LE CURVE CARATTERISTICHE DEI MATERIALI FOTOGRAFICI
Romano Sansone, maggio 2004

Le schede dei materiali sensibili, pellicole e carte per il bn e per il colore, contengono sempre le cosiddette curve caratteristiche che riassumono un importante numero di utili informazioni. Però bisogna saperle leggere, ed è quello che cercheremo di fare, attenendoci esclusivamente alle pellicole per il bn. L'analogia tra le carte e le pellicole per il bn è immediata, mentre un discorso sul colore sarebbe troppo complesso per essere sviluppato in questa sede da chi, come l'autore, non ha con esso che una superficiale dimestichezza.

Una tipica curva caratteristica è quella in Fig. 1 (le linee ed i numeri in rosso sono nostri), e rappresenta la densità in funzione dell'esposizione. Il concetto di densità è intuitivo e non richiede una precisa definizione, mentre il significato della scala dell'esposizione non è evidente; la cosa però non deve minimamente preoccupare, perché per leggere una curva caratteristica non è necessario conoscere l'unità in cui l'esposizione è stata misurata. Vedremo più avanti come interpretare questa scala.

Fig. 1

Gli elementi significativi della curva sono:

Lo sviluppo, al quale abbiamo accennato a proposito della densità di b+v, gioca un ruolo fondamentale nel determinare la posizione del punto iniziale e della pendenza, perché agisce contemporaneamente sulla sensibilità della pellicola e sul contrasto. La Kodak pubblica per le sue pellicole delle famiglie di curve relative a diversi gradi di sviluppo, la Ilford pubblica invece una sola curva caratteristica, ricorrendo ad altri diagrammi per illustrare l'effetto dello sviluppo. Un metodo vale l'altro, ma per semplicità soffermiamoci sul metodo Ilford, e per cominciare confrontiamo la HP5+ (Fig. 1) e la Pan-F (Fig. 2).


Fig. 2

Per la HP5+ la differenza di densità tra la zona VIII e la zona I è di 1.3, differenza generalmente accettata come valore di riferimento per stampare senza difficoltà su carta di gradazione 2 con un ingranditore a luce diffusa. Per la Pan-F invece la differenza di densità è di 1.55, che farà dire a chi la usa: "è più contrastata".

La questione in realtà si pone in termini leggermente più complessi: lo sviluppo con il quale sono state ottenute queste curve è tale da assicurare una densità di 0.1 al di sopra della densità di b+v se la pellicola viene esposta alla sua sensibilità nominale, in altre parole ci garantisce che se usiamo una 400 ISO si comporterà come una 400 ISO; ma a me fotografo cosa interessa che la Pan-F sia una 50 ISO, salvo poi imparare a vivere con il suo alto contrasto ed eventualmente a sfruttarlo per soggetti poco contrastati, oppure che sia una 25 ISO che si stampi come la HP5+? Se la risposta è la prima, mi atterrò alle istruzioni della Ilford, se è la seconda esporrò la pellicola a 25 ISO e ridurrò lo sviluppo in conseguenza, riportando il contrasto entro i limiti desiderati. Molti fotografi lo fanno "a naso" dopo tentativi più o meno numerosi, in realtà la soluzione era già scritta nella curva caratteristica.

Ora osserviamo le curve dalla HP5+ e della Agfa APX 100 (Fig. 3):


Fig. 3

Al contrario, mentre il contrasto della FP4 (Fig. 4) alla sensibilità nominale è simile a quello della Pan-F e l'andamento della curva tra la zona I e la zona VIII è abbastanza rettilineo, la parte alta della curva mette in guardia contro una latitudine di posa piuttosto limitata, perché oltre la zona VIII la curva tende a flettersi molto rapidamente, ed una sovraesposizione non seguita da una adeguata riduzione del contrasto mediante uno sviluppo appropriato porterebbe ad una irrimediabile chiusura delle luci.

Nadir Magazine ©

Fig. 4

Con questo crediamo di aver coperto i punti essenziali, ma questa escursione nel mondo delle curve caratteristiche non potrebbe concludersi senza alcuni avvertimenti:

Romano Sansone © 05/2004
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