HERB RITTS - RECENSIONE MOSTRA
Andrea Casiraghi, marzo 2001

In occasione della mostra presso la Galleria Carla Sozzani, propongo un approfondimento su Herb Ritts: sono ipotesi di un'interpretazione che mi accingo a fare nella speranza di aprire un dibattito su uno dei fotografi più celebrati del secolo.

Le immagini di Herb Ritts sembrano essere ricche di una complessità psicologica e di una forza personalmente evocativa rara da trovare nel ritratto fotografico contemporaneo. La natura delle sue immagini risiede nella costante ricerca di particolari visivi da esaltare con metodico uso di componenti surreali e mentali. Fotografie differenti dalle solite riprese, alle quali ormai siamo abituati, diventano pezzi unici per la loro originalità e per il loro essere sempre differenti; sono immagini sempre ricercate nei più piccoli particolari, nell'esaltazione di un astrattismo mentale prima assiduamente contemplato e successivamente espresso.

Ritts ha fotografato una serie impressionante di personaggi pubblici, più o meno famosi, e di ognuno è stato in grado di dare una visione sempre differente e completamente slegata da un filo d'azione continuativo e identificativo. Lo stile del fotografo, pertanto, si delinea principalmente nell'astrattezza e nella surrealità fantastica delle espressioni o di quei particolari che tali le fa diventare. Ognuna vive per conto proprio, ognuna è lo specchio di una serie ipotetica di deliri personali, di paure, forse di angosce che sembrano nascere da incubi.

Il suo agire fotografico è discontinuo, privo completamente di uno stile rintracciabile: questo lo rende estremamente interessante e, soprattutto, riempie le sue immagini di una perenne originalità, quello che spesso manca nella ricerca ritrattistica dove lo stile di un fotografo, a volte, tende a prendere il sopravvento annullando il soggetto e rendendo monotono il lavoro. In Ritts invece emergono i personaggi attraverso l'evidenziazione di particolari somatici o estranei che ricalcano aspetti della vita di ognuno o metafore di comportamento e pensiero. La ricerca ossessiva del particolare, quindi, sta alla base di una fotografia per molti versi inquadrabile in quella corrente che fa del gusto per l'immagine il suo punto di forza, mostrando, attraverso essa, la linea di contatto tra le sfaccettate e umorali suggestioni personali e le più consone necessità di far emergere le "espressività esistenziali" del soggetto stesso.

Andrea Casiraghi © 03/2001
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