Piccoli Campioni
Autore: Giovanni Mereghetti
Prefazione di Maurizio Capobussi
Introduzione di Dennis Curti
Formato 25x28,5cm, rilegato, testo in italiano
Pagine 112 con 51 foto a colori, Euro 18,08
Piccoli campioni. Bello, il titolo. Perché sottintende un'aspettativa, un programma di vita, un punto d'arrivo, un fuoco che cova, una promessa fatta a se stessi di primeggiare. Un impegno.
Chi vive l'agonismo, impegnato in prima persona, sa bene quali siano le sensazioni che passano nell'animo di un atleta. Ma quando si tratta di "piccoli atleti" c'è dell'altro: la partecipazione dei genitori e degli amici, il trepidare misto all'orgoglio per la piccola promessa che si sta rivelando. Una somma di sensazioni, un intreccio di emozioni, un coacervo di episodi, soddisfazioni, delusioni, incidenti e cadute, vittorie sull'avversario e su se stessi, maturazione del senso di responsabilità e della tenacia per raggiungere un risultato. Lo sport, è stato detto, per alcuni è un passatempo, per altri solo un business, per altri ancora un modo di vivere. Ed è quest'ultima accezione che merita un approfondimento. Soprattutto di essere capita, spiegata, trasmessa a tutti. Ecco allora l'intervento del fotografo, il momento magico, l'impegno della fotografia "sportiva". È una specializzazione vera, richiede la competenza di chi non soltanto conosce la tecnica, sa scegliere il teleobiettivo giusto e l'esatto tempo di otturazione ma anche, e soprattutto, di chi sa dove appostarsi, sa prevedere ciò che accadrà quando il campione uscirà da "quella" curva, sa immaginarsi che al culmine di quel salto si staglierà su uno sfondo non distraente e se necessario cancellato dalla scelta di un'apertura di diaframma davvero ampia, sufficiente a neutralizzare ciò che non conta, necessaria a valorizzare lui, il protagonista.
Alla fotografia di sport si chiede molto. Ed è facile celebrarla rammentando un commento di Samaranch, presidente del Comitato Olimpico Internazionale, che in una presentazione ufficiale disse: "Lo sport. Ecco, la sua popolarità sarebbe davvero poca, a livelli inimmaginabili, senza il supporto dei mass media." E ancora: "i fotografi sportivi appartengono ad una strana razza, diversa da quella degli altri esseri umani. Le grandi fotografie sportive sono piccoli miracoli."
È sicuramente assodato il grande ruolo della fotografia sportiva, inteso come modo di raccogliere le immagini "sapendo scegliere". È infatti così che la fotografia sportiva esprime al meglio se stessa: una forza di sintesi che la porta in vantaggio addirittura sulla televisione perché apre la strada alla possibilità di guardare a lungo un'immagine, di ragionarla, pensarla, valutarla. Capirla.
Rivolgere la forza indagatrice della macchina fotografica su piccoli campioni significa fare qualcosa di più. Proprio perché in questo caso si sottintende anche la promessa di un futuro, il batticuore di chi "si apre" ad un programma di vita giocato sull'impegno a competere. È dunque una fotografia che consente dell'altro: non soltanto permette di cogliere, con l'otturatore, il gesto atletico ma offre anche l'opportunità di misurare la propria sensibilità umana captando i sentimenti dei comprimari oltreché dei maggiori protagonisti. Nelle foto l'impegno dei "piccoli" è palpabile, consistente; l'azione è senz'altro da cogliere nell'attimo in cui si esprime al suo massimo livello. Ma il fotografo sportivo in questo scenario ha anche la grande opportunità di descrivere la partecipazione di papà-allenatori, di mamme-assistenti, di trainer impegnati nel far "diventare grandi" questi cuccioli d'uomo.
Sensibilità e istinto si dice che siano le doti essenziali di un fotografo, specialmente di un fotografo sportivo. È vero. Giovanni Mereghetti ci offre nelle pagine che seguono una bella conferma, pagina dopo pagina, sguardo dopo sguardo. L'obiettivo, lo si vede subito, sa leggere nei volti dei protagonisti; il suo vetro non è freddo, impassibile nel registrare. E anche il volume, afferma l'Editore, è un tassello di una collana aperta, non per niente battezzata "Semaforo Verde": si tratta dunque proprio di un varco transitabile per quegli autori che hanno da dire, un bell'impegno sul fronte dei comunicare. Una proiezione in avanti. Lo stesso impegno di chi è "piccolo", sì. Ma vuole essere "campione".
Maurizio Capobussi (giornalista e fotografo)
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"Conosco Giovanni Mereghetti da pochi anni, ma questa giovane amicizia non ci ha impedito di indagare a fondo su tutto il suo materiale fotografico, di costruire progetti comuni e di confrontarci sull'impostazione del suo archivio. Un archivio immenso, da grande viaggiatore, di appassionato e curioso conoscitore di storie e sentimenti...
Mi sono ritrovato a contatto con le fotografie di chi già sapevo amico degli altri. Un amico che sa guardare, che sa interpretare e, che all'interno di questo contesto sportivo, per inclinazione trovo vicino all'indimenticato Beppe Viola, e allo stesso tempo, per via della sua pacatezza sopra le righe, altrettanto vicino alla voce roca e spesso incomprensibile di Nicolò Carosio. Fra stupore adulto sugli occhi dei bambini ed azioni portate alla massima conseguenza della simulazione di un mondo professionista e ormai mitizzato, i personaggi di Giovanni Mereghetti svelano, per fortuna, la fragilità e tenerezza della giovinezza. Alcune immagini strappano il sorriso, altre richiedono attenzione formale, in quei gesti congelati in tempi di otturazione veloci, o lasciati liberi dall'effetto "mosso", c'è una storia personale di un bambino che, crescendo, appartiene sempre più a sè stesso, che richiede autonomia, soprattutto fiducia, soprattutto rispetto."
Denis Curti
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