SCEGLIERE L'USATO
Usato, d'accordo, ma che funzioni…
Agostino Maiello, settembre 2003

L'acquisto di un corredo fotografico usato è un'eventualità che si presenta con una certa frequenza soprattutto quando ci si diletta di collezionismo fotografico: in tal caso, anche una fotocamera inutilizzabile può andar bene, posto che si desideri a tutti i costi possederne un esemplare, e che il prezzo ne tenga conto.

Capita abbastanza spesso, però, che si acquisti una fotocamera usata per adoperarla; e qui il discorso cambia. E' vero: il materiale usato consente un notevole risparmio rispetto ai prezzi del nuovo, risparmio che generalmente è di almeno il 30% se stiamo parlando di un prodotto ancora moderno e magari in produzione, ma che cresce in maniera significativa man mano che l'età del pezzo aumenta (in senso generale: è chiaro che se si sfocia nell'antiquariato fotografico le quotazioni seguono una filosofia totalmente diversa). Inoltre, molto spesso il mondo dell'usato è l'unica possibilità per arricchire corredi ormai scomparsi dal mercato (pensiamo ai sistemi Olympus Zuiko, o alle Canon FD) o per provare l'ebbrezza di utilizzare "vecchie glorie" non più in produzione (e qui gli esempi possono essere decine: Nikon F3, Pentax LX, o qualunque altra gloriosa ammiraglia del passato ci venga in mente).
Com'è naturale, c'è il rovescio della medaglia: a parte l'idea di non possedere un prodotto nuovo, che è molto meno irrilevante di quanto si pensi, quando si ha a che fare con l'usato diventa essenziale garantirsi, per quanto possibile, l'affidabilità del materiale che si sta acquistando. In questo articolo cercheremo dunque di individuare una serie di controlli standard che ogni potenziale acquirente dovrebbe sempre effettuare. Invitiamo a diffidare di chi non consente di effettuare queste prove: stiamo acquistando un prodotto usato, magari da un privato, senza nessuna garanzia, e verificare che non ci stiano tirando un bidone dovrebbe essere un nostro diritto, oltre che una questione di correttezza. Chi non si conforma a questo principio non dovrebbe meritare i nostri soldi.
Ciò premesso, veniamo al dunque, premettendo che, seppure nel testo che segue partiremo dal presupposto di stare valutando una reflex, la gran parte delle indicazioni che daremo valgono anche per altre categorie di fotocamere (ad esempio le telemetro).

LA FOTOCAMERA

Come prima cosa si dovrebbe controllare, banalmente, se la fotocamera è in buone condizioni estetiche: la presenza di deformazioni, graffi o ammaccature non è chiaramente un buon segno. Parimenti andrebbe data un'occhiata alle guarnizioni di chiusura del dorso ed alle condizioni dell'innesto portaottiche. Tutto ciò potrebbe non voler dire nulla sul piano dell'affidabilità, ma è bene farsi un'idea precisa delle condizioni della macchina, per capire quanto è stata adoperata e come, al di là della sua anzianità. Spesso negli annunci di vendita si legge che la fotocamera è stata posseduta da un professionista: ciò significa che probabilmente è stata usata molto. Il classico amatore che la tiene bella lucida sullo scaffale e la usa una volta alla settimana forse sarebbe meglio... In ogni caso, dopo l'esame estetico, bisogna iniziare a verificare il corretto funzionamento dei vari componenti:

  • aprendo il dorso della fotocamera, controllare che il vano di alloggiamento del rullino ed il rocchetto ricevente siano a posto (graffi, dentini mancanti, ecc.) e che le tendine dell'otturatore non presentino danni, segni di olio, ditate, e così via.
  • caricando un rullino, verificare che la leva di carica funzioni (o, se la fotocamera è motorizzata, che il motore di avanzamento funzioni bene, regolarmente e senza rumori strani).
  • scattando a vuoto, verificare che lo specchio (se si tratta di una reflex) segua un movimento fluido, senza strascichi o rumori strani. Per far questo è consigliabile scattare a vuoto tenendo la fotocamera accanto all'orecchio.
  • Osservando l'interno della fotocamera senza obiettivo, accertarsi che le guarnizioni dello specchio siano intere (cioè senza pezzettini mancanti) ed a posto (sostanzialmente, che non siano sfilacciate o appiccicose). Sostituirle non è molto costoso, ma è bene sapere se si dovrà farlo.
  • Se lo specchio è sporco o graffiato vedremo un'immagine sporca solo nel mirino, ma la foto finale non ne viene influenzata. Sta a noi decidere quanto peso dare a questo aspetto.
  • Se invece è il vetrino di messa a fuoco ad essere danneggiato eventuali graffi o macchie potrebbero rendere difficoltoso mettere a fuoco e quindi pregiudicare la qualità dell'immagine finale.

Per quanto riguarda gli aspetti elettrici, se presenti, a seconda dei casi si possono effettuare diverse verifiche: collegando un flash, si può verificare se il lampo parte; ad occhio si può osservare se i contatti delle batterie sono corrosi o no; farli pulire o sostituire costa poco, ma se la corrosione si è trasmessa anche ad un componente interno la situazione diventa più seria. Sinceratevi che i contatti elettrici, se presenti, siano puliti. Se si tratta di macchine automatiche, con un obiettivo compatibile si può vedere se il corpo e l'ottica dialogano come dovrebbero (mostrando nel mirino le informazioni tipiche: tempo, diaframma, ecc.), ed ovviamente se funziona l'autofocus: è importante che il motore AF metta a fuoco rapidamente (provate a passare più volte da soggetti vicini a soggetti lontani, con rapidità), senza incertezze, ovviamente tenendo conto dell'età di realizzazione del modello. In ogni caso l'autofocus non deve produrre rumori strani. Verificare anche che il mirino sia chiaro e leggibile, lungo tutto il campo mostrato, e che le informazioni che dovrebbe fornire sono effettivamente presenti.

Sarebbe anche il caso di scattare un po' a vuoto con tempi lenti (uno o più secondi) per verificare che l'otturatore sia tarato. Questo non è facile da verificare ad orecchio (i laboratori usano degli strumenti appositi), ma si può effettuare un controllo di massima, se non altro per verificare che scattando prima a 1/60 e poi a 1 secondo i tempi siano effettivamente più lunghi. Tenendo il dorso aperto e facendo qualche scatto a vuoto, comunque, si può anche controllare che le tendine scorrano regolarmente; scattando controluce e senza obiettivo (sempre senza rullino), infine, si può verificare la regolarità dei tempi, osservando i bagliori di luce che si susseguono rapidamente.
Per quanto riguarda l'esposimetro, basta puntarlo alternativamente verso forti luci e zone buie per vedere se risponde con prontezza. E' possibile confrontare le sue letture con quelle di un esposimetro esterno (o con quelle di un'altra fotocamera) per verificarne l'esattezza. E' ovvio che bisogna fare molta attenzione a inquadrare la stessa scena, nel medesimo istante, e con un campo inquadrato identico: se confrontiamo la lettura di una stanza fatta con un 28mm con quella di un 90mm, è probabilissimo che otterremo risultati diversi. In ogni caso, se la differenza tra due letture identiche nel senso appena precisato è al massimo pari ad uno stop, si può stare relativamente tranquilli: spesso è anche una questione di "abitudine" dell'esposimetro, alcuni costruttori o modelli tendono a sovraesporre (cioè a privilegiare le ombre), altri a sottoesporre (cioè a privilegiare le luci), e non è un difetto, sono solo scelte dei produttori.
Scattando un rullino di diapositive, comunque, si verifica facilmente se un esposimetro ha bisogno di essere tarato. Farlo tarare non è costosissimo (lo stesso vale per l'otturatore), ma è bene mettere in conto la eventuale spesa necessaria.
Se il negoziante inizia a sbuffare per tutte queste prove, comprate da lui il rullino di dia e lasciateglielo da sviluppare: mitigherete il suo nervosismo... A proposito: terminando il rullino verificherete pure che il riavvolgimento automatico, se presente, funzioni bene.

GLI OBIETTIVI

Per quanto riguarda gli obiettivi, anche in questo caso è opportuno iniziare con un esame estetico: il barilotto non deve presentare graffi (che comunque possono non creare alcun problema) né ammaccature (le quali invece sono molto più preoccupanti, perché indicano probabilmente una caduta o comunque un urto molto forte). Se un obiettivo presenta vistosi segni di caduta, può infatti soffrire di disallineamento delle lenti: l'intervento necessario per correggere questo difetto è assai costoso. Osservando la baionetta, poi, dobbiamo constatare la mancanza di ammaccature o graffi. Provate a montare e smontare l'ottica dalla fotocamera più volte per verificare che la baionetta e l'innesto portaotttiche non abbiano problemi.
E' superfluo dire che bisogna prestare molta attenzione alle lenti esterne (anteriore e posteriore). Sostanzialmente si può dire che se non si vede nulla di strano l'obiettivo dovrebbe andar bene. Piccoli graffi e bollicine d'aria non influenzano la resa delle foto, ma se ci sono è bene chiedere un po' di sconto! Da evitare invece obiettivi con le lenti che presentano strane macchie o scoloriture di sorta, segno probabile di deterioramento del trattamento antiriflessi (ciò può essere dovuto all'età dell'ottica, alla bassa qualità del trattamento, ad una cattiva e/o troppo energica pulizia delle lenti effettuata in passato), o con segni di muffa nelle lenti interne; eventuali segni di fioritura tra le lenti vanno evitati assolutamente. Osservando l'ottica controluce da ambo i lati è possibile individuare eventuali magagne nelle lenti.
Sempre in relazione all'obiettivo, è utile agire sul diaframma per verificare che si apra e si chiuda senza incertezze, che ruotando la ghiera questa scorra con regolarità, e che le lamelle non presentino residui di lubrificante. Anche la ghiera dell'autofocus va provata per verificarne l'escursione (che sia uniforme e senza blocchi). Le due ghiere devono scorrere con costanza: la presenza di punti di maggiore resistenza potrebbe indicare che in quelle zone il lubrificante interno si è seccato. Devono inoltre risultare leggermente frenate (nelle ottiche AF, però, quella di messa a fuoco dev'essere più scorrevole) e senza rumorini, che potrebbero indicare la presenza di sabbia o altri materiali estranei all'interno dell'obiettivo.
Se l'obiettivo presenta dei difetti, farli mettere a posto è probabilmente più oneroso rispetto agli interventi tipici su una fotocamera. In generale non è complicato, né particolarmente costoso, far rimettere a posto il diaframma o l'elicoide per la messa a fuoco; se invece bisogna agire sulle lenti i costi salgono notevolmente. E' fondamentale fare un rullino di prova (sempre diapositive) con l'ottica che si vorrebbe acquistare, ed osservare attentamente i risultati per verificare la resa. Rispetto alla fotocamera però c'è un vantaggio: salvo rarissime eccezioni, se un obiettivo supera a testa alta tutte le prove allora va bene ed andrà bene per molto tempo; con una fotocamera, invece, c'è sempre il rischio che qualche problema meccanico od elettronico salti fuori dopo l'acquisto, magari senza nessun segno premonitore.

Agostino Maiello © 09/2003
Riproduzione Riservata