La Fondazione MAST presenta per la prima volta in Italia un’esposizione personale della fotografa indiana Dayanita Singh, una delle figure più rilevanti della fotografia contemporanea.
Se, come me, non conoscevate Dayanita Singh ed avete la possibilità di visitare la bella mostra organizzata dal MAST a Bologna, non perdetela. La mostra resterà aperta sino all’8 gennaio 2017 e l’ingresso è gratuito per cui non ci sono scuse per non conoscere questa brava fotografa indiana e le sue belle foto in bianconero (alcune foto sono anche a colori) stampate nel formato quadrato che tanto ha affascinato generazioni di fotografi ma, attenzione, il formato quadrato non è un vezzo: le foto di Dayanita Singh nascono quadrate e la fotografa ama scattare ancora in analogico con la sua Hasselblad e le pellicole in bianconero. Ricorda con tenerezza la sua prima fotocamera, la vecchia Zeiss Ikon della mamma con la quale cominciò a fotografare in famiglia e scoprì la sua passione ed il suo talento.
Dayanita Singh è una fotografa che va oltre la fotografia e mi piace pensarla come ad una narratrice. Le sue belle foto, tutte scollegate tra loro, diventano un racconto unitario grazie alla cura dell’artista nel metterle insieme nei percorsi obbligati delle mostre che lei studia personalmente: attraverso una serie di arredi in legno – paraventi, carrelli, tavoli – costruisce ciò che lei stessa definisce “musei”. Queste strutture mobili, portatili e ampiamente modulabili, le permettono di conferire al suo lavoro una fisionomia mutevole e un significato sempre nuovo. Le foto hanno, dunque, una doppia valenza: quelle di opere uniche e quelle di racconto.
In questi “musei”, attraverso il racconto per immagini che viene creato diverso ogni volta, Dayanita Singh rielabora storia personale e storia collettiva, vita privata e vita pubblica, presenza e assenza, realtà e sogno, trasformandoli in un insieme frammentario ma pervaso da un forte senso di umanità, dall’interesse e dal rispetto profondo per tutto ciò che la circonda: persone, ambienti sociali, oggetti, archivi, macchine.
Le immagini esposte non hanno una collocazione fissa all’interno del percorso espositivo ma mutano in base al fluire narrativo di volta in volta scelto dall’artista, proponendo così allo sguardo dell'osservatore una sorta di gioco, un universo di immagini a metà strada tra l'archivio e la mostra, tra la collezione e la scenografia espositiva, tra l'armadio e il paravento.
La bella mostra allestita nella Photo Gallery della Fondazione MAST e ideata dal suo curatore Urs Stahel, propone circa 300 fotografie articolate in serie – oltre a Museum of Machines, anche Museum of Industrial Kitchen, Office Museum, Museum of Printing Machines, Museum of Men e File Museum, e alcune altre opere – che raccontano il lavoro e la produzione, la vita, la sua gestione quotidiana e la sua archiviazione.
Racconta il curatore della mostra, Urs Stahel: “Oggi Dayanita Singh è una delle artiste indiane più apprezzate sul piano internazionale. La mostra al MAST consente non soltanto di osservare le opere esposte, ma anche di conoscere da vicino una vita piena, ricca, dedicata interamente all'arte, una personalità forte e complessa, divenuta negli anni sempre più matura e consapevole, senza smarrire la curiosità, l’interesse per gli altri, il piacere del gioco.”
Rino Giardiello © ottobre 2016
Riproduzione Riservata
Mostra a cura di: Urs Stahel
Promossa da: Fondazione MAST
Le opere in mostra sono opere uniche, tranne File Museum e sono esposte per gentile concessione dell’artista e di Frith Street Gallery, Londra.
Museum of Machines, MAST Collection.
MAST.
via Speranza 42, Bologna
12 ottobre 2016 - 8 gennaio 2017
Apertura al pubblico mercoledì 12 ottobre 2016, ore 16.00 - 19.00
Orari di apertura
Martedì - Domenica 10.00 - 19.00
Ingresso gratuito