Ezio Turus è, semplicemente e senza troppi giri di parole, un artista dell'immagine digitale. Nelle sue immagini, per le quali il termine "fotografie" ci appare inadeguato, il gusto classico per la composizione e per la pulizia formale si sposa perfettamente con un uso attento e consapevole delle nuove tecnologie e delle possibilità espressive che queste offrono. Qualcosa di inquietante ma allo stesso tempo di dolce e materno traspare da quelle figure femminili "sintetiche" che, nelle varie scene, sembrano rivolgersi all'osservatore con delicata sensualità. E non sono più o soltanto corpi di donna, ma entità allo stesso tempo astratte e vicine. Astratte perché la loro conformazione, i loro colori ce le assegnano ad altri mondi, ad altri universi; ma vicine perché, al di là di quello che è il loro aspetto esteriore, le vediamo e sentiamo coerenti con l'universo in cui si trovano, quello del resto della fotografia, universo che molto spesso appare vicino al nostro molto più di quanto si pensi.
