Di Rino Giardiello si apprezza la pacatezza, la cultura, la tecnica, profondo conoscitore del Foveon.
Ma quello che viene fuori dalle sue foto quasi con violenza è l'essenza dell'artista.
Ho cominciato ad apprezzarlo vedendo le sue foto, dico vedendo e non guardando perché le sue foto si vedono e ti fanno vedere, ti guidano in un percorso, ti accompagnano e ti fanno vedere con i suoi occhi, vedi cose che hai sempre guardato e mai vedute.
Però torniamo alla foto della spiga, il mio commento a caldo è stato questo:
"La tecnica, la luce, la composizione, la fotocamera, l'obiettivo, il Foveon certo aiutano, sono cose che si possono acquistare, acquisire. Comunicare, raccontare, essere artisti è un altra cosa e Rino lo è.
Quanta storia e storie si porta dietro questa semplice spiga, dal primo uomo che decise di non mangiare quel seme e piantarlo nella terra, con un gesto semplice, magari con un bastone tracciò il solco, poi la zappa, i buoi, il trattore... fino ai giorni nostri dove si semina con il gps.
La guerra del grano e dei pesticidi.
Mi viene in mente un vecchio documentario di Soldati del 1957 dove si vedevano gli operai avvolgere il proprio pane con rispetto in un canovaccio.
C'è il sole che è vita.
C'è l'ombra, chi non ha vissuto momenti in ombra?
Grazie Rino sempre insuperabile."
La delicatezza che esprime nei colori, nella sapiente inquadratura e solo un modo per proporti un racconto.
Un racconto che parte da lontano, Kubrick come simbolo in "L'Odissea nello spazio 2001" scelse la stele, poteva benissimo essere una spiga. La spiga, il suo seme che può essere grano, orzo, riso ha accompagnato e accompagna la storia dell'uomo, lo ha fatto ragionare da cercatore ad agricoltore, lo ha costretto ad usare e inventare utensili, per coltivare, trasformare, conservare.
Quanto sudore, quante guerre per un pezzo di terra da poter coltivare.
Curvi con la zappa a versare sudore, la gioia della mietitura, l'aia i buoi, poi la trebbiatura nell'era industriale, la spigolatura cose lontane ma vicine, solo qualche decennio fa.
Il tesoro che nasconde quella spiga che Rino ha sapientemente saputo cogliere il color oro, dicevo il tesoro di quei chicchi ha sfamavano e sfamano gli uomini, la crusca si dava agli animali, la paglia si metteva da parte per l'inverno e per fare i pagliericci dove riposare.
Oggi con un gesto semplice automatico prendiamo da uno scaffale biscotti, merendine, pasta, pizza, un buon dolce, però c'è stato un uomo che quel pugno di chicchi li seminanò: se non avesse avuto quell'idea, fatto quel gesto che saremmo oggi.
Questo è l'essere artisti, comunicare con un immagine semplice che non bisogna guardare ma vedere.
Ti fa vedere che intorno a quella spiga ci sono amori, ci siamo noi come siamo oggi, ci sono le mondine, le risaie fatte esplodere con il napalm, c'è l'esaltazione più alta dell'uomo fino alla sua più profonda cattiveria. Il vero vincitore di guerre, carestie è lui quel chicco in livrea di spiga dorata che Rino con dolcezza propone nella sua foto.
In questa foto c'è la storia, il cammino dell'umanità.
Quante storie, quanti racconti tra scacchi e scacchiere e chicchi di grano. Questa spiga ha attraversato l'intera esistenza dell'uomo, ha dato potere, ha sollevato regni e distrutto imperatori e Re, curata dagli umili e raccolta dagli stessi.
Oggi si fa a meno del sudore, si usa la tecnologia con trattori muniti di aria condizionata e forse ha perso il romanticismo di cui si circondava, romanticismo che ritroviamo nella foto.
Donato Sangiovanni © 09/2020
Riproduzione Riservata
Fotocamera Sigma sd Quattro H, obiettivo Sigma 50/1.4 DG Art
Sviluppo e postproduzione da X3F interamente realizzati con Sigma Photo Pro
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