FUJI QUICKCHANGE |
C'era una volta (e c'è ancora) il sistema Kodak Readyload. Fuji è stata a guardare per un po', poi ha ripreso (non copiato!) l'idea, migliorandola. |
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Il vecchio caricatore Grafmatic: sei pellicole piane che dovevano essere caricate manualmente.
Il caricatore (in alto) e la cartuccia (in basso) del sistema Fuji Quickchange. La cartuccia è precaricata in fabbrica e - secondo le previsioni della casa - viene scaricata in laboratorio e poi distrutta. Tuttavia è possibile scaricarla e ricaricarla in proprio con le lastre della marca e del tipo desiderati.
Il dorso caricatore si apre completamente per facilitare l'inserimento della cartuccia.
Come aprire la cartuccia per scaricarla ricaricarla. Ovviamente il tutto va fatto in camera oscura!
Il dorso caricatore con cartuccia inserito nel dorso della fotocamera. |
Il sistema Quickload è - a detta di molti - migliore e più affidabile, al punto da costringere la stessa Kodak a rivedere le sue posizioni. Le nuove Readyload single sheet sono la risposta. C'era una volta (e non c'è più) il sistema Grafmatic. Fuji è stata a guardare per un po' (anzi, per molto), poi ha ripreso l'idea, migliorandola. Risultato: un sistema innovativo, quale non si vedeva da anni nel mondo del grande formato. In Europa - e in Italia in particolare - non erano in molti a conoscere ed usare le press-camera prodotte dalla Graflex. Negli anni in cui i primi paparazzi nostrani cercavano di immortalare le celebrità della dolce vita romana con la Rolleiflex biottica, i reporter statunitensi impressionavano le loro lastre 4x5 pollici con apparecchi all'apparenza monumentali e ingombranti, ma robusti, versatili e qualitativamente ineccepibili. Ma soprattutto, come amava ripetere con orgoglio il grande Weegee, "all American made". La Speed Graphic fu il prototipo delle press-camera prodotte nel resto del mondo, comprese le Linhof Master Technika (Classic e 2000) oggi giustamente considerate le migliori e più sofisticate rappresentanti della categoria. Tra i numerosi accessori che rendevano più agevole il lavoro dei reporter USA era proposto il Graflex Grafmatic sheet film holder, un interessante caricatore capace di contenere sei pellicole piane. Un ingegnoso meccanismo consentiva di portare in primo piano la lastra vergine spostando in fondo quella appena impressionata. In questo modo erano possibili sei fotografie in rapida sequenza senza dover voltare o peggio cambiare lo chassis. Questo accessorio era prodotto in due modelli: il "23" accettava lastrine di 6x9 cm, il "45" era progettato per le pellicole piane 10x12 cm. Nonostante la sua indubbia utilità, il dorso Grafmatic uscì presto di produzione e per anni nessuno propose più un sistema del genere. Oggi la Fuji (sempre all'avanguardia nel soddisfare le esigenze del professionista) ripropone, decisamente migliorato, quel vecchio progetto e presenta il suo nuovo Fuji Quickchange, un caricatore di pellicole piane 4x5"/10x12cm capace di accogliere 8 lastre nello spazio e con l'ingombro di un tradizionale dorso Polaroid. Erano anni che non si assisteva ad un'innovazione così interessante nel mondo del grande formato. L'accessorio pesa quanto due chassis tradizionali ma contiene le pellicole che starebbero in quattro. Il rischio di esporre due volte la stessa lastra perché ci si è dimenticati di girare il volet è definitivamente eliminato. Dice, potevi stare più attento. Ma scagli la prima pietra chi non si è mai distratto! L'accessorio è costituito da un dorso (che si acquista una volta per tutte) e da una cartuccia contenente le otto lastre. La cartuccia si acquista già precaricata. Una volta impressionate tutte le otto lastre, essa può essere consegnata così com'è al laboratorio (e in questo caso verrà distrutta), oppure scaricata e ricaricata dal fotografo. Il dorso è una specie di cassetto in metallo progettato per contenere la cartuccia. Il lato verso l'obiettivo presenta un'evidente finestra per l'esposizione. La cartuccia, in materiale plastico, si infila all'interno del dorso. Le otto pellicole piane sono intervallate da separatori che ne permettono lo scorrimento e il riposizionamento dopo l'esposizione. Inoltre i separatori garantiscono la perfetta planeità del film. Ogni cartuccia è equipaggiata con un contapose. L'utilizzo dell'accessorio è semplice:
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Abbiamo già detto che la cartuccia è ricaricabile. Questo si fa ovviamente in camera oscura e permette non solo di utilizzare pellicole di altre marche ma anche di mescolare fra loro diversi tipi di emulsione (ad esempio, a colori e in bianco e nero). L'importante è farsi una lista precisa delle pellicole inserite, nell'ordine in cui le si è inserite! Non è neppure difficile scaricare in proprio la cartuccia contenente le lastre impressionate. Il contapose può essere riportato in posizione zero con l'aiuto di un cacciavite.
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Ognuno decida che cosa fare in base alle proprie esigenze e alle proprie inclinazioni. Il riutilizzo della cartuccia presenta molti innegabili vantaggi, ma anche il tempo è prezioso, senza contare che per molti (me compreso) il rischio polvere è un fattore di scelta decisivo.
L'accessorio, completo di cartuccia, ha le seguenti caratteristiche:
Michele Vacchiano © 05/2002
N.B. il prodotto, per il momento, non è disponibile per l'Italia, ma può essere acquistato in rete sui siti americani e inglesi di vendita per corrispondenza.