Il viaggio di Luca Corbani nella terra dove il tempo sembra essersi fermato.
Esistono luoghi sulla Terra dove sembra che il tempo si sia fermato all’origine del nostro pianeta, aree vulcaniche come l’Islanda o il parco di Yellowstone ne sono un esempio, ma esistono anche piccole zone molto meno famose ma ugualmente affascinanti.
Uno di questi luoghi è il Rio Tinto, un fiume di circa 100 Km di lunghezza che nasce sulla Sierra Morena e sfocia nell’oceano Atlantico, in terra spagnola.
Il Rio Tinto scorre su una zona di affioramenti metalliferi (in particolare zolfo, rame, ferro, pirite, ecc...) che interessa i dintorni di Siviglia fino al confine portoghese.
L’acqua, combinandosi con il ferro e lo zolfo presenti nel suolo, genera ossidi di ferro che insieme ai solfati ed a piccole quantità di argento dà origine alla fanghiglia rossastra che rende il paesaggio unico e particolare. Sfruttata per l’estrazione di zolfo e ferro già in epoca romana, la valle del Rio Tinto è stata abbandonata dal punto di vista minerario all’inizio dello scorso secolo, trasformandosi da area estrattiva a meta turistico/naturalistica. Recentemente anche oggetto di studi scientifici, l’acqua del Rio Tinto, che si pensava priva di vita dato il suo grado di acidità (fino a pH 2.2), si è invece rivelata popolata da microrganismi elementari in grado di trarre energia vitale dalla trasformazione chimica di composti inorganici.
Nelle sue acque meno profonde, inoltre, alcune specie di alghe dal colore verde brillante riescono a realizzare il processo fotosintetico ed a proliferare. Per molti versi si può ipotizzare di vedere nel Rio Tinto ciò che si verificò agli albori della vita sulla Terra, quando la superficie terrestre era squassata dall’attività vulcanica ed il cosiddetto “brodo primordiale” (le pozze di acqua calda dove si svilupparono le prime catene di aminoacidi), si andava formando.
Alla luce di tutto ciò, unitamente ai dati ricevuti da Marte da parte della sonda Opportunity, anche la NASA si è interessata al Rio Tinto, dando vita al progetto chiamato Esperimento Astrobiologico di Tecnologia ed Investigazione di Marte.
Gli astrobiologi della società americana trovano nella valle del Rio Tinto molte analogie con quanto riscontrato sulla superficie marziana ed oltre a confrontarne i dati nell’intento di investigare la possibilità di trovare acqua sotterranea su Marte, stanno conducendo prove di trivellazione in modo totalmente automatizzato da replicare sul suolo del pianeta rosso.
Luogo primitivo ed affascinante questo bacino, dove il futuro e la preistoria si fondono come le sue acque con il minerale del suolo.
Luca Corbani © 04/2014
Riproduzione Riservata
L'Autore.
Luca Corbani abita in provincia di Novara, all’interno del Parco Ticino, e si dedica alla fotografia di natura da molti anni. Dal 2004 è iscritto all’A.F.N.I. (Associazione Fotografi Naturalisti Italiani). All'attivo ha già diverse mostre - sia personali che collettive - tra cui i “Laboratori di Natura” sui parchi naturali del Piemonte. Ha pubblicato su Fotografia Reflex, Priuli&Verlucca, Asferico, Ente Parchi del Lago Maggiore, Vivere la montagna, Edizioni Ladolfi.
Più informazioni e foto su Luca Corbani nel suo sito web: www.lucacorbani.it