Per fotografare numerosi oggetti, per esempio per un catalogo, nulla di meglio di una scatola di luce che permette di creare un piccolo set di luce morbida ed uniforme in studio o, come spesso accade, presso il cliente.
La “scatola di luce” (anche chiamata “gabbia di luce”) è una soluzione semplice e pratica che permette risultati sicuri e ripetitivi senza doversi impazzire a spostare le luci ogni volta. In particolare con le superfici riflettenti il problema non è da poco perché, a seconda degli oggetti, si creano riflessi del tutto diversi, si vedono parti diverse dello studio e, a volte, anche noi stessi con la fotocamera. Con la gabbia di luce, invece, si eliminano a monte tutti i problemi: le uniche cose che si rifletteranno sono le pareti bianche della gabbia, quindi un riflesso omogeneo e gradevole; nelle peggiori delle situazioni potrebbe vedersi la fotocamera nonostante la precauzione di inserire l’obiettivo nell’apposita parete frontale (rimovibile) dotata di apertura, ma - in questi casi - di solito basta spostare l’oggetto di un po’ ed il problema è risolto.
Paolo Iammarrone mostra il contenuto della confezione della gabbia di luce Godox e come renderla operativa in poche e semplici mosse. Cliccare sulle foto per vederle di maggiori dimensioni.
E’ possibile realizzare una “scatola di luce” in casa con grande facilità come avevo suggerito su “Fotografia Reflex” nel lontano febbraio 1987, ripubblicando l’articolo su Nadir nel 2003.
Una volta questo tipo di accessori costavano tanto ed era più che conveniente, per i fotoamatori, cercare soluzioni “fai da te”, ma oggi, con una cinquantina di Euro, si può comprare una gabbia di luce di buona qualità che, quando non serve, si ripiega ed entra in una sua sacca delle dimensioni di un piatto.
Con la gabbia di luce si risolve ogni problema di illuminazione e riflessi, è vero, ma è anche facile che la luce sia fin troppo uniforme e, di conseguenza, piatta e poco gradevole. Per questo la soluzione ideale è di utilizzare lampade di potenza diversa sui lati o, nel caso siano tutte identiche, avvicinandole ed allontanandole dalla “gabbia”. Spesso aggiungo dei cartoncini neri per creare delle zone d’ombra nei punti in cui mi servono.
La gabbia di luce utilizzata per questo articolo è prodotta dalla Godox ed ha dimensioni 80x80x80 cm, ma ne esistono diversi modelli di diverse dimensioni. La caratteristica comune è quella della leggerissima struttura metallica all’interno che la mantiene in posizione senza dover fare i salti mortali: la gabbia è autoreggente e la si può collocare dove si preferisce. La leggerezza del metallo fa sì che si possa ripiegare con facilità e riporre nella sacca in dotazione: un pacchetto leggero, facilmente trasportabile e facilmente riponibile nell’armadio quando non serve.
Logicamente, all'esterno della gabbia di luce, possono essere posizionate diverse fonti di illuminazione nel modo preferito distribuendo la potenza in maniera opportuna per ottenere i risultati desiderati. La configurazione nella foto era perfetta per la foto della radio, ma non è certo indicata per qualsiasi soggetto!
Un dettaglio della radio che si vede nell'altra foto, fotografata con la Sigma sd Quattro con obiettivo Sigma 50mm F/1.4 Art. Illuminazione perfetta con grande facilità. Cliccare sulla foto per vederla di maggiori dimensioni.
La gabbia di luce della Godox ha in dotazione alcuni pannelli colorati che possono fare da sfondo, ma vanno stirati prima dell’utilizzo perché piegati e compressi per occupare il minimo spazio nella sacca. Ovviamente si possono utilizzare sfondi diversi da quelli in dotazione, agganciandoli alle asole all’interno della gabbia. La parete frontale è asportabile completamente ma, nel caso sia indispensabile per evitare di vederci riflessi negli oggetti che stiamo fotografando, è dotata di una lunga fessura dotata di cerniera lampo nella quale si può inserire l’obiettivo.
Questa comoda soluzione ha però un grosso limite: ci costringe ad avvicinarci troppo al soggetto (in pratica l’obiettivo deve entrare nel cubo 80x80x80 cm, quindi stare ad una quarantina di cm dal soggetto) e, se i soggetti sono relativamente grandi e profondi (per esempio, un cestino natalizio con delle bottiglie di vino), occorre utilizzare un’ottica grandangolare con tutte le conseguenze del caso, a partire dalla brutta ed eccessiva resa prospettica. A mio avviso è meglio restare a debita distanza dalla scatola di luce ed utilizzare delle focali più lunghe (per questo articolo ho utilizzato il Sigma 50mm F/1.4 Art su corpo Sigma sd Quattro - quindi 75mm equiv. - ed il Sony 90mm Macro su corpo Sony A7 II).
Mi è piaciuto interpretare in chiave alta il gallo del set in alto ma, logicamente, avevo a disposizione un RAW perfetto e completo di tutte le informazioni anche nelle alte luci. Questo è solo un esempio di illuminazione perché, come dicevo prima, è possibile posizionare all'esterno della gabbia di luce diverse fonti d'illuminazione a seconda dei soggetti e dei risultati che si vogliono ottenere: mettiamoci in testa, però, che la gabbia di luce non fa i miracoli da sola e, per ottenere i migliori risultati, bisogna saper comunque gestire l'illuminazione e posizionare il soggetto nel modo più opportuno.
Conclusioni
Se avete la necessità di fotografare ripetutamente numerosi oggetti per un catalogo mantenendo costante l’illuminazione, una gabbia di luce è la soluzione ideale, in particolare oggi che i prezzi sono estremamente abbordabili. Ne esistono di tutte le dimensioni ed hanno sempre la caratteristica di essere autoreggenti e ripiegabili, cosa che ne rende molto agevole il trasporto ed il metterle da parte quando non utilizzate. La gabbia di luce PRO della Godox, delle dimensioni 80x80x80 cm, si è rivelata perfetta per fotografare piccoli oggetti per cataloghi (bottiglie, panettoni, cestini natalizi...) e, nonostante sia stata aperta e richiusa tantissime volte, non ha mostrato alcun segno di cedimento. Per chi è la gabbia di luce? Non certo per i professionisti che hanno già un ottimo parco lampade e sanno gestirlo alla perfezione dosandolo in maniera creativa ed originale per ogni scatto, ma può facilitare il lavoro a chi è agli inizi.
Rino Giardiello © 06/2017
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Aprire una "gabbia di luce" non è certo difficile, ma lo è il richiuderla per farla rientrare nel sacchetto. Ecco come fare in 9 passaggi. Fondamentali il 2 ed il 3 per richiudere la gabbia come se fosse un libro ed ottenere (foto 4 e 5) un quadrato perfetto e schiacciato. Torcendo il quadrato 3 volte come nella foto 7, la gabbia di luce tende ad assumere spontaneamente la forma circolare ed il gioco è fatto!