ROLLEI 35
Un piccolo mostro di miniaturizzazione e qualità: la storia
Rino Giardiello, giugno 2021

La Rollei 35 TE è stata la mia prima compatta in assoluto e, all'epoca, mi era sembrata l'unica fotocamera che potesse sostituire degnamente, quando non volevo portarla con me e volevo uscire leggero, la mia reflex Contax facendomi restare "in famiglia" grazie agli obiettivi Zeiss.

Rollei 35, la storia

Di compatte 35mm ne esistevano già molte, ma ancora nessuna di pari qualità e dotata di obiettivo Zeiss: dobbiamo attendere oltre un decennio per vedere le Minox, l'Olympus XA, la Contax T e la Leica Minilux. La Rollei fu quindi una scelta obbligata, ma anche una scelta d'amore: come non innamorarsi di quel piccolo mattoncino dalle forme squadrate eleganti e forti, squisitamente tedesche? L'unico appunto che potevo farle, all'epoca, era che, come dimensioni, poteva anche essere la famosa "compatta da taschino", ma il taschino lo sfondava a causa del peso: 380 grammi!

Rollei 35, il retro

Mesi fa adoperai proprio la mia Rollei 35 TE per la scherzosa apertura della videorecensione della Sigma fp L, un mattoncino anch'essa e dalle forme che sarebbero potute uscire dalla penna dello stesso designer tedesco. Entrambe solide e ben realizzate, entrambe 35mm (oggi "Full Frame"), la Sigma fp L è più grande solo perché ha le ottiche intercambiabili e deve ospitare il generoso innesto L-Mount mentre la Rollei se la cava con un minuscolo obiettivo estraibile.

Rollei 35 Vs Sigma fp L

Nadir Magazine è presente anche su YouTube con le versioni video dei nostri test. Sottoscrivete il nostro canale per restare sempre informati e per aiutarlo a crescere.

La piccola Rollei 35 coincide con la svolta voluta dal nuovo direttore generale Heinrich Peesel nel 1964 quando l'azienda cominciava a perdere smalto e a non offrire nulla di nuovo. Peesel rivoluzionò l'azienda in tutti i sensi, da quelli fisici demolendo centinaia di metri di muri e ridimensionando l'intero sistema amministrativo. Disse basta alla sola produzione di Rolleiflex e Rolleicord, esaminò i prodotti della concorrenza e sentenziò che servivano prodotti più moderni e competitivi a costo di ricorrere alla collaborazione con aziende esterne. In poco tempo vediamo il listino Rollei arricchirsi di numerosi prodotti come la Rollei 35, la reflex monobiettivo professionale 6x6 SL66, cineprese, proiettori per diapositive e flash.

La ventata di novità ebbe l'effetto sperato ed il mercato accolse favorevolmente i nuovi prodotti. Entro la fine degli anni '60 il fatturato dell'azienda è più che triplicato e continua a crescere velocemente. Peesel decide quindi di riuscire a vendere bene i prodotti Rollei anche all'estero rivedendo i contratti di collaborazione, ma all'inizio degli anni '70 commise il primo errore: ritenendo che il costo della manodopera tedesca fosse il grosso problema nella guerra dei prezzi contro i prodotti giapponesi, Peesel decise di spostare a Singapore parte della produzione Rollei tra cui quella della fotocamera oggetto di questo articolo e lì nacque anche la reflex Rolleiflex SL35 (bella e robusta, ma non in linea coi tempi, superata prima ancora di essere messa in commercio).

Il mercato non digerisce bene il "Made in Singapore" anche se si tratta di uno stabilimento Rollei e non di un oscuro fabbricante asiatico, per cui, dopo anni di alterne vicende legate anche alle vicissitudini politiche di Singapore, le professionali 6x6 tornano ad essere fabbricate in Germania. Siamo alla fine degli anni '80.

Rollei 35, l'interno aperto

Il caricamento del rullino non era dei più agevoli, ma una volta fattaci l'abitudine, ci si metteva un attimo. Dall'interno si nota la grande cura della realizzazione meccanica del complesso obiettivo/diaframma/otturatore.

La Rollei 35 nasce da un progetto di Heinz Waaske, da lungo tempo progettista per Rollei e Edixa. Dall'esperienza maturata con la Edixa 16 che usava la pellicola da 16mm, Waaske pensò che i tempi erano maturi per un'altra minuscola fotocamera, ma dotata di pellicola 35mm, quindi in grado di offrire una qualità di gran lunga superiore.

La prima Rollei 35 (solo "Rollei 35" nonostante avesse lo Zeiss Tessar, ma le diverse sigle diventarono necessarie in seguito quando ci furono più modelli con caratteristiche ed ottiche diverse) venne presentata alla Photokina del 1966. Un sorprendente mattoncino che riusciva ad incorporare una normale pellicola 24x36 ed un ottimo obiettivo Carl Zeiss Tessar da 40mm F/3.5, in soli 97mm di larghezza, 64 di altezza, 42 di profondità e 362 grammi di peso senza batteria e rullino. Sul frontale dominano, graficamente, tre cerchi: quello centrale è l'obiettivo rientrante dotato di otturatore centrale Compur e diaframma a 6 lamelle; gli altri due sono le ghiere dei tempi e dei diaframmi. Insieme alla ghiera dei tempi, da 1/2 secondo ad 1/500 di secondo più la posa B, c'è quella della sensibilità, da 25 a 1600 ASA. L'esposimetro era Gossen: in pratica la Rollei 35 era realizzata con la migliore produzione tedesca dell'epoca.

Rollei 35, tempi e diaframmi

La ghiera dei diaframmi comprende anche quella delle sensibilità mentre quella dei tempi, forse per amor di simmetria, incorpora un semplice promemoria del tipo di pellicola caricata (mai utilizzato).

Una meraviglia, rispetto alla concorrenza, il mirino Albada: di una trasparenza e nitidezza incredibili, non aveva nulla da invidiare neanche alle concorrenti più costose che arrivarono in seguito.

Nulla era lasciato al caso e, visto che sul tettuccio non c'era lo spazio per la classica slitta con il contatto caldo per il flash, fu inserita nella parte inferiore insieme all'attacco per il treppiedi, il contapose, il manettino per il riavvolgimento e lo sblocco per la rimozione del dorso.

Rollei 35, la parte inferiore

Poiché lo spazio era poco e l'obiettivo era rientrante insieme a diaframmi ed otturatore, la messa a fuoco - purtroppo solo manuale senza l'ausilio di un telemetro - avveniva facendo spostare solo le due lenti anteriori. La Rollei 35 è un concentrato di idee geniali e soluzioni tecniche di grande qualità ed eccelsa realizzazione (credo che la maggior parte delle Rollei prodotte sia ancora perfettamente funzionante come la mia modesta "Made in Singapore" con obiettivo Tessar "Made by Rollei").

Rollei 35, Il Tessar Made by Rollei

A differenza delle prime Rollei il cui obiettivo era marcato "Carl Zeiss Tessar", le Rollei "Made in Singapore" sono equipaggiate con un "Tessar Made by Rollei".

L'obiettivo di partenza della Rollei 35 fu un ottimo Carl Zeiss Tessar 40mm F/3.5 dalla qualità straordinaria. Quattro piccole lenti in grado di fornire nitidezza e contrasto favolosi (non è un caso che il Tessar fosse anche chiamato "Occhio d'aquila"), una resa bella sia con le pellicole a colori che con il bianconero. Purtroppo la qualità dell'obiettivo viene spesso mortificata dalla messa a fuoco spesso non precisa visto che avviene solo "a stima", cosa particolarmente difficile alle medie e brevi distanze in particolare coi diaframmi più aperti: non illudetevi di poter ottenere foto nitidissime ed a fuoco con soggetti distanti un paio di metri a F/3.5. Anche il successivo Tessar 40mm F/3.5 costruito a Singapore e marcato "Made by Rollei" non è da meno ed è difficile notare differenze. Al Tessar venne successivamente affiancato un più pregiato e costoso Sonnar 40mm F/2.8 composto da 5 lenti che ha fatto a lungo dibattere gli appassionati come avveniva anche per le biottiche 6x6: meglio il Sonnar o il Tessar? Il Sonnar è senz'altro un obiettivo più corretto e luminoso (anche se di poco) del Tessar, ma questo ha, dalla sua, un notevole contrasto ed una maggiore risolvenza al centro. Non se n'esce, ma alla fine - per me - non è questione di mire ottiche e test, ma di gusti. Ho scattato ottime foto con entrambi.

Rollei 35, la storia

La carriera della Rollei 35 prosegue per molti anni ancora e furono rilasciate molte serie speciali e limitate per la gioia dei collezionisti e dei VIP compresa la Regina Elisabetta: placcate in oro, in platino, rivestite in vera pelle pregiata, White Magic e Black Magic, fino alla sobria "Classic Titanium" che conclude la storia delle Rollei 35 nel 1991.

Di fatto, la Rollei aveva finito il suo ciclo di vita intorno alla metà degli anni '80 con diversi modelli anche più economici e semplificati (vedi il modello con ottica Triotar 40/3.5) e, con l'aggiunta di componenti elettroniche come nelle fotocamere similari, non è stata però ottenuta l'estrema longevità dei modelli meccanici che, anche senza batterie ed esposimetro, continuano a funzionare ed a permetterci di realizzare ottime foto. La mia Rollei 35 TE, modello successivo alla Rollei T, è stata prodotta dal 1979 al 1981, e funziona ancora benissimo al contrario delle varie Minox e Contax T la cui parte elettronica, purtroppo, ha dichiarato forfait.

Rino Giardiello © 06/2021
Riproduzione Riservata

Articoli correlati
• La Rollei 35 sul Monte Rosa.
Tutti i modelli Rolleiflex SL35
Contax T2.
Olympus XA e XA2.
Leica Minilux.