Il piccolo e leggero corredo mirrorless Sony A7 ha bisogno di ottiche altrettanto compatte ed il Sony 28mm F/2 è una di queste, per giunta offerta ad un prezzo molto conveniente rispetto alle più blasonate ottiche Zeiss - che comunque offrono la massima qualità che si possa desiderare.
Il Sony FE 28mm F/2 è quindi un ripiego per chi non può permettersi uno Zeiss? Assolutamente no: Sony ha dimostrato da anni di essere in grado di realizzare ottimi obiettivi e questo luminoso 28mm non ha rivali diretti in quanto a compattezza. Le prestazioni, come vedremo, sono comunque di tutto rispetto e, nell’uso normale sul campo, di ampia soddisfazione.
In mano
Intendiamoci, il Sony 28mm F/2 non è un obiettivo microscopico come il Sony/Zeiss 35/2.8, ma è senz’altro compatto e leggero coi suoi 200 grammi (è uno dei più leggeri 28mm luminosi in commercio) ed un diametro filtri da 49mm. La sua presenza sul corpo Sony A7 e nella borsa è oltremodo discreta. L’obiettivo risulta ben costruito e rifinito, baionetta e barilotto sono in metallo ad eccezione della parte superiore dove si innestano i filtri, che è in ottima plastica; plastica che comunque non ha mostrato alcun segno di cedimento neanche dopo diverse settimane di uso intenso. La messa a fuoco è fluida e morbida senza alcun gioco, molto comoda da usare grazie all’ampia superficie zigrinata. L’obiettivo viene fornito con borsa morbida di protezione e paraluce dedicato, ed è dichiarato resistente a polvere e umidità. Il suo schema ottico è di 9 elementi in 8 gruppi con una lente AA (Advanced Aspherical) e due lenti ED: sulla carta, grazie anche al diaframma a 9 lamelle pressoché circolari per un ottimo bokeh, non gli manca praticamente nulla per fornire ottime immagini, cosa che verificheremo sul campo più avanti.
Sotto: un dettaglio (crop al 100%) della foto in alto. Nonostante la brutta giornata il Sony 28mm F/2 ha fornito una buona resa cromatica pur rispettando i toni naturali.
Sul campo
Il Sony FE 28mm F/2 funziona in AF molto bene, è veloce, preciso e, su corpo Sony A7 II, non ha mai dato segno di particolari incertezze neanche in poca luce. In questi casi la messa a fuoco diventa più lenta, ma sempre molto precisa. E’ anche molto silenziosa, e questo la rende perfetta per le riprese video. Poiché l’obiettivo non muta le dimensioni durante la messa a fuoco (i gruppi ottici vengono spostati internamente) ed i filtri non ruotano, è molto agevole usare filtri digradanti e polarizzatori. Una nota particolare riguarda l’uso della ghiera di messa a fuoco in manuale: non è una ghiera normale come si è abituati, ma sfrutta il motore ed offre una comoda funzione: ruotandola con un gesto deciso, si passa dalla distanza minima all’infinito con una rotazione brevissima di circa 20°, mentre, ruotandola con delicatezza, la messa a fuoco sarà di precisione e lunghissima: praticamente si deve compiere una rotazione completa per passare dalla distanza minima di messa a fuoco all’infinito. Questa funzione è ottima sulla carta ma a me non è piaciuta eccessivamente, forse perché troppo abituato da sempre a percepire il reale movimento di messa a fuoco degli obiettivi. Suppongo che basti abituarsi!
La distanza minima di messa a fuoco di 29 cm in AF e 25 cm in Manuale è nella norma per un 28mm, più che sufficiente nell’uso normale a patto di non pretendere di usarlo per la macrofotografia.
Aberrazione cromatica
Davvero poca e ci si deve mettere in condizioni limite per scovarla ai bordi a tutta apertura. Nell’uso normale non si nota ed è facilmente eliminabile con qualsiasi programma di fotoritocco.
Vignettatura
A tutta apertura è evidente, ma si riduce diaframmando e scompare del tutto ad F/8.
Distorsione
La distorsione a barilotto del Sony FE 28mm F/2 è semplicemente mostruosa, una delle peggiori che abbia visto di recente per un obiettivo di questa lunghezza focale. Per trovare di peggio bisogna arrivare al Samyang 14mm ed altri obiettivi supergrandangolari. A questa cattiva notizia, però, segue una buona: oltre al fatto di poter correggere la distorsione in fase di postproduzione, le Sony A7 - scattando in JPG - sono in grado di eliminarla del tutto direttamente in camera. Questo vale anche per la vignettatura ed il purple fringing: salvando in JPG ed impostando il menu in maniera appropriata, si avranno delle foto che non richiedono alcun intervento in postproduzione.
Una piccola considerazione: confrontando le immagini scattate con altri 28mm, si nota subito che la lunghezza focale del Sony 28mm F/2 è in realtà più corta (direi circa 26mm), perché Sony ha considerato la lunghezza focale dopo la correzione della distorsione, operazione che riduce il campo inquadrato. Quindi, scattando senza alcuna correzione della distorsione in situazioni dove non è necessario (per esempio, un paesaggio naturale) si avrà un obiettivo più grandangolare di quanto dichiarato da Sony, cosa che può fare comodo, se si accetta il calo qualitativo ai bordi estremi del fotogramma.
La correzione della distorsione via software ha, è bene ricordarlo, un prezzo e, ad essere pignoli, la risoluzione effettiva diminuisce nel momento in cui il software allunga o comprime i pixel dell’immagine. Ovviamente questo vale per qualsiasi obiettivo di qualsiasi marca, non solo per il Sony oggetto del test.
In alto, il file senza alcuna correzione in-camera e, sotto, la foto con il profilo applicato. Da notare che in foto prive di case e palazzi, la distorsione non si nota e si può apprezzare il maggior campo inquadrato.
Bokeh
Il diaframma a 9 lamelle arrotondate garantisce un’apertura circolare ed un bokeh molto buono per un obiettivo grandangolare. Nulla di eccezionale, sia ben chiaro, ma di solito il bokeh di questi obiettivi è abbastanza “nervoso” mentre quello del Sony 28/2 è morbido, in particolare alle brevi distanze.
Trattamento antiriflessi
Molto buono nella maggior parte delle situazioni fotografiche con la fonte luminosa nell’area inquadrata. Una maggiore sensibilità ai riflessi si ha quando la fonte luminosa è di lato ma, per queste situazioni, il paraluce è essenziale ed è compreso con l’obiettivo.
Nitidezza
La nitidezza al centro è molto elevata e costante dalla massima apertura sino ad F/11, valore oltre il quale entra in gioco la diffrazione ad abbassare la qualità. I bordi sono molto buoni anche a tutta apertura, ma visibilmente inferiori al centro sino ad F/5.6. Fotografando ad F/8 si giunge quasi al pareggio tra centro e bordi, ma nelle foto nel mondo reale con soggetti tridimensionali non si nota, salvo mettere il soggetto principale proprio ai margini del fotogramma. Il contrasto è elevato anche ai bordi a tutta apertura e le immagini sono sempre molto brillanti. Nelle numerose foto scattate per il test, ho avuto l’impressione che la resa del Sony 28/2 sia ottimizzata per le medie e lunghe distanze.
Conclusioni
Il Sony FE 28mm F/2 è davvero un ottimo obiettivo se si considera il prezzo di circa 400 Euro. Si può usare con grande soddisfazione anche a tutta apertura e la sua resa è sempre gradevole ed allineata agli altri obiettivi del corredo Sony. Le aberrazioni sono abbastanza evidenti, in particolare la distorsione, ma si eliminano con facilità anche in camera. Non è uno Zeiss e ci mancherebbe, ma a quel prezzo è impossibile trovare di meglio, a meno forse di affidarsi ad ottiche adattate.
Stranamente Sony ha previsto due aggiuntivi ottici (di buona qualità e quindi abbastanza costosi) per questo obiettivo: con il primo la lunghezza focale diventa un 21mm con una luminosità di F/2.8, con il secondo si ha un fisheye 16mm F/3.5. Onestamente, tenendo presenti prezzi, pesi ed ingombri, mi convincono poco, ma sarebbe da verificarne la resa. Di getto, necessitando di un supergrandangolare, mi verrebbe semmai da suggerire il vecchio Minolta AF 20mm F/2.8, nitidissimo e reperibile a basso prezzo.
Rino Giardiello © 07/2017
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