*.CRW | Canon |
*.ARW | Sony |
*.NEF | Nikon |
*.PEF | Pentax |
*.ORF | Olympus |
In realtà il sensore della fotocamera "mediamente" acquisisce file a 12bit(*) per canale, che vengono poi convertiti a 16 nella scrittura del TIFF. La cosa importante da ricordare è che, a differenza della scrittura del JPEG, in questa fase non c'è perdita di dati.
Per notare queste differenze è possibile fare un semplice test riportato di seguito. L'immagine 1 è un semplice gradiente da nero a bianco.
Immagine 1 - File di origine
Immagine 2 - File elaborato
L'immagine 2 evidenzia il degrado del file a cui è applicato lo stesso intervento (regolazione dei livelli) in formato TIFF a 8bit, a 16bit, e JPEG con qualità medio-alta. La regolazione è stata abbastanza aggressiva, proprio per portare alla luce la tenuta delle tre impostazioni.
Come si può notare la perdita di dati più alta si ha proprio nel JPEG. In particolare sono molto evidenti i caratteristici "blocchi" tipici di questo tipo di compressione.
In conclusione, per l'acquisizione di immagini senza particolari pretese, il JPEG è ancora la migliore scelta proprio per il compromesso qualità/velocità offerto. Per avere immagini di alta qualità, da riprodurre o da stampare, è bene preferire il formato TIFF. Un flusso di lavoro efficiente prevede lo scatto in RAW, la successiva conversione ed elaborazione in TIFF a 16bit (se sono necessari ritocchi), ed infine il salvataggio in JPEG al massimo della qualità (o minimo della compressione). Il file così creato offre un ottimo compromesso tra livello qualitativo e portabilità.
(*) Attualmente alcune reflex digitali di ultima generazione come le Nikon D3 e D300, insieme alle Canon 40D 1DMkIII e 1DsMkIII, offrono RAW a 14bit per canale.
Paolo Limoncelli © 02/2008
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