In un precedente articolo abbiamo presentato il 135mm come una valida alternativa agli zoom da 80-200mm. Riprendiamo l'argomento perché i criteri di comodità e versatilità addotti a sostegno dell'opzione zoom sono troppo generici per giustificare la rinuncia alla qualità dell'immagine che tale opzione comporta, ed il problema della qualità è ancora piu' pronunciato alle focali medio-corte. Nella vaga speranza che le nostre non siano parole buttate al vento vi proponiamo in quest'articolo un approfondimento della questione.
Che gli zoom siano comodi è fuor di dubbio. Che siano versatili
è un po' meno vero, perché se è indiscusso che
il loro campo di azione è più vasto, quella che viene
generalmente chiamata qualità di immagine è in realtà
un fattore limitativo per chi, per esigenze professionali o per il piacere
di produrre belle foto, considera importante la mancanza di distorsione
nelle foto di architettura, la nitidezza dei bordi, bestia nera degli
zoom alle grandi aperture, l'assenza dii riflessi e velature nelle riprese
in controluce. In altre parole, si possono fare ottime foto con gli
zoom, ma in condizioni relativamente ristrette, e, per paradossale che
possa sembrare, lo zoom fa bene la sua parte in un corredo di obiettivi
da usare in maniera ottimale in funzione delle condizioni di lavoro.
Il cacciatore di immagini che vuole fare tutto con un solo obiettivo
è la vittima inconscia della propria scelta. È in particolare
a questo tipo di utilizzatore che si rivolgono queste riflessioni.
Per inquadrare il problema:
Variabili conseguenti: | |
campo inquadrato | dimensione prospettiva |
dimensione | campo inquadrato prospettiva |
prospettiva | dimensione campo inquadrato |
Con uno zoom le variabili indipendenti sono distanza e lunghezza focale. Se si indulge nella pigrizia tanto diffusa tra gli zoomisti e si usa solo la lunghezza focale le cose vanno peggio che con una focale fissa, perché si può controllare il campo inquadrato e dover accettare la dimensione, o si può controllare la dimensione e dover accettare il campo inquadrato, ma non si puo' controllare la prospettiva, che rimane rigorosamente la stessa finché si sta inchiodati allo stesso posto.
Mettiamoci perciò nei panni dello zoomista intelligente che si sposta per cambiare la prospettiva a suo piacimento: possiamo far ricorso alla lunghezza focale per controllare il campo inquadrato accettando la dimensione, oppure per controllare la dimensione, accettando il campo inquadrato.
Pur mettendo in conto che anche gli zoomisti devono cercare il punto di ripresa migliore il vantaggio non è indifferente. Ma vale la pena di giocarcisi sopra la qualità dell'immagine? Saremo in condizioni migliori per deciderlo solo dopo aver esaminato il "quando".
Per lo scopo di questo ragionamento le situazioni alle quali il fotografo deve far fronte possono essere divise in due grosse categorie:
Romano Sansone © 12/2001
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