Chi sia in cerca di un teleobiettivo per una Konica Minolta o per una Sony Alpha può prendere in considerazione, in alternativa al Sony 75-300 F/4.5-5.6 (recensito su Nadir alla fine del 2006), questo Tamron 70-300mm, altrettanto economico e con un po' di luminosità in più alle focali più corte; esiste anche, per la cronaca, un Tamron 70-210mm, con la stessa luminosità del 70-300mm.
L'obiettivo è fornito con un paraluce di dimensioni generose che, come vedremo durante il test, risulta quanto mai opportuno. L'esemplare da noi provato ha una finitura bronzea che in verità non si sposa a meraviglia con il nero della Sony A100; l'ottica è comunque disponibile anche nel più consueto colore nero.
Le dimensioni non sono contenutissime ma considerata la gamma di focali coperte siamo nella media. Il peso è accettabile e, nell'insieme, l'accoppiata fotocamera+obiettivo non risulta sbilanciata, mantenendo una buona impugnabilità nell'uso quotidiano.
Al tatto, la qualità costruttiva dell'obiettivo si rivela
discreta, visto che entrambe le ghiere (focale e messa a
fuoco) scorrono con discreta fluidità e senza eccessive
incertezze. Intendiamoci, abbiamo a che fare con un'ottica
economica e senza troppe pretese: questo definisce il
livello delle nostre aspettative e ne va tenuto conto nel
valutare questo e gli altri giudizi che seguiranno.
Montato su una reflex con sensore APS-C, questo 70-300mm ha
un angolo di campo che sul 24x36mm equivale a quello di un
105-450mm: focali piuttosto lunghe, dunque, con le quali ci
si può divertire a cogliere soggetti un po' diversi (vicini
o lontani che siano) da quelli solitamente alla portata dei
classici zoom 28-100mm in dotazione alle reflex digitali.
Il test è stato condotto su una Sony A100, e durante le varie prove le immagini sono state confrontate, per la valutazione, con quelle ottenute con il Sony 75-300mm, e talvolta con quelle scattate con un Minolta 70-210mm F/4. Quest'ultimo è un buon obiettivo, di classe decisamente superiore rispetto al Tamron ed al Sony, e che si trova a prezzi piuttosto contenuti (ben sotto i 200 Euro, ovviamente usato): purtroppo, però, è scarsamente reperibile.
Nelle due foto in alto è possibile vedere i risultati alle due focali estreme. In secondo piano: uno scatto alla focale minima. In primo piano: dallo stesso punto di ripresa, uno scatto alla focale massima. A causa della ridotta PDC (siamo sempre a tutta apertura), il piccione è fuori fuoco.
Qualità dell'immagine
Come sono le foto prodotte da questo obiettivo? In
situazioni di piena luce, e con il sole alle proprie spalle,
la resa è piuttosto buona a tutte le focali ed a tutte le
aperture. C'è un certo calo di definizione, specie ai bordi,
quando si lavora a tutta apertura, ma non è drammatico;
nell'insieme la foto "tiene" anche stampata su un 20x30.
Superati i 200mm la risolvenza cala ma si mantiene in ogni
caso su livelli più che accettablli. I colori sono discreti,
non brillantissimi ma neanche scialbi, e com'è tipico di
queste focali non ci sono problemi evidenti in termini di
distorsione né di vignettatura.
Un esempio del vistoso purple fringing di cui quest'obiettivo soffre:
risulta evidente lungo il bordo della fascia e della scritta.
Un altro scatto, in situazione di illuminazione diffusa.
Anche qui il purple fringing risulta molto evidente... povera micia!
Quando però il sole è in posizione laterale rispetto al punto di ripresa, la situazione cambia decisamente, perché basta davvero poco a mandare in crisi l'obiettivo, causando una velatura molto evidente e desaturando in maniera assai visibile l'immagine. In caso di illuminazione laterale il paraluce è fondamentale perché davvero può fare la differenza tra il riuscire a fare una foto oppure no; ma, com'è ovvio, quando si tratta di controluce pieno, cioè col sole di fronte al fotografo, il paraluce non serve a niente, ed è un miracolo riuscire a portare a casa una foto che mantenga saturazione e contrasto.
Posizione del sole a parte, l'altro evidente neo di
quest'ottica è il purple fringing, molto visibile su tutte le
zone di stacco, anche quando la differenza di luminosità tra
un dettaglio e l'altro non è molto marcata. Qui sopra ci
sono un paio di esempi in merito.
Due parole, infine, sulla funzione macro: com'è prevedibile,
non fa miracoli rispetto ad una vera ottica macro a focale
fissa, ma per usi non spinti ha una resa accettabile, con
una qualità dello sfocato più che discreta. Insomma, ci si
può divertire.
Conclusioni
Questo 70-300mm è un obiettivo economico, dalle prestazioni
più che discrete in condizioni di luce "facile", ma
decisamente in difficoltà in ogni tipo di controluce, anche
solo accennato: velature, desaturazioni e purple fringing
sono sempre in agguato ed a nulla serve il paraluce; tanto
vale rassegnarsi ed adeguare il punto di ripresa (e per il
purple fringing… armarsi di pazienza e di Photoshop).
Per
chi abbia un budget di 200 Euro o giù di lì, fatto salvo il
consiglio di provare a cercare il Minolta 70-210 F/4, questo
Tamron può essere comunque un acquisto interessante se l'uso
di focali così spinte è poco più che saltuario e se di tanto
in tanto desiderate fare qualche scatto in macro.
Se invece
i teleobiettivi sono il vostro pane quotidiano, o comunque
li utilizzate di frequente, vale sicuramente la pena
rivolgersi altrove senza troppi rimpianti.
Agostino Maiello © 09/2007
Riproduzione Riservata
Scheda Tecnica
Tamron AF 70-300mm F/4-5.6 Di LD Macro 1:2
13 lenti in 9 gruppi
Minima distanza messa a fuoco: 1.5 metri (0.95 metri in
macro)
Max rapporto d'ingrandimento: 1:3.9 (1:2 in macro)
Diametro filtri: 62mm
Lunghezza totale: 116.5mm
Peso: 435 grammi