Per chi ama la fotografia ed il teatro, poter fotografare durante uno spettacolo, magari come fotografo di scena, è una grande felicità e opportunità.
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Fotografo in teatro sin dai tempi dell’analogico, quando neanche si immaginava potessero arrivare in futuro degli obiettivi zoom di elevata qualità e luminosità. La scelta era limitata a pellicole in bianconero, di solito da 400 ISO esposte ad 800 (io impostavo 1000 ed usavo un rivelatore da me realizzato ed ottimizzato per queste situazioni), ed una serie di obiettivi fissi luminosi. Pochi potevano permettersi i 180/2.8 originali, molto costosi e pesanti, e si cercava di fare miracoli con i 135/2.8, generalmente molto validi, leggeri e dal prezzo umano anche per chi si trovava, come me, in casa Zeiss con le Contax.
Ma poi arrivarono gli zoom - quelli buoni - e le cose cambiarono moltissimo, soprattutto in praticità. La parte del leone, nella fotografia in teatro e durante i concerti, l’hanno sempre fatta gli zoom 70-200 (a volte 80-200 ed a volte 70-210) che si rivelarono da subito i più adatti per questi generi fotografici perché:
1) Dimensioni e peso accettabili.
2) Prezzi ragionevoli se non si scelgono i modelli più blasonati (che spesso non offrono di più).
3) Grande luminosità costante di F/2.8 da un estremo all’altro dello zoom.
4) Elevata nitidezza, soprattutto al centro, anche a tutta apertura ed ai bordi.
5) Un buon trattamento antiriflessi in grado di resistere bene alle luci di scena.
6) Nessuna visibile differenza di qualità alle diverse focali.
Questi 6 punti, ormai risalenti ai tempi dell’analogico, spesso non autofocus, non sono mutati dagli anni ’70 ad oggi e potremmo aggiungere solo un settimo punto.
7) Un autofocus veloce, reattivo e preciso.
Ho adoperato numerosi zoom di quell’escursione focale (o simile) negli ultimi 40 anni e posso dire di aver visto la loro evoluzione. Prima gli zoom buoni erano pochi e costosi, oggi ce ne sono tanti, sia originali che universali, e la qualità è incredibilmente elevata senza costare un occhio della testa.
L’ultimo zoom 70-200 che mi è arrivato in casa è il SIGMA 70-200/2.8 DG DN Sports per fotocamere mirrorless full frame. È uno zoom di recentissima progettazione (vedi il test approfondito su Nadir) ed è stato realizzato senza compromessi dalla costruzione del corpo (solido e ben rifinito) al progetto ottico, alla parte meccanica che garantisce un autofocus preciso ed affidabile.
Come si può notare, il nuovo SIGMA 70-200 mantiene la stessa luminosità di F/2.8 dei suoi predecessori. Questo valore è ormai standardizzato da decenni ed è facilmente spiegabile perché: per realizzare un obiettivo F/2, la lente anteriore diventa ben più grande e, per farla molto buona, anche ben più costosa. Diventano più grandi anche tutte le lenti che seguono, aumentano le aberrazioni ed i difetti, aumentano i pesi ed aumentano le masse da spostare per ottenere la messa a fuoco (di solito tramite lo spostamento di un gruppo ottico interno). Spostare qualcosa di più grande e pesante richiede un motore più potente, quindi più grande e pesante anche lui, aumentano gli sforzi, diminuisce la velocità e, probabilmente, il tutto diventa anche più soggetto a guasti e rotture. Tante più lenti di grandi dimensioni sono anche più facili a subire le negative influenze delle luci parassite. In parole povere: il gioco non vale la candela (almeno allo stato attuale della tecnologia).
Ho quindi approfittato per provare a fondo sul campo il SIGMA 70-200/2.8 DG DN Sports durante le recenti rappresentazioni nel bel teatro comunale di Orsogna e l’ultima è stata una deliziosa commedia “Lo sciopero delle donne” tratta dal “Lysistrata” di Aristofane.
Come fotografo di scena, avevo la massima libertà di muovermi, ma non ho dovuto fare acrobazie perché, stando sotto il palco con il SIGMA 70-200, sono potuto passare dalle figure intere ai primi piani degli attori con grande facilità e spostandomi sotto il palco pr cambiare punto di ripresa. Ho dovuto usare il SIGMA 24-105/4 Art solo per qualche veduta d’insieme.
Il corpo macchina era la SIGMA fp L che non è certo l’ideale a causa dell’otturatore elettronico che, oltre ad essere più lento, può facilmente incorrere in problemi di flickering in luce artificiale. Ho tagliato la testa al toro impostando il tempo di 1/50 di secondo e lasciando che la sensibilità ed il diaframma si adeguassero automaticamente. Con la lettura spot sul viso degli attori, l’esposizione è risultata sempre accurata nonostante gli improvvisi cambiamenti di luce. La stabilizzazione dell’obiettivo ha compensato il tempo lento e nessuna foto è venuta mossa per quanto riguarda il fotografo (se gli attori si spostavano velocemente, sì, ma non ci stava male perché enfatizzava la gestualità).
Il SIGMA 70-200/2.8 DG DN Sports è stato straordinario perché, grazie alla sua elevatissima risolvenza ed ai 61Mpx della SIGMA fp L, mi ha consentito un ulteriore fattore di crop per migliorare alcune inquadrature senza perdere nulla in qualità.
Come dicevo, la SIGMA fp L non è certo un mostro di velocità, ma con il nuovo 70-200 lavora benissimo e diventa più reattiva. Per me che sono abituato a prevedere l’attimo per poterlo cogliere anche con l’analogico, non è mai stata un problema: quando ci si abitua alla propria attrezzatura, è anche più facile sfruttarla a fondo, cosa che molti fotografi non fanno, inseguendo la velocità a tutti i costi e pensando che la nuova attrezzatura migliori le loro immagini.
Le luci di scena, anche se sono fatte apposta per esaltare la gestualità degli attori, non sempre sono l’ideale per i fotografi. È facile che entri in campo qualche faretto e che possa creare riflessi o, peggio, velare l’immagine. Il SIGMA 70-200/2.8 DG DN Sports aveva dimostrato la validità del suo trattamento antiriflessi già durante il test e l’ha confermata alla grande in teatro. Nessun riflesso o, comunque, mai nulla di grave da far perdere un’immagine.
Colori o bianconero?
Di solito faccio la scelta prima del servizio ed il più della volta è quella di fotografare in bianconero (quindi di vedere direttamente la scena in BN per concentrarmi maggiormente sulle ombre, le luci e la recitazione), ma qui ho scelto di fotografare a colori per dare risalto ai tanti accessori in oro. Dopo poco ho notato che i particolari in oro non avevano nessuna importanza al fine narrativo - la gestualità degli attori contava di più - e sono tornato al mio amato bianconero, scelta che è stata molto apprezzata anche dagli attori quando hanno visto le prime foto, le stesse che accompagnano questo articolo insieme ad alcune a colori. Certamente, con il digitale, il problema è di secondaria importanza, ma a me piace pensare a come saranno le immagini già in partenza: scegliere bianconero o colore cambia il mio modo di fotografare e comporre le immagini. È una scelta e non un ripiego,
Conclusioni
Fotografare in teatro richiede, ieri come oggi, una buona dose di discrezione (non si devono disturbare né gli attori né il pubblico) e di previsualizzazione delle immagini: non si devono rincorrere i momenti sperando di farcela grazie alla propria velocissima fotocamera, ma anticiparli, mettersi in posizione ed attendere che avvengano. Uno zoom 70-200 è sempre stato l’ideale per questo tipo di foto e continua ad esserlo, specialmente se di alta qualità anche a tutta apertura come il SIGMA 70-200/2.8 DG DN Sports, ma non solo: rispetto al suo predecessore, che aveva un’elevata risolvenza al centro ma non ai bordi, rende il fotografo libro di comporre l’immagine come più gli aggrada perché non c’è nessuna differenza tra centro e bordi. Il peso contenuto mi ha permesso di sopravvivere a quasi 4 ore di riprese (le prove e lo spettacolo subito dopo) e questo è un aspetto da non sottovalutare.
Rino Giardiello © 2024/10
Riproduzione Riservata
Conclusions
The SIGMA 70-200/2.8 DG DN OS Sports for L-Mount and E-Mount full-frame mirrorless cameras has no competitors other than its brother for SLR cameras and has been further improved on this already excellent zoom. A very good quality zoom with consistent performance at all focal lengths, center and edges, with always brilliant and beautiful colors. The optical stabilization is excellent and, combined with the possibility of the SIGMA fp L to increase in sensitivity without showing too much noise, allowed me to shoot freehand even in very low light. Autofocus is very fast and accurate and it' perfect also for phothos during theatre and concerts.The new SIGMA 70-200/2.8 DG DN OS Sports is not a cheap lens, but it's a professional high-quality zoom, has a very good value for money and is part of the mount replacement program, which ensures greater longevity of the investment. In the L-Mount version it is compatible with the USB Dock to customize some functions.
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