QUI VA TUTTO A ROTOLI! |
Quando lavorare con la pellicola piana si rivela eccessivamente costoso e il lavoro richiede una qualit� di immagine buona ma non elevata quanto quella garantita dal grande formato (ad esempio se le immagini sono destinate alla pubblicazione su libri e riviste) � possibile fare ricorso ai dorsi per pellicola in rullo. La normale pellicola 120 (o 220) prende cos� il posto della pellicola piana, con un notevole risparmio di denaro e con alcuni vantaggi che esamineremo in queste pagine. |
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Il problema sta nel fatto che per applicare un magazzino per pellicola in rullo alla standarta posteriore di un apparecchio di grande formato bisogna rimuovere il dorso contenente il vetro smerigliato e il sistema di inserimento degli chassis. La cosa si rivela di una scomodità intollerabile, soprattutto per chi lavora all'aperto. Occorre dapprima effettuare l'inquadratura utilizzando il vetro smerigliato da 4x5", poi rimuovere l'intero dorso e infine applicare quello per pellicola in rullo. Detto così sembra facile, ma il rischio di causare spostamenti di inquadratura mentre si armeggia con il dorso è decisamente elevato, senza contare la scomodità di eseguire certe manovre quando il dorso è basculato. I dorsi a scamotaggio sono costituiti da slitte o da sistemi rotanti dotati di un proprio piccolo vetro smerigliato e da un alloggiamento in grado di ospitare il magazzino di medio formato. Si effettua l'inquadratura sul vetro, poi si fa scivolare in posizione il magazzino, il tutto senza dover smontare parti o componenti. Il vantaggio è la rapidità, lo svantaggio consiste nell'impossibilità di passare agevolmente dal 4x5" al medio formato, dato che i sistemi a scamotaggio vanno montati al posto del dorso 4x5". Il problema, cacciato dalla porta, rientra dalla finestra. Bisognava inventare un magazzino portapellicola che potesse essere inserito nel dorso 4x5" come un normale chassis o come un dorso Polaroid. Ci ha pensato Calumet, che produce (insieme alla sorella olandese Cambo) degli interessanti "slide-in roll film holder" abbastanza sottili da poter essere inseriti nel dorso di tutte le fotocamere di grande formato, sia esso di tipo tradizionale o di tipo Graflock. I formati proposti vanno dal 4,5x6 al 6x12, passando attraverso il 6x7 e il 6x9. Con i sistemi descritti fino ad ora non è possibile cambiare formato durante le riprese. Ogni caricatore (sia di tipo tradizionale che "slide-in") è progettato per un formato specifico. Se si desiderasse lavorare con formati diversi sarebbe necessario acquistare più caricatori, il che si rivelerebbe non solo dispendioso ma anche operativamente scomodo. Sinar ha risolto il problema realizzando il suo Zoom Roll Film Holder, un caricatore multiformato che permette di passare dal 4,5x6 al 6x12 (passando attraverso il 6x6, il 6x7 e il 6x9) agevolmente e sulla stessa pellicola. Il che consente di adattare il formato del fotogramma al soggetto, creandogli intorno la giusta cornice. Inoltre, come tutti i caricatori "slide-in", anche questo permette di passare con estrema facilità dal grande al medio formato, non richiedendo la rimozione del vetro smerigliato. Ma quali sono i vantaggi e i problemi che l'uso dei caricatori per pellicola in rullo comporta? Prima di tutto c'è il problema dell'inquadratura. Alcuni vetri smerigliati sono serigrafati in modo da riportare i riferimenti relativi ai formati inferiori; altri riportano solo i riferimenti per il 6x9, altri sono semplicemente quadrettati, e allora occorre inserire una mascherina di riduzione, altrimenti non si capiscono i limiti reali del fotogramma. Sinar propone una mascherina di riduzione del formato come accessorio opzionale del suo Sinar Zoom. In secondo luogo occorre ricordare che al variare del formato varia anche l'angolo di campo delle diverse lunghezze focali. Un 90 mm, che nel formato 4x5" è un grandangolare medio (equivalente più o meno a un 25 mm nel piccolo formato), diventa un grandangolare moderato nel formato 6x9 (equivalente a un 37 mm nel piccolo formato) e una focale normale nel formato 6x7. Questo è in grado di creare non pochi problemi a chi realizza riprese di architettura o comunque necessita di angoli di campo piuttosto ampi. Facilita invece le cose a chi sempre lamenta la difficoltà di utilizzare, nel grande formato, le lunghe focali. Se fotografare un animale selvatico in 4x5" è un'operazione praticamente impossibile, riprenderlo in 6x9 cm diventa meno complicato. Lo stesso vale per la fotografia ravvicinata, che nei formati inferiori richiede tiraggi meno esasperati e un rapporto di riproduzione meno spinto, diminuendo di conseguenza i problemi derivanti dalla caduta di luce. Il vantaggio più evidente consiste invece nella possibilità di utilizzare i movimenti dei corpi anche nei formati più piccoli del 4x5". Anche se gli effetti di decentramenti e basculaggi sono alla fine meno vistosi che non sul grande formato, è sempre molto comodo poter disporre di un sistema che consente di intervenire sulla prospettiva, sulla profondità del campo nitido e sulla forma del soggetto. Insomma, la completa libertà creativa anche nel medio formato. Quando non mi è richiesta la qualità propria del grande formato, utilizzo un dorso Calumet 6x9, che ha recentemente sostituito il "classico" magazzino Graflex, troppo scomodo per lavorare all'aperto. Nel formato 6x9 stanno poco più di sei fotogrammi 24x36. Le proporzioni (2:3) sono le stesse che nel piccolo formato, ma le possibilità di ingrandire il fotogramma sono eccezionalmente più elevate. Il costo non è poi così spaventoso: su una pellicola 120 trovano posto otto fotogrammi, il che significa che ogni scatto costa, fra acquisto e sviluppo, un ottavo di quanto mi costerebbe se lavorassi in grande formato. Se poi durante il lavoro decido che una determinata scena meriterebbe di essere ripresa su pellicola piana, posso passare dall'uno all'altro sistema con una facilità incredibile. Le fotografie qui sotto sono state scattate in formato 6x9 su macchine folding 4x5". Michele Vacchiano © 07/2002 |