GALLERIA

Elisabetta Canevarolo

F08


"Una mattina, dopo il giro dei bisogni, lo fece salire in macchina e partirono. Quando presero la tangenziale, Fango si rizzò in piedi sul sedile e guardò verso la città che si allontanava dietro di loro come avesse capito quello che lo aspettava.
La mattina dopo Livio si svegliò col ribrezzo per quello che aveva fatto e tornò sulla collina a cercarlo. Mentre chiamava il suo nome ad alta voce facendo a piedi la strada che attraversava la campagna infettata dai vari tipi di rifiuti che la costeggiavano (fustini e plastica con l'aspetto degli anni, mucchi di calcinacci e di piastrelle scheggiate, lavabi ed altra porcellana da bagno con le etichette ancora in vista, scaricata per chissà quale difetto) cercando in ogni anfratto, ogni possibile riparo offerto da quel paesaggio sconfortante, si accorse che quello che più temeva era che Fango non si sarebbe lasciato prendere se fosse riuscito a trovarlo."