FOTO NELLA FOTO: OLTRE L'APPARENZA. IL CROP
Agostino Maiello, marzo 2008

Scattare una bella immagine è senza dubbio una grande soddisfazione. Che la si ritiri dal laboratorio, o la si stampi in proprio, o anche la si visualizzi su un monitor e basta, una bella foto gratifica la nostra umana e perciò comprensibile aspirazione a realizzare qualcosa di bello (per non dire il nostro smisurato ego di fotografi...).

Quando però, per uno o mille motivi, la bella foto che pensavamo di aver scattato si rivela essere decente e nulla più, o comunque priva di interesse, ci può venire in soccorso il caro vecchio Photoshop.

Intendiamoci: pasticciare coi programmi di fotoritocco non può essere una scusa per recuperare foto altrimenti banali; ma avere un'idea dei percorsi creativi che si possono imboccare grazie al computer può essere uno stimolo a mettere mano ad un'immagine alla ricerca di particolari, giochi di forme e di luce, armonie casuali e sorprendenti. In una parola: sperimentazione. Può darsi cioè che partendo da un fallimento (lo scatto malriuscito) si scopra un universo di possiblità espressive che, dalla prossima volta, vengano usate in maniera consapevole e deliberata.

Del resto non scopriamo nulla di nuovo: la sperimentazione c'è sempre stata, anche ai tempi della pellicola: giocando con le doppie esposizioni, le sagome di cartone, la sintesi additiva e quant'altro. Chi volesse, anche solo per curiosità, iniziare ad esplorare questo mondo, può dare un'occhiata ai numerosi articoli presenti nella sezione dedicata ne "L'Antro di Merlino".
Ma oggi, dicevamo, c'è Photoshop (o chi per lui): chiunque disponga di un computer può dunque divertirsi a sperimentare sulle proprie immagini alla ricerca di… un'altra foto, di qualcosa che sia diverso dalla prima impressione visiva che si ottiene dallo scatto originale.

In questa pagina vediamo alcuni semplici esempi di quanto appena esposto. Siamo partiti da una banale foto scattata in riva ad un lago, non brutta ma globalmente priva di interesse:


I rami riflessi nell'acqua in primo piano possono già consentirci di ritagliare, all'interno del fotogramma, alcune immagini accattivanti:


Spingendoci un po' oltre e mescolando più colori, si può sconfinare ancor più nel grafismo:


La vegetazione in secondo piano, invece, ci spinge ad immaginare delle elaborazioni di questo tipo, ruotando l'immagine di 90 gradi:




Si noti come, nell'ultima elaborazione, l'aver ruotato l'immagine ci consenta di sfruttare la simmetria tra i rami ed i rami riflessi, simmetria che nello scatto originale non aiuta a rendere la foto interessante.
Continuando ad includere nel fotogoramma i riflessi di entrambe le masse della foto, si può ottenere ad esempio qualcosa del genere:


Come e perché?

Le elaborazioni proposte sono solo degli spunti, delle idee di partenza verso filoni tutti da esplorare a seconda di ciò che si ha in mente. Va osservato che non è necessario essere dei maghi di Photoshop per cimentarsi: sono stati utilizzati strumenti molto semplici (il Ritaglio, le Variazioni, e la Saturazione dei colori) per i quali basta davvero poca pratica.
Basta poco per rendersi conto che il modo migliore per ottenere buoni risultati non è tanto smanettare per ore su Photoshop, cercando di ottenere più o meno per caso qualcosa di visivamente gradevole; bensì ragionare fin dal momento dello scatto, cercando soggetti adatti ed immaginando a quali tipi di intervento li si potrà poi sottoporre.
In altre parole, alla fine tutto questo diventa un esercizio visivo e chissà che, a furia di sperimentare, non si finisca con lo scattare apposta determinate foto proprio avendo in mente uno specifico intervento di post-elaborazione. A proposito: se a qualcuno viene in mente il classico e mai superato concetto di previsualizzazione, sappia che ci ha azzeccato in pieno.

Agostino Maiello © 03/2008
Fotoelaborazioni di Felice Vannucci
Riproduzione Riservata