DEDICATO AL RITRATTO (MA NON SOLO)
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Sia
nel ritratto che nella fotografia pubblicitaria si richiede a volte una
certa "morbidezza" dell'immagine. Anche se il "flou" non � pi� cos� ricercato
come un tempo, la diffusione delle alte luci e la desaturazione dei toni
e dei colori contribuiscono talvolta a creare un'atmosfera sognante e
romantica che aumenta la gradevolezza della fotografia. |
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Gli obiettivi a fuoco morbido non producono immagini sfocate, e neppure un effetto flou generalizzato simile a quello ottenibile con i filtri diffusori (come i Softar I e II Rodenstock), ma immagini nitide e definite, caratterizzate però da una particolare morbidezza, variabile in rapporto alla chiusura del diaframma. I contrasti vengono appianati (ma non appiattiti), le ombre appaiono gradevolmente leggibili, le alte luci creano un gradevole alone intorno al soggetto. Rodenstock Imagon Il Rodenstock Imagon, prodotto a partire dal 1931, è disponibile nelle focali di 200, 250 e 300 millimetri ed è venduto sia montato su otturatore (Copal 3), sia "in barrel", cioè senza otturatore. In quest'ultimo caso può essere montato su fotocamere di medio formato dotate di otturatore sul piano focale. Gli adattatori per montare gli Imagon sulle fotocamere di medio formato sono disponibili presso l'importatore italiano degli obiettivi Rodenstock: Mafer - Via G. B. Brocchi 22 - 20131 Milano (Telefono: 0270638726; internet: www.maferfoto.it). Il 200mm f/5,8 copre il formato 6x9, il 250mm f/5,8 copre il formato 4x5"/10x12cm e il 300mm f/6,8 copre fino al formato 5x7"/13x18cm. Esiste anche un 360mm, destinato al formato 8x10"/20x25cm, reperibile non senza difficoltà sul mercato dell'usato. Le focali 150mm f/4,5 e 120mm f/4,5, oggi non più prodotte, sono estremamente rare. Coprivano, rispettivamente, i formati 6x7 e 6x6 centimetri. Il cerchio di copertura di questi obiettivi è piuttosto ridotto: il progettista ha ritenuto che nel ritratto non siano necessari decentramenti e basculaggi di rilievo. Una scelta discutibile, soprattutto in un'ottica destinata non solo al ritratto ma anche alla fotografia pubblicitaria (e in questo campo decentramenti e basculaggi sono importanti). Ad esempio, l'Imagon 250mm f/5,8 possiede un cerchio di copertura di 180 mm, appena sufficiente a coprire il formato 4x5"/10x12cm con un minimo di movimenti. L'otturatore Copal 3 su cui gli Imagon sono montati consente tempi da un secondo a 1/125 di secondo, più pose B e T. Da un punto di vista ottico, si tratta di un doppietto acromatico (due lenti in un gruppo), sottocorretto per quanto riguarda l'aberrazione sferica. Come è noto, l'aberrazione sferica impedisce ai raggi rifratti ai bordi della lente e a quelli rifratti dalle zone centrali di focalizzarsi sullo stesso punto lungo l'asse ottico: più precisamente, i raggi rifratti ai bordi si focalizzano in posizione più prossima alla lente di quanto non avvenga per i raggi rifratti al centro. Ne consegue che gli effetti dell'aberrazione (una generale perdita di definizione) sono tanto più marcati quanto più si sfruttano le zone marginali della lente mentre, al contrario, sfruttandone solo il centro l'immagine apparirà più nitida. In altre parole, quanto più il diaframma viene aperto tanto più l'immagine risultante apparirà "morbida", con effetto di diffusione delle alte luci. Da un punto di vista strettamente strumentale, l'effetto flou è garantito da una serie di dischi metallici bucherellati secondo un disegno regolare: sono presenti un foro centrale e una serie di fori periferici che è possibile occultare. Ogni disco presenta fori di diverse dimensioni: a seconda del disco utilizzato e del maggiore o minore occultamento dei fori periferici, l'immagine apparirà più o meno morbida. Ovviamente occorre fare diverse prove per trovare l'effetto desiderato, ma questo fa parte del divertimento. L'obiettivo, se acquistato nuovo, viene fornito con tre dischi. La messa a fuoco dell'immagine non è certamente facile, dato che sul vetro smerigliato non si vede niente che si possa definire del tutto nitido. L'unica soluzione è utilizzare il disco capace di fornire l'immagine più nitida possibile e poi sostituirlo con quello desiderato. Il problema è che bisogna disporre di molta luce perché con il disco a fori piccoli la luminosità del sistema è decisamente bassa. Cooke PS 945 Portrait Un altro obiettivo molto interessante è il nuovo PS945 Portrait prodotto dalla Cooke & Sons (ebbene sì, proprio quelli del tripletto di Cooke), un'ottica dalla singolare lunghezza focale di 229 mm e con un range di diaframmi che va da f/4,5 a f/90. Si tratta della riedizione in chiave moderna del vecchio Pinkham & Smith Semi-Achromat, realizzato nel 1890. La resa di questo splendido ma costoso obiettivo è del tutto particolare: le immagini sono morbide ma caratterizzate da un elevato potere risolvente. Il controllo della morbidezza è reso possibile dalla scelta del diaframma di lavoro. L'effetto finale è ovviamente influenzato dal tipo di soggetto e dalle condizioni di luce, ma in linea generale si può affermare che da f/11 a f/4,5 l'immagine appare sempre più flou, con una generale diminuzione del contrasto (ma senza divenire slavata) e con una sempre maggiore esaltazione delle alte luci; le aree chiare acquistano una loro particolare luminosità, quasi splendessero di luce propria, il tutto senza perdita di definizione. La profondità di campo, inaspettatamente, appare maggiore di quella ottenibile con un obiettivo convenzionale di pari focale. Ai diaframmi più chiusi l'obiettivo si comporta come una normale ottica da ripresa di elevata qualità. Otticamente l'obiettivo si presenta sotto forma di due doppietti contrapposti, le cui lenti non sono incollate ma spaziate tra loro: 4 elementi in 4 gruppi. Il cerchio di copertura è pari a 190 millimetri (anche in questo caso piuttosto ridotto in considerazione della focale). L'obiettivo viene venduto montato su otturatore Copal 3, con tempi da un secondo a 1/125, più pose B e T. L'aspetto esteriore non è "alieno" come quello dell'Imagon, con i suoi dischetti-colabrodo: il Portrait PS 945 somiglia agli obiettivi a cui siamo abituati, con un tocco di vanità in più dato dall'anello di ottone dorato che circonda alla base il gruppo ottico anteriore. Michele Vacchiano © 12/2003 |