HUMOUR
Il Pro e il turista. Ovvero, perché le mie foto delle vacanze non vengono come nelle cartoline?
Massimo Novi, settembre 2005

Lo scopo
Diciamocelo, un fotografo professionista fa foto per campare, noi comuni amatori e fotografi della domenica no! Questo porta inevitabilmente a due conseguenze importanti: primo, il professionista dedica tutto se stesso, come risorse e tempo, ad ottenere immagini impeccabili e soprattutto vendibili. Noi andiamo in vacanza con fidanzata, moglie e figli per riposare o divertirci, e questa è una grande differenza. Per il fotografo della domenica (o di agosto se preferite) la foto è un accessorio alla memoria, una specie di istantanea di vita vissuta. Siamo disposti ad accettare foto sfocate, con inquadrature pietose e magari storte, purché si veda il viso sorridente della nostra compagna o del pargolo. E secondo voi abbiamo speranza di ottenere foto presentabili oltre i più stretti parenti ed amici?
A parte il fatto che il nostro pubblico è composto da persone come noi, che quindi valuta le nostre "opere artistiche" come farebbe qualsiasi comune mortale, lasciandosi scappare un "ooohhh" o un "bella questa" anche davanti a degli obbrobri che un qualsiasi Art Director di un giornale o di un'agenzia butterebbe nel cestino dopo 3 decimi di secondo, per il professionista uno scatto sbagliato significa soldi persi o persino buttati, se quello scatto è stato realizzato pagando per ottenerlo (pensate alle fotografie aeree).

Il tempo
Una delle maggiori differenze tra il professionista ed il dilettante in vacanza è, oltre alla inevitabile esperienza, il fatto che per il primo è possibile dedicare a ciascuno scatto tutto il tempo che richiede. E non intendo solo riferirmi al tempo necessario per attendere l'istante migliore ma soprattutto al tempo necessario per fare un sopralluogo della zona o del soggetto da fotografare (monumenti, bellezze paesaggistiche ecc.) per poi ritornare sul luogo per cogliere l'effetto migliore di luce o di ambientazione. Ve lo figurate se con moglie e figli che hanno una fame da facocero alle due del pomeriggio dicessimo “Scusa cara, vorrei aspettare ancora una mezz'ora per cogliere il sole che passa dietro quel pinnacolo lassù!”? Rischieremmo minimo l'ammutinamento collettivo seguito dall'essere richiamati ai doveri di padre, marito o fidanzato.
Quindi per il malcapitato fotografo-turista-con-famiglia non rimane che accontentarsi del momento in cui si trova in quel luogo, con la luce che capita e magari con il contorno di una trentina di turisti orrendi e malvestiti che ce la mettono tutta per andare a ficcarsi in qualsiasi
Punto dell'inquadratura possibile ed immaginabile. Se ci si pensa, infatti, la maggior differenza tra le foto "da cartolina" e quelle "da turista" è proprio la luce, o meglio la tonalità calda e ammaliante che certe foto riescono a dare anche al più insignificante degli spuntoni di roccia o al più triste portone di paese. A volte, se proprio si è fortunati, capita di poter ripassare più volte davanti allo stesso punto in orari diversi e allora si può riuscire ad ottenere qualcosa di più decente, ma è questione di fortuna!

I soldi
Anche se spendiamo cifre pazzesche per le nostre vacanze, alla fine nessuno di noi potrebbe mai pensare di pagare per fare foto. E non mi riferisco solo ai luoghi dove esiste la pratica di chiedere un obolo (o una tassa se la mettiamo in un altro modo) per consentirci di fare foto, da parte sia dei singoli soggetti fotografati sia di strutture chiuse (musei, aree protette, ecc.). Mi riferisco al fatto che, per ottenere immagini inusuali e quindi ancora una volta più vendibili, il professionista può investire risorse economiche a volte anche ingenti. Ovviamente, a meno che non sia stato assunto per un servizio fotografico e quindi possa disporre di un budget dedicato a tale scopo, anche il professionista non butta via i suoi soldi e ha dei limiti, ma rispetto al dilettante può scialare di più. Innanzi tutto il professionista è quasi sempre in possesso di una tessera che lo accredita come fotografo professionista o giornalista. Questo gli consente l'accesso a zone altrimenti vietate ai comuni mortali, spesso in orari particolari (vedi il discorso sul tempo). Inoltre, se necessario, il "pro" può giustificare l'uso di collaboratori (autisti, guide specializzate, ecc.) e l'affitto di mezzi di trasporto particolari (elicotteri, aerei o altro) per poter ottenere immagini in zone irraggiungibili o da un'ottica decisamente inusuale. Il turista, per quanto danaroso e spendaccione, difficilmente può investire tali somme allo stesso modo, anche perché affittare un aereo per un'ora per fare foto da soli è diverso da affittarlo per guardare semplicemente il panorama con la famigliola. Perciò scordatevi le foto alla "National Geographic" che non riuscirete mai a fare e rassegnatevi a rimanere con i piedi per terra (voi e famiglia).

L'attrezzatura
Per quanto riguarda i mezzi tecnici, il problema di fondo è ancora una volta la disponibilità, non solo quella economica ma principalmente quella al trasporto. Intendiamoci, nessuno vieta al fotoamatore-maniaco-spendaccione di farsi fuori tredicesima e quattordicesima per fornirsi degli ultimi ritrovati della tecnologia fotografica (ammesso che li sappia utilizzare come si deve). Il punto è che poi tutta questa roba va trasportata sul luogo! Ora, provate a immaginare vagamente cosa significa il trasporto di una attrezzatura fotografica professionale oltre a tutti i bagagli della onnipresente moglie-fidanzata! Solitamente il professionista dà più importanza al materiale di lavoro che al vestiario. Scarpe comode, vestiti con tasche e un cappellino possono bastargli per giorni. Non per il turista-fotografo! Lui deve portarsi dietro tutto il guardaroba suo e della moglie (i figli di solito occupano poco spazio e vestono come orfanelli quindi non sono un problema) per l'eventuale serata-mondana-sulla-nave-al-tavolo-del-comandante. Se pensiamo che un'attrezzatura professionale ridotta all'osso si compone di non meno di due corpi macchina, diversi obiettivi, cavalletto, flash, batterie e caricabatteria e sempre più spesso un PC portatile per visionare le foto (l'LCD della macchinetta non serve ad un cavolo, chiaro?) si vede che tutta questa roba da sola è già un bel problema. E poi, come portarsela in giro? Un professionista può ritornare in un luogo interessante anche più volte, portando con sé il necessario ogni volta, ma il turista? Se pensiamo sempre alla regola ci-passo-ora-e-mai-più allora capiamo che egli è costretto a caricarsi come un somaro per trascinarsi cinque o sei chilogrammi di roba per lo più inutile, e soprattutto fragilissima e molto appetibile da qualsiasi losco figuro che si rispetti.

L'esperienza
Sembra un fatto scontato ma pochi ci riflettono. La differenza maggiore tra un fotografo professionista ed un dilettante non è tanto la bellezza delle immagini (una o due foto "strabilianti" le può imbroccare chiunque nell’arco di una vita e di 17.000 rullini o 150 CompactFlash) ma il fatto è che il "pro" ottiene molte foto di alta qualità in modo ripetitivo e costante, dove invece il dilettante commette sempre qualche errore o comunque non ottiene mai immagini di analoga incisività. Questo è dovuto sostanzialmente a due fattori importanti: l'esperienza e la necessità di campare. Nel senso che se riesci a campare abbastanza a lungo facendo fotografie ti fai l'esperienza, altrimenti cambi mestiere per non morire di fame. Quindi se ci vivi vuol dire che le tue foto sono molto spesso vendibili e quindi accettabili. Per il turista la cosa è diversa. Nessuno viene licenziato dalla propria ditta se scatta 400 foto una peggio dell'altra e questo salva la maggior parte dei dilettanti fotografi dal chiedere l'elemosina dopo il primo viaggio.
Esperienza significa anche sapere come catturare un certo tipo di soggetto nel modo migliore. Una piazza è una piazza e tutti si aspettano una bella veduta complessiva o magari aerea. Se fotografiamo una fontana, ci si aspetta di vederci zampillare un bel getto d'acqua. Angoli di piazze e fontane a secco hanno sempre interessato, ergo venduto, poco. Non è detto naturalmente che un buon fotoamatore non sappia cogliere un soggetto nel modo più consono, ma spesso è un caso ed è legato alla combinazione spazio-tempo-luce che, per noi turisti, come abbiamo visto, è totalmente casuale.

La documentazione
Un buon professionista molto difficilmente scatta a casaccio. Se si vuole documentare un aspetto di un luogo o di un avvenimento, si deve avere in mente una specie di percorso o tema. Al massimo durante un servizio fotografico si possono scattare anche immagini su un secondo tema ma solo se non distolgono dal principale. Questo consente di concentrarsi meglio sul tipo di soggetto che si vuole rappresentare, aumentando le possibilità di ottenere foto che possiedano un "carattere" ben definito. Il turista ovviamente, trascura tutto ciò: se ne va a zonzo per la méta della sua vacanza, trascinando moglie e figli al seguito e scattando ad ogni angolo, sperando nella foto "clamorosa" o semplicemente "caratteristica" (che cosa abbiano di tanto caratteristico le stradine vuote e deprimenti di certi paesini me lo sono sempre chiesto). Se avesse il tempo e la possibilità di documentarsi, magari potrebbe ottenere immagini migliori. Sapere quando si terrà una certa manifestazione, oppure gli orari di apertura di certi monumenti o semplicemente un elenco dei luoghi più interessanti del circondario aiuterebbero a portarsi a casa, oltre ad esperienze visive più forti, anche immagini più originali della solita spiaggia o chiesetta.

Le foto standard
Tutti gli album di foto delle vacanze contengono, in media, circa il novanta per cento di foto modello io-lui-gli-amici-e-il-resto-nello-sfondo. Chiariamo: avete presente quelle immagini che ritraggono il gruppo di amici tutti vicini-vicini (e spesso pure mezzo ubriachi) con un vago sfondo sfumato che potrebbe essere ugualmente Riccione, le rovine di Machu-Picchu o le cascate del Niagara? Ecco, intendevo quel tipo di foto lì. Con quel tipo di foto non vincerete mai un concorso fotografico, nemmeno se indetto da Topolino, quindi perché non ridurre il numero delle foto-segnaletiche-di-gruppo-per-ricordo e invece aumentare le foto che danno importanza al soggetto vero e proprio? Potrete sempre inserire nell'immagine vostra moglie o il pargolo, ma magari senza che se ne accorgano, come se facessero parte naturale del soggetto stesso. E allora, visto che oggi la macchinetta digitale consente di scattare all'impazzata (tanto poi si cancellano senza nemmeno stamparle) cerchiamo di usare un poco meno le foto come prova dell'avvenuto viaggio (magari a questo scopo portate sempre con voi i biglietti aerei e la ricevuta dell'hotel) e un poco di più per rappresentare quello che avete visto e trasmetterlo agli altri. Questa è l'essenza della foto da viaggio. Comunicare le sensazioni provate e trasmetterle a chi non era con voi. Tanto nessuna foto potrà mai aumentare i vostri ricordi, ma li farà riaffiorare per farveli riassaporare.

Massimo Novi © 09/2005
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