Con l'edizione 2003, tenutasi a Napoli presso la Città della Scienza dal 18 a 20 ottobre, il ClickUp raggiunge undici anni di anzianità, riconfermandosi come la manifestazione di riferimento per gli operatori del settore (non a caso è organizzata dall'APIF, Associazione dei Produttori e degli Importatori Fotoprofessionali), rispetto ai vari Photoshow e SMAU che sempre più denunciano una vocazione consumer.
L'ingresso al ClickUp 2003
Chi si aspettava di trovare da Ilford rullini e carte BN è rimasto deluso...
Le uniche pellicole che abbiamo visto in tutto il salone. No comment!
Allo stand Fuji, oltre alle pellicole, non mancava una catena di stampa digitale
Una bella parata di reflex digitali Nikon
La scatola di luce proposta da Manfrotto
Hasselblad H1 con dorso digitale Imacon. Un kit da nababbi!
Questo sì che si chiama saper lavorare: scanner Imacon, Apple Macintosh G5, monitor Lacie di dimensioni tendenti all'infinito...
Che aria tirasse all'edizione di quest'anno lo si capiva fin dall'ingresso, dove alla registrazione veniva consegnato, oltre ad uno shopper, un manualetto di una quarantina di pagine dal titolo eloquente: "Guida al Digital Imaging". E, senza giri di parole, diciamo subito che è stato il digitale a farla da padrone.
Eccezion fatta per l'assenza di alcuni marchi prestigiosi (Agfa, Pentax, Leica), erano presenti praticamente tutti i grossi nomi del mercato della fotografia, e l'attenzione mostrata per il digitale era evidente. Allo stand Ilford, per esempio, non abbiamo visto nemmeno una pellicola bianconero o una carta fotografica "tradizionale": solo sistemi di stampa (con plotter e stampanti Epson) e carte per inkjet. Anche in casa Kodak l'aria era la stessa: rovistando tra il materiale promozionale abbiamo trovato un paio di piccoli pieghevoli che descrivevano le storiche pellicole BN (TriX, PlusX, T-Max...) e le nuove diapositive della Gamma E: null'altro. L'interesse era tutto per la ML-500, un sistema basato su una stampante a sublimazione termica che, grazie all'elevata qualità e velocità di stampa, risulta particolarmente interessante per i laboratori o per gli studi fotografici (il prezzo di circa 25mila Euro lo qualifica, del resto, come un prodotto chiaramente professionale). Solo in casa Fujifilm, seppur non mancasse la solita postazione di lavoro per acquisizione-fotoritocco-stampa, si sono viste un po' di care vecchie pellicole, sia negative che la ormai collaudata Provia 100F; e naturalmente erano in bella mostra le più recenti Velvia ed Astia 100F; a tal proposito, davvero splendida la brochure di queste ultime, complimenti a Fuji ed a chi l'ha realizzata. Un cenno a parte merita lo stand Polaroid, con la sua consueta gamma di prodotti per lo sviluppo immediato.
Trattandosi di un evento rivolto agli operatori del settore, il ClickUp punta meno sulle novità di grido e più sulla sostanza: la qual cosa era ben visibile appena ci si avvicinava ai marchi più diffusi del settore. Lo stand Mamiya Trading, piuttosto ampio, mostrava un nutrito gruppo di ottiche Sigma della serie EX, quelle di fascia più elevata, ma soprattutto l'intera gamma di corpi Mamiya medioformato: la RZ 67 Pro II, la 645 Pro TL e la
7 II, quest'ultima già... assaggiata da Nadir durante il
ClickUp del 1999. In quello Nital, oltre alla consueta gamma di ottiche AF, l'attenzione di tutti era per il digitale, con le varie D100, D1x e D1h che passavano freneticamente da una mano all'altra, corredate dai più recenti zoom grandangolari (che sulle digitali diventano più o meno degli insoliti 25-50mm) e supportate da un gran numero di stampe di grande formato di ineccepibile qualità, a riprova dei risultati raggiungibili.
Una robusta parata di ottiche e di reflex digitali corredava lo stand Canon, nel quale erano in esposizione anche gli scanner piani della Casa, mentre Condor Foto mostrava la sua ben nota gamma di accessori per la ripresa e la camera oscura; molte belle Rollei impreziosivano lo stand Mafer, accanto ad un gruppo di borse e zaini Lowepro; mentre in casa Manfrotto, oltre al consueto spiegamento di treppiedi Manfrotto e Gitzo, ci si poteva divertire con una scatola di luce della quale potete vedere un'immagine.
Piuttosto corposo lo stand di Rossi & C.: un corpo ed ottiche Zenza Bronica, esposimetri Minolta in bella mostra, e poi via con le digitali più recenti (soprattutto A1, Z1, X20 ed E323) e con il nuovo filmscanner da 5400 dpi, che promette di dar battaglia al predominio Nikon in questo segmento di mercato. Non mancavano, infine, le borse Tamrac e le ottiche Tamron.
Hasselblad e Contax la facevano da padrone allo stand Fowa: la Casa svedese ha realizzato tre splendidi cataloghi (tanto belli che qualcuno dubitava fossero in libera distribuzione), aventi l'obiettivo di chiarire che i tre sistemi in commercio sono ora identificati da una lettera: il sistema H è quello della H1, la recente autofocus 4.5x6, molto "elettronica" e ben predisposta verso il digitale; il sistema X è quello della panoramica Xpan, ed il sistema V è quello storico delle 6x6 a cubo, famose in tutto il mondo. In casa Contax c'erano meno novità (e quasi nulla di digitale): solo una Aria a testimonianza dello storico sistema Contax-Yashica, un corredo G2 nero, una N1 con il recente e voluminoso 17-35 f/2.8, e la 645 con la gamma completa di ottiche.
Non mancavano, infine, aziende forse meno note al grande pubblico ma di grande interesse per l'utenza professionale: Gruppo BP ed Aproma, con un'offerta molto completa in termini di prodotti per l'illuminazione professionale (flash, bank, pannelli riflettenti, ombrelli, ecc.): notevoli i prodotti Bowens distribuiti da Gruppo BP, e molto interessanti le offerte-kit di Aproma con sconti sostanziosi rispetto al listino; presente anche TAU Visual, l'Associazione Nazionale di Fotografi Professionisti, che pure presentava sconti sostanziosi su alcuni titoli della sua collana di manuali di fotografia professionale. Da segnalare Imedia Sistemi, con un dorso Imacon collegato ad una Hasselblad H1, ed una postazione di lavoro di tutto rispetto con scanner Imacon e Macintosh G5.
In aggiunta a questa, come si vede, nutrita rappresentanza del mercato, la bella cornice dell'evento, il buon successo di pubblico ed un discreto numero di interessanti seminari (anche qui il digitale ci ha messo lo zampino: ogni giorno è stato tenuto un incontro sul fotoritocco, piuttosto interessante) hanno fatto sì che il bilancio complessivo del ClickUp 2003 si possa definire più che positivo. Se, poi, si vogliono trarre delle indicazioni generali sul futuro del settore, queste si possono riassumere come segue: il digitale è sempre più una realtà, molto significativa in ambito professionale e che sempre più si estende verso le fasce basse dell'utenza. Le Case, inoltre, si sono accorte (già da tempo, a dire il vero) che col digitale si scatta molto di più ma si stampa molto di meno, e dunque cercano di promuovere con insistenza sistemi di stampa sia per l'utente finale (anche di taglio semiprofessionale) con scanner dedicati e stampanti di buon livello dai costi sempre più abbordabili, che per i professionisti, con soluzioni che senza stravolgere i flussi di lavoro consolidatisi negli anni rendano possibile stampare il digitale (o in digitale) a costi competitivi, garantendo qualità e velocità.
Tutto questo non vuol dire che chi oggi lavori con la pellicola debba buttare tutto a mare: è bene, però, che gli operatori del settore si rendano conto rapidamente dei cambiamenti che stanno avvenendo nel mercato ed, anziché combattere e demonizzare il digitale, lo avvicinino con la consapevolezza che esso non è né un nemico né una bacchetta magica: è uno strumento, con i suoi pregi ed i suoi difetti, con i suoi vantaggi ed i suoi limiti, e come tale va compreso ed utilizzato, traendone il meglio con competenza e professionalità. Sono queste le variabili che decideranno chi rimarrà sul mercato e chi no, non i megapixel della propria reflex o la pellicola utilizzata.
Agostino Maiello © 10/2003
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