Come sempre, un po' di storia...
L' idea era fantastica: un tubo con quattro lenti per raddoppiare la focale di qualsiasi obiettivo e, applicandolo al "classico" 135mm (oggi sostituito dal più versatile, ma spesso inferiore in quanto a luminosità e resa ottica, zoom 70/210), si provava il brivido di un "vero" tele 270mm. Poco dopo uscirono anche i triplicatori di focale, e con 400mm ognuno poteva sognare esotici safari nel cortile di casa. La modestia dei risultati fece però placare ben presto gli entusiasmi per duplicatori e triplicatori. Intorno agli anni '80 vediamo ritornare alla ribalta i duplicatori di focale, questa volta con 6 o 7 lenti e funzioni macro: non costano più poche lire, ma quanto un buon obiettivo universale. Quelli originali poi, spesso dedicati ad uno o più obiettivi particolari, costano una vera fortuna.
Nuova stasi del mercato e cambiamento dei gusti. Gli utenti scoprono gli zoom e nessuno vuole più il 50/1.7 o il 135/2.8 originali per sostituirli a pari prezzo con "entusiasmanti" zoom universali 35/135, 70/210, 70/300 e giù di lì, con luminosità variabile da F/3.5 ad F/5.6 (quando va bene). Questi zoom cominciano a rendere bene solo ad F/8 o F/11, ma la zoom-mania imperversa comunque. Sembrano finiti i tempi in cui i fotoamatori confrontavano la resa dei loro obiettivi fotografando mire ottiche e parlando di risolvenza, contrasto ed aberrazioni. Concetti come "distorsione" e "vignettatura" sono diventati sconosciuti ai più, ed i test sulle riviste reputano "sufficienti" o "buone" delle prestazioni che anni indietro avrebbero giudicate degne (o dovrei dire "indegne"?) di un fondo di bottiglia.
Tutti contenti delle inquadrature diverse offerte dagli zoom, spesso ottenibili muovendo qualche passo, i fotoamatori vogliono zoom sempre più spinti, tanto da riprendere in considerazione i vecchi duplicatori di focale. Mica male uno zoom da 150/600 mm con poche lire!
Sarà poi vero? Leggete l'articolo...
Cosa sono i duplicatori di focale?
Sono un vero e proprio sistema ottico composto da 4 o più lenti che allarga il cerchio d'immagine dell'obiettivo principale dando l'impressione (visto che se ne prende solo una parte) dell'aumento di focale. Poichè la distanza minima di messa a fuoco resta la stessa dell'obiettivo duplicato, si ha anche un notevole incremento del rapporto di ingrandimento. Il rovescio della medaglia è che viene raddoppiato anche il valore F del diaframma, il che significa un dimezzamento della luminosità. Così un obiettivo F/2.8 diventa un F/5.6, un F/4 diventa F/8, e così via...
Altro punto a sfavore è che l'universalità del duplicatore comporta una serie di compromessi e risultati molto diversi a seconda dell'abbinamento (discorso a parte meritano quelli dedicati), figuriamoci quindi con uno zoom! Un buon duplicatore di focale riesce sempre a mantenere una buona risolvenza, cioè la capacità di riprodurre linee sottilissime, ma nella maggior parte dei casi abbassa di molto il contrasto (la differenza tra i bianchi ed i neri, i chiari e gli scuri), fornendo immagini molto piatte che si notato soprattutto usando pellicole per diapositive.
Il nostro test
Abbiamo messo a confronto vari duplicatori di focale a 4 e più lenti abbinandoli a più obiettivi, originali di diverse marche, universali e, proprio per vedere cosa accadeva, con alcuni zoom. Non abbiamo provato quelli blasonati, costosissimi ed iperdedicati. Sono un discorso a parte, fuori dalla portata dei più, ed è stato impossibile procurarci le accoppiate obiettivi/duplicatori. Abbiamo scattato delle foto in BN a vari diaframmi, ingrandito e stampato dei particolari del centro e dei bordi e fatte le debite osservazioni che vi riportiamo.
Nota bene: i valori di diaframma sono sempre riferiti a quelli dell'obiettivo originale che, duplicato, perde 2 stop.
Duplicatori economici a 4 lenti (abbinati ad un buon obiettivo 200/4)
HOYA MC - diaframmando di uno stop rispetto all'apertura massima dell'obiettivo originale, la risolvenza al centro è davvero elevata ma i bordi sono impastati. Diaframmando maggiormente il rendimento peggiora anziché migliorare.
KENKO MC4 - Ad F/5.6 (11) ed F/8 (16) si ha la massima resa al centro con una resa accettabile ai bordi.
SIGMA 2X - È un duplicatore particolare, dalla resa elevata e con la possibilità di svitare il gruppo ottico interno diventando così un comodo tubo di prolunga. Resa elevatissima da F/4 ad F/8, con bordi accettabili.
TAMRON MC - Dignitoso nella globalità, con la resa migliore ad F/8 ed F/11. I bordi estremi sono insufficienti.
VIVITAR 2X - Al centro a tutta apertura la resa è davvero ottima, i bordi estremi mediocri. Accettabile nell'insieme.
PRAKTICA ZEISS JENA - È un vecchio duplicatore con passo a vite in mio possesso da decenni. Per curiosità ho voluto confrontarne il rendimento con i duplicatori più moderni di sopra. La definizione al centro non sfigura affatto fino ad F/8, i bordi estremi sono mediocri. La cosa incredibile è la brillantezza dell'immagine che lo fa sembrare quasi il migliore!
Duplicatori costosi a 7 lenti (abbinati allo stesso 200/4)
KENKO MC7 - Centro e bordi finalmente buoni con dei risultati quasi identici a quelli dell'obiettivo originale. Risolvenza comunque elevata da F/4 ad F/11. Globalmente un buon prodotto per togliersi la soddisfazione di fotografare con un 400mm (però di luminosità effettiva F/8, ricordatelo!).
TAMRON SP - Peccato che questo duplicatore sia adoperabile solo con gli obiettivi Tamron (va messo tra l'obiettivo e lo zoccolo Adaptall), perché la resa è davvero buona anche se non è superiore a quella del Kenko MC7.
VIVITAR MACRO - A differenza dell'economico Sigma che offre la possibilità macro smontando il gruppo di lenti (e quindi mantenedo la qualità dell'obiettivo originale diventando un comodo tubo di prolunga), il Vivitar offre la possibilità "macro" grazie ad un proprio elicoide di messa a fuoco che, sommato all'elicoide dell'obiettivo originale ed alla duplicazione della lunghezza focale, permette di raggiungere e superare il rapporto 1:1 a seconda dell'obiettivo a cui è aggiunto. La resa è molto buona, simile a quella del Kenko MC7.
I risultati ottenuti duplicando il 50, l'85 ed il 200 mm non sono molto diversi anche se effettuati con due corredi diversi. Personalmente non trovo molto utile ricorrere al duplicatore per raddoppiare il 50mm, ma può essere divertente farlo con un 200mm quando, saltuariamente, serve un 400mm. Duplicando un costoso zoom 80/200 di marca ho ottenuto dei risultati più che accettabili, mentre con un 70/210 di classe economica le diapositive erano sbiadite, come con foschia, tendenti al bluastro, con un contrasto bassissimo.
CONCLUSIONI ED ALTERNATIVE:
1) Il prezzo di un buon duplicatore si avvicina molto a quello di un discreto obiettivo universale di pari focale, che offre maggiori qualità e luminosità.
2) Compratelo solo se peso ed ingombro sono per voi fondamentali, altrimenti ricorrete ad un vecchio, economico "tubo da stufa" (i teleobiettivi a lenti) o ad catadriottico universale, anche di seconda mano. Vanno meglio.
3) Purtroppo ogni abbinamento fa storia a sé, quindi, se proprio siete decisi ad acquistare un duplicatore, provatelo con l'obiettivo in vostro possesso usando pellicole per diapositive. Una stampa standard 10x15 fa sembrare tutto buono.
4) Evitate di duplicare uno zoom se non aver verificato con degli scatti di prova, se il vostro ha una resa strepitosa o comunque per voi accettabile.
5) Come considerazione generale può valere che un duplicatore a 4 lenti avrà meno risolvenza (soprattutto ai bordi) di uno a 7 lenti, però avrà un contrasto più elevato ed una maggiore saturazione cromatica. Pensate quindi a quale genere di foto intendete realizzarci. Non sempre la resa ai bordi serve, soprattutto con le lunghe focali, soggetto al centro e poca profondità di campo.
6) Ma siete sicuri di voler duplicare a tutti i costi? In fondo un raddoppio del rapporto di ingrandimento lo potete ottenere anche facendo stampare le foto di dimensioni maggiori. La grana sarà più visibile, è vero, ma la qualità dell'immagine sarà molto simile se non superiore (lo ripeto, dipende sempre dagli abbinamenti e si va sul sicuro solo con duplicatori dedicati o di prezzo molto elevato).
Rino Giardiello © 1998
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