Non che i fotografi in
Italia siano osannati; se poi parliamo dei fotografi di
scena, ancor meno c'è percezione del loro operato. Ma
qualcuno finalmente cerca di ovviare…
L'allestimento della mostra, all'interno del Museo di Roma in Trastevere.
Nel 2001, a Roma, è nata l'AFS, Associazione Italiana Fotografi di Scena, il cui principale obiettivo è promuovere la figura del fotografo di scena, una figura professionale di grande importanza, spesso esclusiva responsabile del creare e tramandare la memoria di un film, ma ciò nonostante tenuta molto di frequente in scarsa considerazione, specie dal grande pubblico - non certo per cattiveria, bensì per semplice ignoranza, nel senso squisitamente letterale del termine. C'è chi cerca di combattere tutto questo, come appunto l'AFS, ed una delle iniziative portate avanti dall'associazione è la mostra "
Fotografi
di scena. L'occhio Indiscreto del cinema italiano",
visitabile al Museo di Roma in Trastevere fino al 1° aprile.
Un bell'allestimento di ottanta foto, sia a
colori che in BN, dei più grandi fotografi di scena italiani
(e sono tanti). Li citiamo tutti, perché se lo meritano:
Emilio Lari, Umberto Montiroli, Sergio Strizzi, Mario Tursi;
Roberto Calabrò, Giovanni Caramanico, Adriano Giordanella,
Bruno Rukauer, Gianfranco Salis; Philippe Antonello, Alberto
Ludovico Dionisi, Claudio Iannone, Fabio Lovino, Angelo
Raffaele Turetta. Tre generazioni di artisti, tutti capaci
di raccontare il cinema a modo loro, con stili e tecniche
diverse, e tuttavia mostrando tutti una grande sensibilità,
una notevole capacità non solo di "cogliere l'attimo" per
realizzare un'immagine bella in sé, ma anche di raccontare
attraverso quell'attimo una realtà più complessa quale
quella di un film. Naturalmente una mostra antologica come
questa non può che dare un'idea molto sommaria di quelli che
sono i lavori dei fotografi rappresentati, ma ben presto,
dopo aver guardato e riguardato le immagini dei film che si
conoscono bene, sorge il desiderio di voler andare oltre e
scoprire anche tutte le altre: in altre parole, è come se la
visione delle foto di scena fosse un complemento alla
visione del film.
Insomma, se il film racconta qualcosa, le foto di scena
ci raccontano la manifattura del film, e quindi aiutano
a capirlo meglio. Una buona foto di scena non è soltanto
un'istantanea di ciò che sta accadendo sul set;
l'abilità del fotografo di scena consiste nel saper
proporre un punto di vista nuovo, che non
necessariamente coincida con uno o più tra quelli del
regista, degli attori e del direttore della fotografia;
ma che invece spinga l'osservatore della foto a dare una
lettura diversa della scena ripresa. Anche perché,
mentre regista, attori e direttore della fotografia
operano solo sulla scena ripresa (dalla cinepresa) -
scena che diviene una porzione di realtà immaginaria,
ricostruita, isolata dal set, dalla troupe, e da "
tutto
il mondo fuori" (usiamo un celebre verso di Vasco
Rossi per arginare la deriva enricoghezziana che questo
articolo stava per prendere…) -, il fotografo di scena
invece può mescolare i due piani: la scena in corso e
coloro che la riprendono, o, in termini più eleganti, il
piano della finzione ed il piano della creazione della
finzione stessa.
Dunque i buoni motivi per visitare questa mostra sono
tre: il più immediato è guardare ottanta belle foto e
basta; il secondo è scoprire l'importanza di una figura
professionale troppo spesso trascurata; il terzo, per
gli appassionati di cinema (e chi non lo è si è
probabilmente fermato al primo capoverso di questo
articolo), è quello di (ri)guardare film già noti da
un'angolazione del tutto diversa, spesso inaspettata e
stimolante.
E' da segnalare anche che il 21 marzo, alle 17.30,
presso il museo ci sarà un incontro che vedrà presente,
oltre ad alcuni dei fotografi esposti, il prof.
Gianfranco Arciero, docente di varie discipline legate
alle arti visive con particolare riferimento agli
aspetti legislativi, nonché storico collaboratore di
Nadir.
Agostino Maiello © 02/2007
Riproduzione Riservata
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"MATRIMONI"
Fotografo di scena:
Philippe Antonello
Regia Cristina Comencini, 1998
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"MONELLA"
Fotografo di scena:
Gianfranco Salis
Regia Tinto Brass, 1997
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"LA VITA E' BELLA"
Fotografo di scena:
Sergio Strizzi
Regia Roberto Benigni, 1998
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IN
CONTEMPORANEA...
Nel medesimo museo, sempre fino al 1° aprile, c'è anche
un evento molto interessante dedicato a Roberto Rossellini.
E' un progetto culturale complesso che non si esaurisce solo
in una mostra fotografica, tutt'altro, ma anche volendosi
limitare a questa, la mostra merita comunque una visita
attenta. Si tratta di una serie di immagini realizzate da
Gianni Assenza che sono una documentazione visiva di una
faccia forse meno nota del grande regista: quella di uno
studioso attento e profondo, un "neoumanista multimediale"
alle prese con un grande progetto enciclopedico. La lettura
di appositi pannelli esplicativi, e di testi presentati
attraverso dei computer, è un prerequisito essenziale per
capire il senso delle immagini proposte.
INFO
Museo di Roma in Trastevere
Piazza Sant'Egidio 1b
Dal 10 febbraio al 1° aprile 2007; dal martedì alla
domenica, ore 10-20. Lunedì chiuso.
Tel. 06.82059127