Nato a Philadelphia nel 1950, membro dell'agenzia Magnum dal 1986, vincitore dei più prestigiosi premi internazionali dedicati al fotogiornalismo, Steve McCurry non ha bisogno di presentazioni. Dopo Milano, una sua splendida collezione di 240 immagini (tutte a colori, com'è nel suo stile) approda alla Galleria Nazionale di Perugia, dove sarà visibile fino al 5 Settembre.
La mostra, ideata e curata da Tanja Solci, si avvale di un affascinante allestimento di Peter Bottazzi: alberi metaforici (ma se si inciampa le cadute sono reali, perciò occhio) che offrono allo sguardo del visitatore magnifiche stampe, in un percorso aperto, non strettamente sequenziale, dove il Sud e l'Est del mondo sono visti e raccontati con lo stile tipico di McCurry: molto intenso e d'impatto, e con la rara capacità di fermarsi sempre un attimo prima dell'eccesso, dell'effetto fine a sé stesso. Quando la tecnica, il talento, la professionalità e la sensibilità si fondono in un composto equilibrato, saltano fuori dei capolavori, e di capolavori in questa mostra ce ne sono diversi: immagini da mozzare il fiato per completezza e beltà.
Birmania (che in realtà si chiama Myanmar, e che è sotto una dittatura militare da anni, ma nessuno ne parla né sente il bisogno di esportarci la democrazia) o India, Afghanistan o Tibet che siano, lo stile di McCurry si rivela sempre con pienezza offrendo ritratti, ritratti ambientati o immagini da reportage che spingono sempre l'osservatore a stabilire una relazione, una connessione con il soggetto ripreso. E qui bisogna anche fare un piccolo sforzo: quello di superare il facile apprezzamento istintivo, basato sullo stupore (nel senso classico del termine, come da dizionario etimologico: "stato dell'animo di colui che vedendo o sentendo cose meravigliose e grandi, resta muto") verso dei soggetti interessanti in quanto esotici - agli occhi di noi Europei, naturalmente; e cercare invece di leggere la foto con un occhio ed un cuore più neutrali, più aperti ed innocenti, valutando l'immagine in maniera più compiuta senza fermarsi al superficiale piacere di ammirare un vestito tibetano avvolgente e colorato o la tenue dolcezza degli occhi a mandorla di una ragazza cambogiana.
La capacità di coniugare il rigore estetico e la qualità tecnica con una ricchezza ed una densità di contenuti è ciò che distingue un grande fotografo da chi non lo è, e non c'è bisogno di dire che McCurry appartiene alla prima categoria. Molte immagini dei vari conflitti che McCurry ha documentato sono tanto belle da un punto di vista esteriore quanto terribili se si guarda ai loro contenuti. La speranza è che proprio la forza di queste testimonianze contribuisca, foto dopo foto, mostra dopo mostra, a contribuire alla crescita di una coscienza collettiva più recettiva e sensibile agli orrori sparsi per il pianeta.
Estraneo e familiare ai suoi soggetti allo stesso tempo (per usare una sua espressione), McCurry apporta il suo non marginale contributo a questa tendenza.
Agostino Maiello © 08/2010
Dove.
Perugia, Galleria Nazionale
Corso Vannucci 19, Perugia.
Quando.
11 aprile - 5 settembre 2010
Orari: tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 19.30. La biglietteria chiude alle 18.30
Biglietti: Intero € 8,00; Ridotto € 6,00 per minori di 18 e maggiori di 65 anni, gruppi di oltre 15 persone, universitari con tesserino, possessori della Card Perugia Musei e titolari di apposite convenzioni; Ridotto speciale € 3,00 per scuole elementari medie e superiori; Gratuito per minori di 6 anni, due insegnanti accompagnatori per classe, giornalisti con tesserino, disabili con un accompagnatore; Cumulativo € 9,00 valido per l’ingresso in mostra e nella Galleria Nazionale dell’Umbria.
Altre info.
http://www.stevemccurryperugia.it/