Michele Vacchiano (Torino, 1951) ha pubblicato numerosi manuali tecnici e libri di immagini. Specializzato nella fotografia in ambiente alpino, collabora con diverse agenzie fotogiornalistiche e con riviste italiane e straniere (tanto cartacee quanto on-line). Tiene corsi di fotografia e di semiologia delle comunicazioni visive nella sua città (ha insegnato tecnica ed estetica della fotografia presso la Scuola di Giornalismo e l'Istituto Superiore in Scienza delle Comunicazioni di Torino) e partecipa come docente ai corsi di qualificazione professionale organizzati dalle amministrazioni di diverse città e regioni d'Italia. Lavora sia in piccolo che in medio e grande formato, dedicandosi prevalentemente alla fotografia a colori.
"È molto difficile, per me, parlare delle Alpi da un punto di vista oggettivo. L'infinita libertà degli alti pascoli, delle brughiere d'alta quota e dei ghiacciai, scintillanti orizzonti di luce, induce in me uno stato dell'anima affine alla meditazione, un riacutizzarsi dei sensi che considero preludio indispensabile all'attività fotografica. Perché soltanto quando la mente e la realtà percepita diventano una cosa sola è possibile comunicare, attraverso le immagini, la propria visione del mondo, il profondo rapporto che si è stati capaci di instaurare con il soggetto. La fotografia della natura - lungi dall'essere un'attività di conquista ("catturare l'immagine" è l'espressione emblematica di una certa mentalità) - è in realtà un'avventura interiore fatta di conoscenza, di ricerca e di amore. È muoversi in silenzio, con rispetto, senza troppo disturbare i sussurri degli alberi e delle montagne, i colloqui misteriosi degli abitatori dei boschi, i riti del piccolo popolo alato che vive nascosto tra i fiori.
E andarsene con gratitudine, senza lasciare traccia del proprio passaggio."
"Sarà questo il significato profondo del nostro messaggio fotografico. E se qualcuno dei nostri spettatori condividerà il messaggio e lo farà suo, allora il nostro lavoro avrà davvero raggiunto lo scopo.
Sarà un segno che anche noi avremo lasciato nel mondo.
Una piccola impronta che resterà sul sentiero, alla fine del nostro cammino."
Rino Giardiello e Michele Vacchiano © 09/1999
Foto di Michele Vacchiano