Testo del portfolio di Rino Giardiello pubblicato su "IL FOTOGRAFO PROFESSIONISTA":
Grafico e disegnatore di formazione, "convertito" all'apparecchio fotografico, lo utilizza in modo personale, dipingendo con la luce realtà irreali e metafisiche.
Nata come mezzo per riprodurre fedelmente la realtà, la macchina fotografica ha trovato talvolta nella sua storia chi, non lasciandosi intimidire dalle sue quasi magiche capacità, ha cercato di attribuirle ben altre valenze, finendo per trattarla né più né meno che alla stregua di un pennello o di una matita. È stata cioè considerata solo come il mezzo attraverso il quale si vuole comporre un'immagine. Immagine, si badi bene perché è qui la differenza, che non è detto debba necessariamente esistere già nella realtà.
Rino Giardiello si colloca in questa frangia estrema di artisti-fotografi, ma se molti si sono spinti a cercare nel reale e nella natura composizioni ed accostamenti, prospettive e tagli che creassero immagini inedite, Giardiello ha invece frugato direttamente nella sua fantasia.
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Attingendo dal proprio inconscio ha dato forma a soggetti surreali, nella sua ricerca volta a concretizzare in fotografia le sue visioni di una realtà solo sognata. Sicuramente lo ha aiutato la sua estrazione di grafico: egli infatti comincia giovanissimo ad esprimersi attraverso il disegno. Abile nel fumetto, ha lavorato per alcuni anni sia in Italia che all'estero in questo campo; si è poi iscritto alla facoltà di architettura, e forse è proprio in questi anni che, prendendo contatto con nuovi mezzi grafici e nuovi orizzonti di espressione artistica, vede nel disegno potenzialità enormi, non ancora sfruttate. Si dedica quindi allo studio e alla creazione di scenografie, sia teatrali che televisive, fino ad approdare alla grafica vera e propria, aprendo uno studio di arti grafiche e pubblicità, di cui è tuttora l'Art Director.
Ma la svolta delle sue capacità espressive risale proprio a quando è venuto in contatto con la sua prima reflex: immediata e profonda simpatia, anzi, un vero e proprio colpo di fulmine! Con l'irruenza tipica del suo carattere, Giardiello, 30 anni, napoletano per nascita e giramondo per convinzione, si butta ad approfondire le cognizioni tecniche, e ben presto sente il bisogno di esplorare fino in fondo le possibilità del suo nuovo strumento, travalicando i limiti convenzionali alla ricerca di una sua personalissima forma di espressione e di interpretazione del surreale e dell'onirico.
Trova proprio nella fotografia il mezzo più adatto per realizzare questi lavori grazie all'immediatezza e alla relativa semplicità del sistema con cui arriva alle sue immagini. Lavorando in studio, con pazienza infinita, abbinando alla fotografia quelle tecniche che gli erano già note, utilizza cartoncini ritagliati, miniscenografie, oggetti di uso quotidiano, sapientemente illuminati e accostati in modo inusuale, e attraverso la tecnica delle impressioni multiple riesce finalmente a fondere il tutto in immagini fantastiche, rese più forti e più incisive proprio dalla verosimiglianza dell'immagine fotografica.
"Per questi lavori, dice, ho bisogno di pellicole dalle caratteristiche costanti e dalla resa cromatica eccezionale: abitualmente uso le pellicole KODACHROME Professional 25 e 64, più raramente l'EKTACHROME 64 Professional."
Oggi Rino Giardiello ha definitivamente affiancato alla sua attività di grafico quella di fotografo. Di sé dice, infatti, di essere "grafico e fotografo pubblicitario", e aggiunge "felice di ciò che faccio, anche se spesso le gratificazioni sul piano economico non le ricevo dai lavori che più mi danno soddisfazione."
Questa sua urgenza di ricerca Giardiello la porta con sé anche nella vita privata: gli piace viaggiare, spesso con tenda e sacco a pelo, che resta per lui il modo più vero per percepire la realtà che ci circonda e per conoscere gente. Quindi, tutte le volte che può, "fugge" dalla vita e dagli impegni di tutti i giorni (oltre al suo lavoro deve trovare il tempo per la tesi di architettura, che prosegue a rilento, risente della mancanza di tempo), portando con sé solo la reflex e la chitarra. Ci tiene a chiarire che "però, nonostante le apparenze, sono una persona precisa, soprattutto sul lavoro!".
Collabora con la rivista REFLEX con una rubrica mensile, "L'antro di Merlino", nella quale racconta al pubblico amatoriale come dietro ad opere apparentemente così complesse non ci siano in fondo tecniche ultracomplicate, bensì solo tanto amore per il proprio lavoro, molta fantasia e, perché no, un pizzico di follia.
Sopra: la prima delle 4 pagine di portfolio interamente dedicate a Rino Giardiello
ed alle sue foto della serie "Graffiti di Luce" ed "Impressioni di Venezia"
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