Il Planar 120/5,6 risale al 1965, costituito da 6 elementi in 4 gruppi, con una messa a fuoco sino a 0,95cm, per 600g di peso, complessivamente molto compatto, possedendo una lunghezza fisica di soli 8 centimetri. Il diaframma chiude sino a f/45. Poi nel 1973 è apparsa la versione nera e solo nel 1975 quella con trattamento T*. Nel 1982 è apparsa la versione definitiva CF, con luminosità portata a f/4 e messa a fuoco sino a 0,80cm. Avendo quest’ottica da tempo in corredo ed essendo convinto della sua eccezionale versatilità, ho deciso di usarla in questo viaggio come ottica tuttofare, sia per riprese ravvicinate che all’infinito, ove il Planar in realtà eccelle per planeità di campo. Il mio S-Planar risale alla metà degli anni Sessanta e non possiede il trattamento T* ma solo quello normale, tuttavia la resa del colore è molto naturale, occorre solo l’accortezza di non posizionarlo in netto controluce, ma agendo col flash in fill-in questa situazione viene solitamente evitata. Il tutto appoggiandomi naturalmente al solito, robusto cavalletto che sempre mi accompagna.
Occorre aggiungere che la caratteristica immobilità di questi rettili, specie di mattina, mi ha permesso di riprenderli con tutto comodo, piazzando il cavalletto anche a mezzo metro di distanza, chiudendo il diaframma solo sino a f/8, sempre però seguito attentamente dagli incredibili occhi indipendenti del camaleonte.
Anche i giganteschi e temibili coccodrilli, dalla impressionante dentatura, se ripresi al mattino presto nel fresco della boscaglia non mostrano scatti di nervosimo, semplicemente perché il loro motore interno necessità di diverse ore di calore per permettere alla gigantesca massa di muoversi in cerca di prede. Si tratta di animali che, se visti da pochi metri di distanza, possiedono la capacità di farti gelare istintivamente il sangue nelle vene e di riportanti indietro in un tempo indefinito, quando erano i rettili i veri dominatori del pianeta.
Quando poi è possibile chiudere il diaframma a f/16, come nel caso delle riprese ravvicinate delle piante, l’ottica dona il meglio di sé, con una meravigliosa sensazione materica, che fa sembrare realmente vivi i soggetti ripresi.
Purtroppo tutto ciò viene di molto vanificato nella trasposizione digitale per web, ma si tratta veramente di uno dei migliori obiettivi storici della Carl Zeiss per Hasselblad, messo talvolta in ombra dal successivo Planar 120/4, di più recente costruzione, che grazie allo stop in più di luminosità e la più favorevole distanza di messa a fuoco, risulta sicuramente più maneggevole e di uso più universale.
L’Isla Nublar di Jurassic Park esiste davvero, non con i rettili di milioni di anni fa, ma con una famiglia di rettili attuali, estremamente differenziati per forme e colori, esseri meravigliosi che solo la tavolozza di un grande pittore avrebbe potuto concepire: la Natura.
Pierpaolo Ghisetti © 11/2013
Riproduzione Riservata