La storia di questo portaritratti in DAS risale ad almeno un trentennio, è dunque lecito pensare che l'abbia un tantino mitizzata. Di certo, a favore di qualche dettaglio, potrebbe testimoniare la mia amica di allora e di sempre Claudia P., che il giorno in cui ci venne consegnato, scuola materna, festa della mamma, ebbe la fortuna di non essere lasciata ultima, a beccarsi quello con le margheritine celesti.

Per chissà quale ragione, infatti, la mia puntualissima mamma quel giorno quasi si dimenticò di venire a prendermi, o almeno così dovette sembrare a me, rimasta in classe con l'intollerabile conferma che quello dipinto coi fiorellini color lillà, dalla sapiente mano di Maestra Teresa, non sarebbe mai e poi mai stato mio.

Giusto ieri, la stessa, mi ha mandato i suoi graditi saluti e giusto qualche settimana fa ho letto che alcuni ricercatori hanno scoperto, che intorno ai '70, nella pasta del vecchio DAS ci infilavano le fibre di amianto. Volendo eccettuare la pur sempre plausibile ipotesi di qualche giacenza di magazzino, la tragedia si direbbe scampata, per quanto dalle cicatrici che ho in corpo quella potrebbe, forse, essere la cosa meno pericolosa a cui esponeva l'infanzia. Ma questa, come si suol dire, sarebbe tutta un'altra storia, roba da cintura nera in maschiaccio, che niente ha a che vedere con portaritratti in DAS e fiorellini.

Episodio sul quale la mamma si conferma più che mai risoluta: non fu affatto un dramma, dal momento che per consolarmi le bastò dire che le margheritine celesti a lei piacevano tanto, ma talmente tanto, da averne piantato in giardino un'intera aiuola. Vedere per credere. Non solo, quel portaritratti era per lei così bello, ma così bello, da meritarsi la sua foto migliore, quella cioè di quando era giovane e portava ancora i capelli a caschetto.
Ora, a voi dunque l'ardua sentenza, sul portaritratti - intendo - e i suoi ormai scoloriti fiorellini, non certo sulla mamma.
Con quel caschetto chi mai potrebbe avere dei dubbi?

Maria Letizia Mereu © 02/2016
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