Cosa pensate delle mirrorless? Belle, piccole, leggere e pratiche ma comunque imparagonabili a qualsiasi reflex per prestazioni velocistiche e le foto d’azione? La nuova Sony A9 ha tutte le carte in regola per sorprendervi e farvi ricredere.
Appena uscita la Sony A9 pubblicammo un breve articolo in cui mettevamo a confronto le prestazioni della A9 con quelle della A7r II, non fosse altro che per la fascia di prezzo - decisamente alta per una mirrorless - anche se la Sony A7r II si riesce a comprare con “soli” 3000 Euro contro i circa 4500 della A9. Ma non è questione di prezzo: sono due fotocamere molto diverse per utenza e prestazioni, più orientate alla massima qualità e risoluzione la A7r II coi suoi 42Mpx, più alla velocità ed i video la A9 con un sensore da soli 24Mpx (come la A7).
Confrontare la Sony A9 con la A7 II è ingiusto sia per il prezzo (la A9 costa quasi 3 volte più della A7 II) che per la resa abbastanza diversa nonostante l’identica risoluzione del sensore, ma è proprio per questo motivo che abbiamo voluto fare il confronto. La domanda che di solito ci viene posta è: “Ammesso che non mi servano le super prestazioni velocistiche della Sony A9, otterrei qualche vantaggio sostituendo la mia Sony A7 II?” e la risposta è nelle conclusioni a fine articolo. La Sony A9 non ha reali concorrenti e la scelta dipende unicamente da ciò che si cerca, per esempio a me fa più comodo la maggiore risoluzione della A7r II che le superbe prestazioni velocistiche della A9, ma sono un fotografo di paesaggio, architettura e still life.
Sony presenta la A9 come la fotocamera ideale per i fotografi sportivi ed i professionisti che necessitano prestazioni da record, basta pensare che la A9 può scattare 20 fotogrammi al secondo mantenendo l’autofocus, senza perdita dell’immagine nel mirino e con un buffer in grado di memorizzare più di 241 foto in RAW compresso o 362 JPG. Se aggiungiamo che queste eccezionali prestazioni si possono ottenere anche in modalità silenziosa, è facile intuire come la Sony A9 possa essere la fotocamera perfetta anche per i fotografi di cerimonia o in teatro.
Sul sensore della Sony A9 e le sue nuove caratteristiche abbiamo già parlato in questo articolo, quindi evitiamo di ripetere quanto già scritto e passiamo alla prova sul campo.
In mano
Ad una prima occhiata la Sony A9 non sembra molto diversa dalla A7 II e da qualsiasi altra fotocamera della stessa famiglia. Dimensioni e design sono abbastanza simili anche se la A9 è la più grande in assoluto. Questione di millimetri, è vero, ma questo comporta una migliore usabilità. La vera differenza è nei comandi, meglio disposti, ed alcuni controlli diretti che prima mancavano, inseriti nella nuova rotella sul tettuccio. Meno affollata l’area a portata di pollice sul dorso e, finalmente, il pulsante di registrazione video è in una posizione più felice. In ogni caso le piccole mirrorless non sono l’ideale per chi ha le mani grandi, ma la A9 migliora parecchio la situazione.
Uno sportellino protegge il vano dove si inserisce la scheda di memoria ed adesso ci sono due slot di cui uno supporta il più veloce formato UHS-II.
Apprezzabilissima la nuova batteria, più grande e capace che, unita al minor consumo della Sony A9, permette di raddoppiare se non triplicare in numero di scatti ma, soprattutto, aiuta di molto i videomaker che, con la A7 II, facevano presto a terminare la batteria durante un servizio video.
Visibilmente migliorati il mirino elettronico (con una risoluzione che passa a 2.4 milioni di punti a 3.7 milioni ed un framerate eccezionale) ed il display che ora, oltre ad essere nitidissimo, è anche touch-screen. Questa funzione, tuttavia, non funziona bene come ci si aspetterebbe ed alla fine è meglio usarlo come di consueto.
Sul campo
Il nuovo sensore a strati della Sony A9 non ha nulla a che vedere con altri sensori a strati RGB simili alla pellicola come il Foveon: qui il termine indica tutt’altro e, dietro al consueto sensore di Bayer retroilluminato, c’è un chip di memoria integrato con un circuito che processa il segnale ad alta velocità. Alla fine, il terzo strato, quello del nuovo processore BIONZ-X che assicura una velocità di elaborazione dei dati 20 volte più veloce di prima. Ma la raffica deve essere accompagnata da una memoria in grado di immagazzinare la grande quantità di dati ricevuti, il buffer, e quello della A9 è incorporato nel secondo strato. Quindi, come si può capire, i tre strati sono tutti dedicati alle prestazioni velocistiche, ma il nuovo sensore da 24Mpx garantisce anche una migliore qualità delle immagini in luce scarsa. Lasciamo perdere le super sensibilità che forse non si useranno mai e che comunque hanno una qualità molto bassa, il punto è che la Sony A9 migliora visibilmente la qualità alle alte sensibilità di uso più comune, cioè da 3200 e 12800 ISO che diventano ben più sfruttabili, per esempio, rispetto alla Sony A7 II.
Appena presa in mano la Sony A9 dopo aver usato la Sony A7 II fino a pochi minuti prima, la sensazione è da togliere il fiato: reattività e velocità ai massimi livelli, sembra una reflex e non una mirrorless, e l’AF è precisissimo anche coi soggetti in rapido movimento. Sony non ha esagerato nel vantare le prestazioni della A9 e, seppure in questo breve test fotografico, non siamo mai riusciti a metterla in difficoltà con nessuna delle ottiche in nostro possesso, anche lunghe e relativamente poco luminose. Anche nel video le prestazioni sembrano all’altezza delle promesse, ma questo ci proponiamo di verificarlo durante il test approfondito.
Una foto scattata praticamente al buio a 25600 ISO. Il rumore, ovviamente, c'è ed è visibile, ma la foto è ancora ampiamente utilizzabile.
Il rumore alle alte sensibilità
In teoria è lo stesso sensore da 24Mpx della Sony A7, ma nella realtà dei fatti la Sony A9 si comporta meglio ed in maniera diversa: probabilmente il merito è più del software che del sensore, ma i risultati sono che la Sony A9 garantisce sempre migliori risultati della A7 II da 3200 a 12800 ISO grazie ad un diverso algoritmo di riduzione del rumore. Anche le JPG sviluppate in camera non hanno l’effetto acquerellato che contraddistingue le altre Sony per un eccesso di riduzione del rumore ed è come se si fosse guadagnato almeno 1 stop, ma la cosa ottima della Sony A9 non è solo il rumore più contenuto quanto il modo in cui vengono rese le foto alle alte sensibilità: non vengono persi i dettagli più minuti a fronte dell’intervento del software, i colori restano vivi ed il contrasto naturale. Questa è la vera differenza a favore della Sony A9 rispetto alla “vecchia” A7 II ed per questo che nelle foto sul campo e non in studio la differenza di resa alle alte sensibilità sembra ancora maggiore. Difficile ottenere una resa migliore con qualsiasi altra fotocamera, anche reflex, ed è difficile distinguere l’aumento di sensibilità tra 800 e 3200 ISO - le alte sensibilità di uso più comune - se non cercando il pelo nell’uovo al 100% sul monitor. Negli utilizzi normali ed agli ingrandimenti normali, è come se non ci fossero differenze: complimenti ai tecnici della Sony!
Uno scatto a 6400 ISO con il particolare della scritta in basso a destra. La Sony A9 non si pone come "Regina del buio" come la Sony A7s II, ma se la cava indubbiamente bene. Cliccare sulla foto per vederla di maggiori dimensioni.
L’esposizione è generalmente molto affidabile anche in automatico, così pure il bilanciamento del bianco, e non mancano tutte le consuete regolazioni manuali come nelle altre fotocamere della famiglia.
La Sony A9 a confronto con la Sony A7 II
Entrambe le fotocamere hanno il filtro anti-aliasing e questo rende l’aspetto delle immagini della A9 e della A7 abbastanza diverso da quello della A7r II, sempre più inciso. Alle basse sensibilità le differenze tra A9 e A7 II non sono poi così marcate e solo esaminando le foto al 100% si nota una maggiore nitidezza apparente della A9 derivante da un migliore trattamento del segnale, sia per l’anti-aliasing che per lo sharpening, soprattutto scattando direttamente in JPG. A 100 ISO in RAW la A9 è un filino più morbida della A7 II, accorgimento che la fa sembrare meno rumorosa. Quisquilie senza fare confronti in condizioni identiche nello stesso momento. A 400 ed 800 ISO possono continuare a ritenersi equivalenti e le vere differenze si notano dopo i 1600 ISO perché, in RAW, il rumore della A7 è sempre più vistoso di almeno 1 stop: la A9 a 6400 ISO ha circa lo stesso rumore della A7 a 3200.
Oltre i 6400 ISO la A7 II perde terreno con rapidità ed a 25600 ISO, al contrario della A9, è quasi inusabile e, fortunatamente, si ferma qui. La A9 può andare oltre e, a 51200 ISO, ha lo stesso rumore della A7 a 25600 ISO, ma - al di là della “grana” - e le immagini sono ben più pulite, ricche di dettagli e colori. La A9 può arrivare sino a 204800 ISO, ma le foto sono ormai - a nostro avviso - solo per emergenza: i miracoli non li fa nessuno.
Sotto, ho affiancato la foto scattata con la Sony A9 a 6400 ISO a quella scattata con la Sony A7 II a 3200 ISO. Come dicevo nell'articolo, la A9 guadagna circa uno stop in termini di rumore, ma le immagini nel mondo reale sembrano ancora migliori grazie alla tenuta dei dettagli più fini ed alla brillantezza del contrasto. I colori restano vivi anche alle alte sensibilità.
Conclusioni
Anche se questo non è un test approfondito, sono bastate due brevi prove sul campo realizzate durante la presentazione in Italia ed a Taiwan per capire che la Sony A9 è una grande fotocamera dalle eccellenti prestazioni, il punto di riferimento non solo nel mondo delle mirrorless ma anche delle reflex. Gli scatti di prova realizzati da me e Paolo Iammarrone grazie alla disponibilità di un rivenditore Sony hanno portato alle stesse conclusioni di quelli scattati da Li Ashin a Taiwan. La Sony A9 è una fotocamera per esigenze sportive e videomaker, molto valida e veloce, però molto costosa. Pochissimi i difetti e tanti i pregi ma, se non vi serve la massima velocità, prendete pure in considerazione l’ottima Sony A7r II. In quanto alla domanda iniziale, vale la pena passare dalla Sony A7 II alla A9? Se il prezzo non è un problema fatelo comunque, ma se non vi serve l’incredibile velocità e state attenti a come investite i vostri soldi, la risposta è sì solo nel caso vi troviate a lavorare molto spesso alle alte sensibilità perché sino ad 800 ISO è difficile distinguere le immagini scattate con l’una o con l’altra.
Rino Giardiello © 07/2017
Riproduzione Riservata
Si ringraziano Paolo Iammarrone per l’amichevole supporto per il test realizzato a Pescara durante l’evento organizzato presso il punto vendita Broadcast Center di Roberto Battaglia e Li Ashin per le verifiche alle alte sensibilità e le foto notturne scattate a Kaohsiung (Taiwan).
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