TACCAGNI!
Valerio Berdini, maggio 2002

Conosco moltissimi fotoamatori, anche voi probabilmente. Invece di parlare di tecnica, di recensire una mostra o un libro, questa volta voglio parlare un po' di voi. Riflettendo ho realizzato che c'è una disastrosa caratteristica comune a tutti, causa primaria del clamoroso insuccesso delle foto dell'ultima vacanza in Grecia o della comunione di Silvia. Fotoamatori, siete degli avari, incorreggibili taccagni!!

OK, OK, sono già arrivate le prime parolacce, Laura mi sta dando del matto; Paolo ha preso la calcolatrice e mi manderà una e-mail con la cifra spesa in 3 anni per il corredo; Francesco mi racconterà come ha messo insieme tutti i regali di laurea in un obiettivo 17-500 f/1.4 apocromatico, ultrasonico, ipercorretto con i vetri al fluoruro di calcio; Simona affermerà che ha rinunciato ad una settimana alle Maldive con il ragazzo per l'ultima reflex e poco dopo ha dovuto rinunciare anche al ragazzo… un attimo, non rinnego: avete capito bene, lasciatemi spiegare!
La stragrande maggioranza dei fotografi non professionisti evoluti (per usare la forma più brutta del già orribile ex-neologismo fotoamatore) prosciugano i loro conti, sono disposti a vendere madre e sorella per l'ultimo zoom o l'ultimo corpo macchina, passano giorni alla ricerca dell'affare nei mercati dell'usato, saltano da un corredo all'altro inseguendo l'inarrestabile mercato, ma restano degli inguaribili spilorci. Perché?

Perché, ahimè, lo sperpero si ferma alle lenti e ai corpi, spesso inutili e poco usati (come quel 35mm decentrabile che sembrava tanto un affare ma ancora deve scattare la prima foto decentrata "perché non ho soldi per il treppiede"!).
Dal momento che si è in possesso degli oggetti del desiderio, che tra l'altro non finiscono mai, tutta l'attività fotografica volge a cercare di risparmiare, risparmiare, e ririsparmiare fino all'ultimo centesimo. Le conseguenze sulla qualità le trovate in fondo al cassetto in soggiorno o nei raccoglitori per diapositive. Andate, andate a vedere.
Se leggete i newsgroup e le mailing list, se leggeste le decine di e-mail che la redazione di Nadir e qualsiasi magazine fotografico riceve quotidianamente, capireste cosa voglio dire.

  • Esempio 1: "Perché il mio corredo nuovo, pulito, spolverato che sto pagando con 1800 rate mensili fa foto uguali a quelle che facevo con la usa e getta trovata nel fustino del detersivo?"
  • Esempio 2: "Perché passando al medio formato non ho notato differenza di resa rispetto alle mie 35mm?"
  • Esempio 3: "Perché le stampe che escono dalla camera oscura sono piatte e grigie?"
  • Esempio 4: "Perché dopo un mese le foto in bianco e nero si ingialliscono?"

Potrei andare avanti con altre decine… mi fermo, lo so che siete impazienti.

I fotoamatori sono impazienti. Impazienti di vedere i risultati, impazienti quando passano del tempo in camera oscura, impazienti nel leggere questo articolo che non vuole arrivare al sodo.
Dal momento in cui pensate la foto al momento in cui la vedete ci sono molti passaggi. Proviamo ad elencarli, partendo dal soggetto reale fino al soggetto sulla carta: pellicola, fotocamera, obiettivo, treppiede, illuminazione, esposizione, illuminazione camera oscura, spirale, sviluppo, arresto, lavaggio, fissaggio, lavaggio finale con imbimbente, asciugatura del negativo, ingranditore, obiettivo, focometro, seconda illuminazione camera oscura, carta, filtri, sviluppi, arresto, fissaggio, lavaggio finale della stampa, asciugatura, montaggio, presentazione.
Se non ci credete contateli, sono 27! In quanti di questi puntate il vostro denaro? Ve lo dico io: due, fotocamera e obiettivo. I migliori possono arrivare a spendere qualcosa sul treppiede o il flash, pochissimi per l'esposimetro o un pannello riflettente. Nella più ottimistica delle ipotesi siamo a 5. Tutto il resto è volto al massimo risparmio.
Ora vi chiedo, se anche fosse vero che dei 27 passaggi complessivi i due in cui spendete il vostro patrimonio fossero i più importanti (e siamo molto lontani dalla realtà), quante speranze avete che alla fine l'immagine sulla carta sia fedele a quella che vedevate attraverso il mirino?
Per quale motivo spendere migliaia di euro per il corredo e poi risparmiare su tutto il resto?

Andiamo con ordine:

Pellicola: "tanto sono tutte uguali, questa me la regalano con il prezzo dello sviluppo"; bene, ma poi non lamentatevi dell'assenza di colori e della nitidezza. La scarsa risolvenza di un film scadente può annullare quella del migliore obiettivo sul mercato.

Treppiede: quanti di voi ne hanno uno e quanti uno in grado di sostenere quel megazoom che montate? Quelli buoni costano molto, vero, ma chiedete quanto costa riparare la macchina dopo che è caduta da una testa traballante. Ricordate che l'80% della mancata nitidezza di molte vostre foto è colpa del micromosso, evitabilissimo con un punto d'appoggio.

Illuminazione: in quanti avete un flash? No, non quello sopra al pentaprisma. Chi ha un pannello per schiarire le occhiaie dell'amata (che sarebbe finalmente felice di vedersi meno cupa)? Beh, ragazzi, un pannello bianco-argento pieghevole costa poche decine di euro, se ve lo fate con la carta argentata ne costa meno di dieci!

Esposizione: quei controluce che non vogliono venire nemmeno a morire, mai provato a usare un esposimetro? Vero, sono cari (sempre meno degli obiettivi che comprate), mai usato un cartoncino grigio? Costo zero, foto salvate moltissime…e potevate risparmiare sulla fotocamera e comprarne una più economica senza compensazione dell'esposizione.

Laboratorio: "pensa, solo 10 centesimi a foto, nel supermercato sotto casa, comodissimo!"; va benissimo, ma non lamentatevi con noi se il vestito da sposa di Claudia è bluastro, il laboratorio da solo è responsabile di 19 dei 27 passaggi che servono per ottenere una foto corretta. Pensateci la prossima volta, qualche euro in più vale un ricordo meno scolorito.

Montaggio: "comodi questi raccoglitori che regalano con la stampa", vero, comodi, se dopo 6 mesi nel cassetto vicino al termosifone la plastica si è attaccata e le foto sono tutte appiccicate, non chiedeteci come risolvere, ve l'avevamo detto.

Inizio a convincervi? Bene, entriamo insieme in camera oscura, molti fotoamatori adorano processare le loro foto, almeno quelle in bianco e nero. Questo è il posto dove l'operazione risparmio non è una pubblicità ma un modo di vivere! Andiamo avanti.

Illuminazione camera oscura: siamo sicuri che quella lampadina di nostro zio sia ancora efficiente? La finestra è ben oscurata? Una prova con un pezzo di carta e una moneta costa pochi cents e non più di 15 minuti, in quanti l'avete fatta? Una carta leggermente velata non si nota ma si nota l'assenza di brillantezza nella foto. Riflettete.

Spirale: è pulita? È intatta? Sono anni che la usate, sicuri che non sia la causa di quelle righe sul negativo? O ancora ve la prendete col venditore che vi ha dato una fotocamera con un pressapellicola micro rigato anche se non riuscite a identificarlo nemmeno al microscopio?

Soluzioni chimiche: ecco la causa prima di foto piatte e la prova inconfutabile dell'avarizia… quanto oltre il dichiarato usate il bagno di sviluppo, quanto il fissaggio, ogni quanto controllate le temperature? Uno sviluppo scadente non vi dà scampo, un fissaggio esaurito lo pagate a distanza e ve ne pentirete. Lavate bene la pellicola? Usate l'imbibente o lo shampoo che è nella doccia? Un litro di imbibente costa più dello shampoo, innegabile, ma vi dura anni e se non potete permettervelo non potete permettervi di fare i fotografi. Fine della storia.

Ingranditore, obiettivo, focometro: ci risiamo, milioni spesi per il primo obiettivo, il meno possibile per l'obiettivo da stampa. Provate a vederla così, la camera oscura è una macchina fotografica enorme, voi ci siete dentro. Non fate altro che una nuova fotografia del vostro soggetto preferito, per rigirarla dal negativo al positivo. Cosa vi fa pensare che mentre la prima merita un obiettivo di prima qualità la seconda possa cavarsela con un fondo di bicchiere? Cosa vi fa spendere milioni per una fotocamera AF e non 10 euro per un focometro che vi regala foto nitide e la grana secca che piace tanto? Fatemi sapere, sono in cerca di una risposta.

Carta: siamo al punto di partenza, pellicola scadente o scaduta, carta pure, uguale. Perché? E perché non imparare a fare tanti provini, una stampa prova e poi una stampa finale "fine art" nel modo in cui spiega l'Ansel Adams che leggete senza assimilare, come facevate col libro di filosofia al liceo? Costa troppo fare due stampe di una stessa foto? Umh, dubito, forse la selezione non è rigida, controllate. Una vostra foto, la migliore, non vale 3, 4 fogli 30 X 40 cm, meno di 10 euro? Sicuri che non potete rinunciare al cinema o a una birra? Se non potete forse dovete rinunciare alla fotografia, almeno a quella con la F maiuscola.

Montaggio: mai pensato di montare le foto su supporti rigidi, o incorniciate in maniera sobria ma efficace? Andate a vedere mostre, sfogliate libri, avete mai notato che le foto sono migliori quando ben presentate? Perché la vostra passione non dovrebbe meritare un trattamento uguale? Un altro passaggio che è infinitamente più economico del vostro corredo ma che evitate per pigrizia, impazienza e …per risparmiare.

Vi lascio con un suggerimento. La prossima volta che volete comprare un obiettivo da 1000 euro (il 35mm decentrabile di prima, o il 100 macro ipercorretto) per farci 10 foto l'anno e poi risparmiare su tutto il resto, pensate un po' di più a quante foto migliori potreste ottenere con quei 1000 euro investiti negli altri 25 passaggi che fanno sì che le vostre idee possano diventare le migliori immagini.

Valerio Berdini © 5/2002
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