Due inquadrature dello zainetto Tom Hawk Bag-Vest prodotto dalla Exorì.
Fronte e retro del Wasatch Tech Pack (con diversi colori). Acquistabile presso www.fishpondusa.com al prezzo di 189 dollari.
Fronte e retro del Wildhorse Tech Pack, sempre a 189 dollari.
Come fotografo della domenica - mi si passi il termine - dedito alla fotografia stereoscopica e al grande formato, ho sempre intrattenuto un rapporto di amore e odio nei confronti dei giubbotti multitasche...
D’amore perché da sempre, quando vedo uno di quei gilet pieni di tasche, magari belli colorati, guarniti con anelli porta oggetti, credo di assumere la tipica espressione di estasi erotica che Gian Lorenzo Bernini riuscì ad imprimere a Santa Teresa d’Avila.
Di odio perché, come conseguenza di questo rapimento estatico, mi è poi capitato di cedere al desidero di acquistare qualche gilet accattivante, come alcuni modelli da pesca, uno da fotografo, due militari del tipo Tactical Combact Vest, uno israeliano e l’altro americano.
Tutti belli, ricchi di tasche, di ganci, gancini e gancetti, tasche interne ed esterne, velcro e bottoni a pressione…
Ma non appena incominciavo a riempire le tasche di materiale fotografico venivano a galla problemi insormontabili, spaventosi e terribili, che non augurerei al mio peggior nemico: di tutte le tasche non ce n’è mai una della dimensione desiderata, gli oggetti sistemati al loro interno sono difficili da estrarre, il peso non è mai sistemato in modo simmetrico, così una metà del gilet è più pesante dell’altra e inoltre, quando avevo sistemato quasi tutta l’attrezzatura fotografica dislocandola nelle innumerevoli tasche, mi rimaneva sempre fuori una scatoletta del filtro piuttosto che un obiettivo perché lo spazio disponibile era esaurito.
E poi provate a ricordarvi, senza un inventario scritto, in quale tasca avete messo lo scatto flessibile piuttosto che il lentino 10x!
Per ovviare a queste ultime tragedie, sono corso ai ripari acquistando delle tasche esterne da cintura da applicare - tramite fettucce o anelli - allo stesso gilet, e trasformando quello che vorrebbe essere un indumento sportivo in un goffo e ridicolo vestimento, simile a un giubbotto salvagente, ma affondante (a causa del peso) come un cubo di porfido, che alla fine mi faceva assomigliare più ad un vecchio palombaro con scafandro che non a un fotografo.
Rimaneva anche un’altra questione aperta: non speravo che un gilet da pesca mi contenesse una Calumet 4x5, ma mi sarebbe piaciuto sistemare in qualche tasca almeno una Tachihara.
Venne così il giorno in cui mi decisi a cercare oltre confine, nei siti di pesca americani e tedeschi. Qui venni a conoscenza del settore commerciale delle attrezzature per la pesca alla mosca.
Trovai infatti il modello Tom Hawk Bag-Vest prodotto dalla ditta Exorì fishing, presso un negozio online al sito http://www.gabis-angelshop.de. Questo modello è in realtà un ibrido tra un gilet ed uno zainetto, ha due grossi vani sulla parte dorsale, di cui uno contiene comodamente la mia Tachihara 4x5, e due grosse tasche rimovibili sugli spallacci, che contengono l’una i tre chassis che sono solito portarmi sul campo, e l’altra strumenti quali l’esposimetro, il lentino 10x, la livella a bolla, i flessibili, il blocco note, la penna, la calcolatrice, i regoli di cartoncino, il metro ed altri utili accessori.
Il telo nero trova alloggio nella seconda tasca dorsale esterna. La componente “zainiforme” è alta 30 cm, larga 15 e profonda 15. La componente “gilettiana”, invece, ha due tasche alte 27 cm, larghe 20 e profonde 8.
A questo punto qualcuso si domanderà: “e le ottiche?”.
Già dimenticavo. Le ottiche, montate su piastra e contenute in tasche a barilotto tipo Reporter o Lowepro, sono applicate ad una cintura modulare Lowepro che indosso a vita. Il cavalletto, invece, lo trasporto semplicemente grazie alla sua tracolla.
Ovviamente questo gilet-zaino è adatto a contenere una attrezzatura minimalista, utile per il paesaggio e l’architettura, soggetti che normalmente non necessitano di flash o esposimetri voluminosi.
Il vantaggio di avere in tre blocchi indipendenti zaino, cintura e cavalletto, è la possibilità di appendere il gilet al gancio sotto la colonna del cavalletto mentre si fotografa, per aumentare la stabilità del sistema, ma senza il rischio di veder crollare tutta l’attrezzatura a causa dell’eccessivo peso.
Nello stesso tempo si ha la possibilità di assicurare gli obiettivi alla cintura senza doverli mai posare al suolo: chi fotografa il paesaggio sa bene che quel bel prato costellato di gocce di rugiada sul quale appoggiamo le ottiche sarà pure un archetipo di virginale purezza, ma esercita allo stesso tempo un influsso nefasto su tutto ciò che è soggetto ad ossidazione.
Stilema fisso, poi, è utilizzare due rocchetti in metallo ad avvolgimento a molla, tipicamente usati dai pescatori per appendere al gilet le forbici ed il bilancino, per assicurarvi l’esposimetro e la bolla di livello, contenuti all’interno di una delle 2 tasche anteriori.
Insomma, sarà pure un compromesso, sarà che lo zainetto della Exorì l’ho pagato poche decine di euro, ma devo dire che mi trovo a mio agio, specialmente nei momenti in cui devo accedere all’attrezzatura o quando devo ritirarla per riprendere il cammino
In commercio esistono altri gilet simili, anche molto accattivanti. Purtroppo però hanno un costo decisamente più elevato, e poi sono degli ibridi in cui il gene dello zaino è dominante su quello del gilet, quindi esula dallo scopo di questa trattazione. Per completezza di informazione, cito solo il modello Wasatch Tech Pack reperibile presso http://www.fishpondusa.com a 189 dollari, oppure il Wildhorse Tech Pack, acquistabile presso il sito Internet http://www.bobmarriottsflyfishingstore.com, sempre a 189 dollari.
Non escludo di poter fare in futuro altre esperienze interessanti di ibridazione tra pesca alla mosca e Grande Formato, nel qual caso vi terrò informati.
Daniele Colciago © 11/2008
Riproduzione Riservata
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