS-C e vanifica il senso di avere un sensore di maggiori dimensioni.
Sul formato Full Frame il Sigma 12-24mm F4 DG HSM Art si comporta finalmente per quello che è, cioè un supergrandangolare estremo in grado di competere con zoom originali ben più costosi.
In mano
La prima volta che si tira fuori dalla sacca imbottita fornita in dotazione da Sigma, lo zoom quasi spaventa: è davvero grande e pesante. Tolto il grosso tappo di protezione della lente frontale che comprende anche il paraluce, non si può fare a meno di guardare con un po’ di preoccupazione l’enorme lente frontale molto bombata, ma - a conti fatti - queste caratteristiche sono più o meno identiche per tutti gli obiettivi di questa escursione focale e qualità (dimensioni e peso dell’11-24 Canon sono quasi gli stessi). L’aspetto è solido e le rifiniture sono ottime come per tutti gli obiettivi Sigma della serie Art. Il Sigma 12-24mm F4 DG HSM Art non è garantito al 100% come impermeabile, ma è ben protetto da polvere e spruzzi, cosa per me importante perché fotografo spesso architettura e paesaggio in condizioni non ottimali.
Sul campo
Il Sigma 12-24mm F4 DG HSM Art è ottimo sul formato APS-H perché il calo di nitidezza ai bordi, la vignettatura e la distorsione (comunque molto contenuta a 12mm e facilmente correggibile in postproduzione) sono “nascosti” nello spazio compreso tra l’APS-H ed il FF. E’ comunque uno zoom molto valido che non ha nulla a che vedere coi modelli precedenti e, a 12mm, si possono scattare immagini spettacolari con una resa cromatica molto naturale. Il trattamento antiriflessi è ottimo anche con il sole o delle luci molto potenti nell’inquadratura.
Sopra: il Sigma 12-24 Art a 12mm su corpo Sigma sd Quattro H (quindi equivalente a 15,6mm) senza alcuna correzione. La distorsione è praticamente invisibile. Ottima resa generale anche in una situazione difficile. Sotto: sempre a 12mm ma su corpo Full Frame Sony A7R II. La distorsione è visibile, ma è davvero poca, ben al di sotto dei valori di obiettivi di simile lunghezza focale e, oltretutto, è facilmente eliminabile in postproduzione.
Sul formato APS-H (Sigma sd Quattro H)
Il Sigma 12-24mm F4 DG HSM Art dà il meglio di sé sul formato APS-H. Fondamentalmente, anche sul FF, basta un leggero crop per prendere solo la parte migliore di questo zoom. La nitidezza è molto buona a 12mm, ottima a 16mm e di nuovo molto buona a 24mm. Le focali migliori sono comprese tra 14 e 16mm circa e la risolvenza è elevata anche a tutta apertura. Da 12 a 16mm il miglior diaframma di lavoro è F/5.6 mentre da 16 a 24mm è F/8 ma, nonostante il diaframma più chiuso, i bordi restano sempre sottotono. Ottima la correzione della vignettatura sull’APS-H e basta diaframmare di uno stop per non notarla più. Le aberrazioni cromatiche sono perfettamente sotto controllo a tutti i diaframmi ed a tutte le lunghezze focali. La distorsione è molto ben controllata e si nota un leggero barilotto solo a 12mm, talmente leggero che si può fare a meno di correggerlo in molti casi persino nelle foto di architettura. Leggerissima distorsione a cuscinetto a 24mm. La resa generale è molto bella, vivace il giusto e ben contrastata. Sul Foveon la nitidezza reale dell’obiettivo si aggiunge alle capacità del sensore ed è impressionante vedere la pulizia dei particolari più minuti anche all’infinito. Anche se diventa “solo” 15,6-31,2mm è senz’altro la scelta migliore per uno zoom supergrandangolare su questo sensore.
Sul formato FF (Sony A7R II)
Il Sigma 12-24mm F4 DG HSM Art è uno zoom molto valido anche sul FF e la resa è sempre molto bella. Purtroppo, come accennato all’inizio, sul FF si notano la (modesta) distorsione a barilotto a 12mm, il calo di nitidezza ai bordi e la vignettatura. La distorsione a barilotto a 12mm, è bene precisarlo, è forse la minore che abbia visto su uno zoom di questa lunghezza focale, si nota solo nelle foto con linee diritte vicino ai bordi, è facilmente correggibile in postproduzione ed a 16mm è virtualmente assente. La distorsione a cuscinetto a 24mm resta su valori minimi e facilmente correggibili. Anche la vignettatura, che sull'APS-H scompare chiudendo di 1 stop, sul FF necessita di chiudere il diaframma di 2 stop per farla scomparire, ma resta comunque ai livelli migliori tra gli zoom similari. L’unica vera défaillance è la nitidezza ai bordi che, anche diaframmando ad F/8, non arriva mai ad avvicinarsi ai valori del centro. Questo esaminando le foto al 100% sul monitor perché, nel mondo reale, è difficile notare questa perdita di nitidezza ai bordi a 12mm, focale per cui si compra uno zoom del genere o si deve far conto di stare usando un ottimo 14mm (del resto, non dimentichiamo che, puntando al massimo, è sempre meglio scegliere un'ottica fissa e, stesso in casa Sigma, c'è il 14mm DG HSM Art la cui apertura massima è ben F/1.8).
Spettacolare in modalità panoramica ed ottima resa anche in condizioni piene di contrasti e forti luci.
Conclusioni
Il Sigma 12-24mm F4 DG HSM Art può senz’altro rientrare nella lista dei migliori zoom supergrandangolari attualmente in commercio e permette di ottenere foto di grande impatto e notevole qualità. Senza esaminare le foto al 100% sul monitor è di una pulizia incredibile - ho stampato dei poster 70x100cm davvero belli - e permette di fotografare senza problemi anche con forti luci in campo.
A tal proposito, l'obiettivo non è andato in crisi neanche fotografando un campo del Tennis Club di Napoli con le potentissime luci accese: pochi riflessi e nessuna perdita di contrasto e questo significa, per me, realizzare un servizio fotografico ed essere sicuro di portare le foto a casa. Oltre che per le foto di paesaggio ed architettura, il Sigma 12-24 Art è l'ideale per un uso generico anche se dimensioni e peso non lo rendono l’obiettivo da tenere al collo un’intera giornata e, per quanto mi riguarda, preferisco usarlo quasi sempre sul treppiedi. Sia sul corpo Sigma sd Quattro H che su quello Sony A7R II non ho avuto nessuna imprecisione di messa a fuoco e l’AF è sempre stato rapido, preciso e silenzioso. Questo zoom è compatibile con il Sigma USB Dock per aggiornare il firmware, regolare la messa a fuoco e modificare altri parametri; fa parte del servizio di conversione dell’innesto, vale a dire che, decidendo in futuro di cambiare corpo macchina, l’obiettivo si può conservare facendo sostituire (a pagamento) l’innesto da un apposito centro Sigma (contattare l’importatore italiano per maggiori informazioni e prezzi).
Rino Giardiello © 05/2019
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