Roberto Carnevali nasce a Modena nel 1968; il suo primo contatto col mondo della fotografia avviene molto presto grazie ad una Nikon FT3 del padre, e da quattro anni fotografa con continuità, avvertendo il fotografare come "un'esigenza, un modo per manifestarmi al mondo senza maschere, e attraverso ciò prendere sempre maggior consapevolezza di chi sono realmente".
Carnevali, che dal 2006 collabora come moderatore con il portale fotografico MaxArtis (http://www.maxartis.it), ha al suo attivo numerose pubblicazioni su libri e riviste (Fotografia Reflex, FotoCult), e ci ha presentato un suo lavoro sulla vita in provincia che reputiamo decisamente di buon livello. Lasciamo all'autore il compito di illustrarne motivazioni e contenuti, ed invitiamo i lettori a godere delle immagini e della loro apparente semplicità.
Scrive Carnevali:
L'idea alla base questo portfolio nasce all'incirca quattro anni fa. Esso è il frutto e il punto di convergenza di esperienze e necessità diverse, che solo nel settembre del 2006 hanno preso una forma definitiva nelle mie intenzioni, e hanno dato origine a questa ricerca fotografica. Nasco, sono cresciuto e vivo tutt'ora in una piccola città quale è Modena, e da sempre "respiro" quell'aria di provincia che la pervade.
Soprattutto negli ultimi anni, ho sentito la necessità e il desiderio di raccontarne la vita più intima, di cercare di coglierne le atmosfere e le tracce, e di farne un racconto per immagini. Quest'atmosfera si percepisce soprattutto nel centro storico della città, dove prevalentemente si svolgono questi "rituali" sempre uguali, che rendono senza tempo e senza un volto queste emozioni.
La vita di provincia non è fatta di attori protagonisti, non vi è spazio in essa per blasoni né nomi altisonanti. E' invece costituita - oserei dire si nutre - di presenze silenziose, sfuggenti, che attraversano la scena come meteore senza un nome. Queste flebili tracce di vite ordiscono trame apparentemente casuali e disordinate, sullo sfondo della città che immobile osserva e allo stesso tempo accoglie come una madre i suoi figli.
Si svela così davanti ai nostri occhi quel legame profondo e indissolubile, che lega sempre di più nel tempo gli uomini a questo tipo di vita. Osservando le persone più anziane è possibile vedere come ormai questo sia in essi radicato, e come nei più giovani si notino solo le prime tracce di questa inevitabile attrazione. In una società globale che cambia molto velocemente, e con essa l'aspetto e la vita nelle città, osservare questo perpetuarsi del provincialismo trasmette immediatamente un profondo brivido di piacere e infonde un senso di sicurezza.
In fondo queste sensazioni pervadono la mia persona, e hanno focalizzato la mia attenzione alla ricerca di esse.
Rino Giardiello © 06/2007
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