GF FORUM - LUGLIO 2000
Gentilissimi,
gradirei conoscere la formula per il calcolo della profondità di campo di un'ottica. In realtà ne ho provata una ma a determinate distanze (specie le ravvicinate) mi da valori negativi. Nello specifico, possiedo una Linhof 10x12 e due ottiche, una di 75 mm e una di 150 mm. Cordiali saluti, Gabriele.

Consideriamo il problema a passi successivi.

1. Stabilire il diametro del circolo di confusione (c).

Per la generalità dei lavori fotografici si possono considerare ragionevolmente validi i seguenti valori:

0,0508 mm per il piccolo formato,

0,127 mm per il medio formato,

F / 1720 per il grande formato, dove F è la lunghezza focale dell'obiettivo.

Esempio: con un obiettivo da 150 mm si avrà:

c = 150 / 1720 = 0,0872.

Per lavori generici che non richiedano un elevato grado di precisione si potrà considerare il diametro del circolo di confusione pari a un millesimo della lunghezza focale.

2. Calcolare la distanza iperfocale (H).

H = F2 / f x c

dove F è la lunghezza focale dell'obiettivo, f è l'apertura relativa, c è il diametro del circolo di confusione.

Esempio: con un obiettivo da 150 mm chiuso a f/22 si avrà:

H = 1502 / 22 x 0,0872

H = 22500 / (22 x 0,0872)

H = 22500 / 1,9184 = 11728,5.

3. Calcolare il limite prossimo della profondità di campo (P).

P = H x u / H + u

dove H è la distanza iperfocale, u è la distanza alla quale l'obiettivo è messo a fuoco.

4. Calcolare il limite remoto della profondità di campo (P).

P = H x u / H - u

Corollario 1. Come agisce l'apertura relativa sulla profondità di campo (P).

La profondità di campo aumenta proporzionalmente al valore dell'apertura relativa, secondo la formula:

P1 / P2 = d1 / d2

dove P è la profondità di campo e d l'apertura relativa impostata.

Esempio: data una pdc di 15 cm con obiettivo alla massima apertura (es. f/5,6), quanto bisogna diaframmare per ottenere una pdc di 60 cm? Applicando la formula precedente e ponendo d2 come incognita si avrà:

15 / 60 = 5,6 / d2

d2 = 22,4 (approssimabile a 22), che è il diaframma da impostare.

Corollario 2. Come agisce la distanza del soggetto sulla profondità di campo (P).

P1 / P2 = U12 / U22

Ne consegue che se la distanza raddoppia la pdc aumenta di quattro volte; se triplica, la pdc risulta nove volte maggiore.

Corollario 3. Come agisce la lunghezza focale sulla profondità di campo (P).

P1 / P2 = F12 / F22

Ne consegue che quanto più diminuisce la focale tanto più aumenta la pdc. Dimezzando la lunghezza focale la pdc aumenta di quattro volte. Diversi siti Internet offrono utili calcolatori automatici della profondità di campo che si possono scaricare ed installare sul proprio computer. Provi ad esempio a consultare http://www.outsight.com/hyperfocal.html.

Ho l'opportunità di acquistare da un fotografo che ha smesso l'attività da alcuni anni, una Linhof color 10x12 completa di due obiettivi: uno Schneider 27 mm ed una seconda ottica della quale al momento non conosco la focale. Sono interessato alla fotografia di paesaggio e di architettura, soprattutto in bianco nero. Questa macchina può essere un buon acquisto per i miei interessi fotografici? Per quanto riguarda i movimenti, basculaggi, ecc. è completa e consente le più ampie possibilità di ripresa?
Ringrazio e saluto. Moreno De Col

Non conosco l'età del modello e pertanto non posso pronunciarmi riguardo alla completezza dei movimenti. So comunque che Linhof è da sempre garanzia di affidabilità meccanica, robustezza e versatilità. Senz'altro un entry level di tutto rispetto. In un secondo tempo potrà eventualmente acquistare obiettivi più moderni e pertanto dotati di un migliore trattamento antiriflessi. Per il paesaggio e l'architettura direi che si tratta di un ottimo acquisto.

Usando il 90 mm f/5.6 Super-Angulon noto un immagine fantasma più debole come luminosità e un po' piu grande (circa il 10%) sul vetro smerigliato 4x5". Penso che possa essere causa di scarsa definizione. Cosa può essere e da dove viene? Ho una fotocamera Linhof Technika. Stefano Medici.

Non è detto che ciò che si osserva sul vetro smerigliato coincida poi con l'effettiva immagine finale. Il lettore ha provato a scattare delle fotografie dopo avere osservato il fenomeno? Se sì, l'immagine fantasma compare anche sulla lastra sviluppata? Si evidenziano le temute perdite di definizione? Se la risposta è positiva, il fenomeno va ascritto all'obiettivo, che potrebbe presentare difetti di allineamento delle lenti (una lente può essere finita fuori asse a causa di un urto). Se la risposta è negativa, allora non c'è di che preoccuparsi. Può darsi che lo sdoppiamento dell'immagine sia causato da fenomeni di interferenza dovuti alla lente di Fresnel, o allo stesso vetro smerigliato. Il signor Medici dovrebbe provare ad osservare il vetro smerigliato dopo aver chiuso il diaframma di uno o due valori: può darsi che già in questo modo il fastidioso fenomeno scompaia.

Ho intenzione di comperare una field camera nelle prossime settimane. Mi sono orientato su una Canham 5x7. Visto che mi trasferirò in Italia perennemente (dagli Stati Uniti) volevo sapere se in Italia ci sono dei posti che possono sviluppare delle diapositive di tale misura e anche fare delle stampe su Cibachrome. È possibile acquistare le diapositive Velvia in fogli da 5x7 in Italia? Simone Borghesi

Molto dipende dalla zona in cui lei andrà a vivere. In qualunque città medio-grande, soprattutto al nord, esistono laboratori professionali che trattano senza problemi il grande formato. Solo a Torino, ad esempio, ce ne sono due a pochi metri da casa mia. Un po' più incerta la situazione nel centro-sud, dove forse occorrerà fare qualche chilometro in più. Per quanto riguarda la fornitura di pellicole piane, esistono organizzazioni di vendita di materiale professionale (come SMAF e Unionfotomarket) diffuse un po' in tutta Italia. In ogni caso qualunque rivenditore di materiale fotografico (anche il piccolo negozio sotto casa) sarà in grado di procurarle il materiale da lei richiesto nel giro di qualche giorno.

Egregio signor Vacchiano, mi scuso se la disturbo a casa ma ho un problema di ripresa che forse lei può risolvere. Devo fotografare in grande formato un manoscritto del Seicento su carta (un atto notarile), piuttosto sbiadito. Quello che però mi interessa non è il testo (che ho già fotografato senza problemi) ma la filigrana! E qui cominciano i guai, perché nonostante io abbia provato numerose combinazioni di filtratura, la filigrana non viene fuori. Ho anche provato ad illuminare per trasparenza, come suggerisce lei nel suo libro "La riproduzione fotografica di documenti", ma la carta è sottile e fa trasparire aree di diversa intensità luminosa dovute al filamento delle lampade.

La soluzione al suo problema è costituita proprio dall'illuminazione per trasparenza, ma effettuata con una fonte di luce diffusa e non puntiforme. Il manoscritto va appoggiato su un piano luminoso tarato a 5600 K (in modo da poter utilizzare pellicola per luce diurna se si lavora a colori), oppure contro una finestra non illuminata dal sole diretto ma soltanto da una larga area di cielo, o ancora su una superficie opalina capace di diffondere la luce delle lampade. Se lavora in bianco e nero, può minimizzare l'influenza dello scritto utilizzando un filtro dello stesso colore. Gli inchiostri neri utilizzati all'epoca tendono oggi ad apparire marroncini: un filtro rosso renderà la scrittura ancora più sbiadita consentendo la corretta lettura della filigrana in trasparenza.

Sto da parecchio tempo valutando di espandere le mie conoscenze ad un formato più ampio del 35mm... Pochi soldi, veramente pochi... ho già dato parecchio al 35mm... La prima soluzione Pentacon Six o Kiev 66 e passare al medio formato, per cominciare. Diciamo che stando sotto il milione hai un corredo di partenze 50 - 80mm... La seconda soluzione... potrebbe essere autocostruirsi una folding? Ci sono molti siti al riguardo, ma non so pensare al risultato finale come potrebbe essere. Diciamo che a parte i pezzi in sé, si potrebbe comprare un buon obiettivo usato da 1 milione... (da Sirio)

Autocostruirsi una folding non è un'impresa da superesperti: basta acquistare un kit di montaggio, armarsi di pazienza, saper decifrare le istruzioni che sicuramente non saranno mai in italiano e godere della necessaria manualità. Io, che come modellista sono sempre stato una frana, non mi ci metterei nemmeno se mi pagassero. Il problema è che i kit - venduti per corrispondenza dai vari siti che si occupano di bricolage fotografico - non sono certo a buon mercato. Credo che costi meno acquistare una Graflex usata (senza contare che anche il tempo ha un suo valore, diversamente monetizzabile a seconda della quantità dello stesso di cui ciascuno può disporre). C'è poi un'ulteriore questione: non basta procurarsi un apparecchio di grande formato per cominciare ad usarlo. Non bisogna dimenticare che i costi di gestione (anche soltanto in termini di acquisto e trattamento del materiale sensibile) sono piuttosto elevati, e giustificabili soltanto

a) se si è abbastanza agiati da potersi permettere un hobby sicuramente più costoso della pesca sportiva;
b) se si spera di guadagnarci qualcosa, almeno quanto basta per compensare un poco le spese.

Quando si esordisce con la frase "Pochi soldi, veramente pochi", si rischia di investire i propri sudatissimi risparmi in un sistema fotografico che si finirà per non usare, o per usare pochissimo, perché eccessivamente dispendioso. Con questo non voglio certo scoraggiare l'amico che ci ha scritto, ma soltanto invitarlo a ponderare con attenzione il passo che si accinge a compiere. Anche perché il grande formato è un genere di fotografia che ti prende e ti appassiona, e una volta che ci sei dentro diventa difficile (anzi, impossibile) disintossicarsi.

Detto questo, che costituiva da parte mia una doverosa dimostrazione di saggezza, passo alla seconda parte.

Caro Sirio, se davvero deciderai di dedicarti al grande formato, allora sappi che le prime esperienze saranno deludenti e l'avvio difficile. Non scoraggiarti, non pensare di essere incapace, insisti. Impara dai tuoi errori, solo così crescerai fotograficamente. Esplorerai territori sconosciuti, scoprirai un modo di fotografare che non ha eguali e che appartiene al regno del pensiero, al mondo rarefatto della meditazione. Scoprirai l'aspetto filosofico del fotografare e questo ti porterà sicuramente a un modo diverso di vedere il mondo, con influenze benefiche sul tuo stile, anche quando userai la reflex. E tutti noi speriamo di annoverarti presto nel nostro esclusivo - ma non per questo chiuso - club di fortunati. I migliori auguri.