NAUFRAGI
Mostra fotografica di Carlo Riggi
Ilaria Baiocchi, luglio 2013

Intime e a tratti sognanti, le fotografie di Riggi sembrano puntare diritte al cuore di chi le osservi, oltre lo sguardo, al di là del momento in cui lo scatto le colse. Poesie per immagini di un tempo come rallentato, che scivola lieve al ritmo delle nubi nel cielo, accarezza ombre accennate, gioca con le onde del mare; un tempo sospeso, pervaso dal silenzio, ove tracce dell'umano passaggio raccontano atmosfere lievi, garbate e a tratti malinconiche, intime come i sussurri nella notte. Pulsano di una nostalgia che rimanda al ricordo del tempo trascorso, ai suoni attutiti dalla distanza, ai chiaroscuri che registrano lo scivolare della luce nel buio, come un abbraccio fra quanto è visibile e quanto non vuole svelarsi, se non nel sogno.

Distese liquide si perdono in un cielo carico di nubi, spumeggiano sugli scogli, cullano la luna, danzano col vento: perfetto esempio di austera e sfolgorante poesia tratta dal vero (come Ansel Adams amava definire la fotografia), le immagini in bianco e nero di Carlo Riggi parlano al cuore di chi le osservi, invitando lo sguardo a scivolare lento sino ai confini del rappresentato, oltre l'orizzonte che sfuma nel cielo e si perde in una dimensione 'altra'.

Protagonista di questi scatti delicati è il mare, per sua natura mutevole e incostante. Al suo cospetto le nubi incombenti, a tratti minacciose e cariche di pioggia, imprigionano e riflettono la luce, creando atmosfere rarefatte e suggestive; l'attimo non è semplicemente colto dall'obiettivo, ma ne risulta sublimato.
Passato, presente e futuro sconfinano l'uno nell'altro, creando uno straniante senso di silenzio al cui cospetto la figura umana, anche laddove compaia, si palesa discreta, più evocata che presente, quasi solo intuita grazie alle lievi tracce del suo passaggio, del suo esistere, del suo interagire con lo spazio.

Il tempo rallenta, sospeso in un limbo dall'atmosfera lieve, umile e malinconica, intima come i sussurri nella notte: lo sguardo dell'osservatore indugia sulla profondità del cielo, per lasciarsi cullare dalle onde, dal ricordo, dalla malinconia di una giornata che scivola nella notte, o attende il sorgere del sole.

Alcuni artisti hanno il dono di evocare nell'osservatore, attraverso il proprio lavoro, ricordi e sensazioni sopiti da lungo tempo, che in guisa di fantasmi bonari tornano a raccontare scampoli di una storia che è la nostra vita. Momenti, persone e luoghi legati al nostro inconscio riaffiorano come da un sogno, sostano e si offrono nuovamente al nostro sguardo, vividi e reali.
Riggi coglie la magia di ciò che nel mondo fisico è destinato a scivolare via, come accade per l'acqua, il vapore, la luce; raccoglie e salva un attimo sfuggente per offrirlo ad altri sguardi, rendendolo familiare, al di là del luogo geografico, al di là del tempo.

Queste opere volutamente prive di titolo, di coordinate precise, rivendicano l'incessante fluire di quanto rappresentato: perché pretendere di imprigionare l'immagine in un hic et nunc limitato, quando ognuna di esse può raccontare non una, ma mille storie?
Perdersi in un mare che pulsa al ritmo delle onde sotto cieli che mutano di continuo, o abbandonarsi allo sferzare del vento, mentre la sera si stende sulla spiaggia, rimanda all'alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni, della gioia e della tristezza.
Scatti delicati e intrisi di una nostalgia che ci accompagna quando attorno a noi regna il silenzio, accompagnato al desiderio di un abbraccio fra quanto è visibile e quanto non vuole svelarsi, se non nel sogno e nel ricordo.

Ilaria Baiocchi © 07/2013 e Nadir Magazine © 12/2013
Riproduzione Riservata

L'AUTORE E LA MOSTRA
"Naufragi", la mostra fotografica di Carlo Riggi, si è tenuta nel mese di luglio 2013 nella suggestiva cornice del Castello di Milazzo, con un ottimo successo di pubblico e di critica. Ecco come l'autore descrive l'esperienza di ri-portare nella propria città fotografie ed emozioni che a quei luoghi appartengono profondamente:

"Esporre fotografie nella mia città è un cortocircuito dell’anima. Identità scrupolosamente tenute distanti che si toccano, la dimensione creativa, “segreta”, che impatta gli spazi dell’ordinaria quotidianità. Contaminazioni ad alto gradiente emozionale. Fa paura guardarsi negli occhi tra gli specchi di casa, ma forse occorre pure, una volta tanto, lasciarsi accudire dai propri luoghi. Ho voluto che questo incontro avvenisse al riparo dell’elemento primigenio, il mare, la pelle che ci avvolge e definisce i confini del nostro Io individuale e collettivo. È il ritorno di un Odisseo per nulla epico, anzi, spaesato. Un approdo disarmato nella propria isola su una zattera piena di dubbi, alla immaginifica ricerca di profili ad un tempo familiari ed estranei, e dunque profondamente perturbanti. Lo sguardo devoto rivolto ad una madre maestosa e dolente, condannata a salvare i propri figli allontanandoli, rendendoli naufraghi di un comune ineluttabile destino: l’interminabile viaggio alla ricerca di se stessi. Un mare, il nostro, in cui è facile perdersi e incerto ritrovarsi".

Carlo Riggi, psicoanalista e fotografo, vive e lavora a Milazzo. Ha realizzato negli anni molte mostre fotografiche ed è stato selezionato nel 2004 tra i dieci migliori giovani fotografi italiani per esporre a Rivoli (TO) all'interno di una retrospettiva dedicata a Mario Giacomelli. Ha pubblicato diversi libri ed è autore di numerosi articoli di argomento psicoanalitico e fotografico. Ha collaborato con la rivista "Gente di Fotografia" e scrive di critica fotografica su Nadir Magazine.
L'autore è rappresentato da www.gtartphotoagency.com