Quanti fotografi della mia età hanno rimpianto, nel passaggio dall'analogico al digitale, la scomparsa delle compatte di qualità? Con una compatta Minox, Olympus o Contax T (giusto per fare tre nomi, dato che quasi ogni marchio aveva la sua compatta di fascia alta), si poteva lasciare la reflex a casa senza troppi rimpianti: la qualità ottenibile era la stessa visto che il formato della pellicola era sempre il 24x36 e le ottiche avevano ben poco da invidiare a quelle delle reflex. Dopo aver adoperato con soddisfazione la Rollei 35TE, la Olympus XA e la Minox 35GT, le mie compatte "definitive" furono la Contax T prima e la T2 dopo (ma conservai la Contax T, più piccola e leggera grazie alla mancanza del flash incorporato).
Con le Contax T e l'eccellente Sonnar 38/2.8 che avevano in dotazione ho sempre portato a casa scatti di qualità impeccabile sia con le diapositive che col bianconero, merito del fatto che, come si usava all'epoca per tutte le compatte, il formato della pellicola - diremmo oggi del sensore - come detto era il medesimo. Nel passaggio al digitale, invece, non solo le reflex normali hanno adottato un formato di sensore più piccolo della pellicola (abbiamo dovuto attendere le Full Frame per tornare alle vecchie abitudini), ma le compatte, pur costando un occhio della testa ed essendo dotate di zoom di buona qualità, hanno sempre adoperato sensori minuscoli: e addio pareggio di prestazioni con le reflex.
Indubbiamente il costo di fabbricazione di un sensore FF è piuttosto alto e questo rende complicato metterli in fotocamere che poi andranno vendute a 150/200 Euro; ma, se prima era possibile inserire un rullino 24x36 in una Minox e sfruttare lo stesso formato di una reflex, non vedo perché nel digitale ci si sia dovuti sorbire per anni delle compatte con sensori minuscoli anziché almeno un sensore APS-C (visto che non serve più lo spazio per il rullino); ma si sa, le logiche commerciali sono quello che sono. Quindi, negli anni ho avuto varie compatte molto valide con le quali ho scattato ottime foto, ma è sempre stato impossibile non notare la differenza di qualità a piena risoluzione, dovuta alle minuscole dimensioni del sensore. Ho cercato di non farmene un gran problema e di godere delle dimensioni tascabili delle compatte digitali fino a quando non sono arrivate le prime "compattone" dotate di sensori grandi (APS-C, ma anche Quattroterzi, o la Canon G1X): ben poco tascabili, ma comunque molto più piccole e leggere di una reflex, e globalmente in grado di fornire la stessa qualità d'immagine.
Un bel giorno Nikon ha presentato la sua compatta di qualità dotata di un sensore di nuove dimensioni, più piccolo dell'APS-C ma ben più grande di quelli delle compatte: il primo passo era stato fatto e la mossa successiva è stata fatta da Sony con la RX100 oggetto di questa prova, anch'essa dotata di un sensore da 1" (circa 13x9mm). Quando l'ho vista non ho potuto fare a meno di paragonarla proprio alla Contax T, per la sobria eleganza del design e la grande qualità costruttiva. Anche dimensioni e peso sono molto simili e, grazie al nome Carl Zeiss sull'obiettivo, non è troppo azzardato pensare alla RX100 come all'erede della Contax T.
Dimensioni e peso a confronto.
Contax T 98x67x33 - Peso 275g
Contax T2 119x65x33 - Peso 295g
Sony RX100 101x58.1x35.9 - Peso 240g
Sopra: Contax T2 e Sony RX100 accostate virtualmente.
La prima Contax T fu presentata nel 1984, la Contax T2 nel 1990 e la Sony RX100 nel 2012: 28 anni di storia e di progresso, una vita per molti di noi. Il suo prezzo di 5-600 Euro è senz'altro elevato, ma allineato a quello delle dirette concorrenti e, in fondo, non troppo diverso dal milione di vecchie lire della Contax T e delle compatte corrispondenti di altre marche.
Caratteristiche principali.
Come dicevo all'inizio, la differenza principale della RX100 rispetto alle normali compatte è nelle dimensioni del sensore e nel rapporto tra i lati. Il sensore è 2.7 volte più grande di quello della maggior parte delle compatte ed il rapporto tra i lati è 3:2, come nelle reflex digitali (sia APS-C che Full Frame) e come in tutte le reflex e compatte a pellicola. Il rapporto tradizionale dei lati nelle compatte digitali è invece 4:3, più "quadrato"; stesso dicasi per i sensori Quattroterzi (ovviamente, dato il nome).
Oltre 20 milioni di pixel sono davvero tanti per una compatta e basti dire che ne ho di meno sulla reflex e sulla NEX. Ma saranno davvero sfruttabili o un inutile gadget? Lo vedremo più avanti nel nostro test pratico.
Uno scatto con la Sony RX100 alla massima focale grandangolare (28mm equiv.).
In mano.
La Sony RX100 è un prodotto di fascia alta e la qualità si sente subito anche solo prendendola in mano. E' decisamente più piccola e leggera delle concorrenti dirette (grazie anche all'assenza del mirino ottico), ma s'impugna bene ed i comandi sono agevoli da usare, molto simili a quelli tipici delle Sony più recenti. Il display è molto nitido e luminoso grazie alla nuova tecnologia "WhiteMagic" della Sony che prevede l'utilizzo di un quarto colore - il bianco oltre ai consueti rosso, verde e blu - per ogni pixel. Questo permette di ottenere una luminosità doppia rispetto ad un LCD tradizionale (ottimo in pieno sole) oppure, mantenendo la luminosità normale, un consumo di batteria dimezzato. Una caratteristica inconsueta (ma già vista sulla Canon S100) è la ghiera che circonda lo zoom e permette di controllare - assegnandole nell'apposito menu - 8 diverse funzioni tra cui sensibilità, messa a fuoco, zoomata e compensazione dell'esposizione. Interessante il fatto che, usando la RX100 in modalità di messa a fuoco manuale, la ghiera comanda automaticamente la focheggiatura, a prescindere dalla funzione assegnatale. La ghiera ha un movimento molto fluido e questo è ottimo per la focheggiatura, un po' meno per l'impostazione degli altri parametri. Molto comodi tutti gli altri comandi; le varie ghiere sono tutte ben realizzate ed a portata di pollice. Grazie alla forma semplice con gli angoli smussati ed alle piccole sagomature anteriore e posteriore, la fotocamera si impugna molto bene ed in maniera sicura. Come le vecchie compatte analogiche, la RX100 è davvero una compatta da taschino, cosa che personalmente apprezzo moltissimo perché alla fine sono quei mm in meno che fanno la differenza tra il portarsi dietro la fotocamera oppure no.
Uno scatto alla focale più lunga: "soli" 100mm (equiv.), ma di ottima qualità. Oggi, mi rendo conto, sulle compatte siamo abituati a teleobiettivi ben più lunghi.
Sul campo.
Davvero buona la qualità offerta dal sensore della RX100 insieme al luminoso zoom Zeiss, equivalente ad un 28-100mm con la notevole luminosità massima di F/1.8 alla focale più corta (F/4.9 alla focale più lunga). La qualità è molto buona anche fotografando soggetti che mettono in evidenza la risolvenza dell'ottica; si può notare un calo di nitidezza ai bordi. Peccato che non sia dotato di filettatura per l'utilizzo di filtri ottici.
La gamma dinamica non è la migliore in assoluto, ma c'è da dire che tenendo la funzione DRO attiva la maggior parte dei dettagli viene catturata anche nelle ombre più chiuse. Molto buona la resa in JPEG anche alle alte sensibilità, ma la conversione in camera del software Sony è, come sempre, un po' aggressiva e l'eliminazione del rumore coincide con la perdita di molti dettagli fini. La situazione cambia un bel po' scattando in RAW anche se, già a 1600 ISO, pur essendo pari o migliore delle compatte similari, mostra la corda rispetto ad una APS-C come la NEX-5 e crolla del tutto a 6400. Il paragone con una APS-C è senz'altro forzato, ma serve proprio a capire i limiti di utilizzo alle alte sensibilità della RX100 e in generale dei sensori di tali dimensioni: la qualità è davvero ottima, insomma, ma è bene non aspettarsi miracoli. Viceversa, il distacco con le compatte dotate di sensori piccoli c'è tutto e si vede.
Scattando in situazioni non ai limiti e non sfruttando le alte sensibilità, la RX100 è comunque in grado di fornire ottime immagini incise e brillanti, difficilmente distinguibili da quelle di una APS-C. Da segnalare anche che la fotocamera è molto veloce nella risposta e nella messa a fuoco, e che la durata della batteria è ottima.
A 400 ISO la resa è pulitissima ed il rumore quasi assente.
Conclusioni.
I difetti ed i limiti ci sono, ma nell'insieme la Sony RX100 è davvero un'ottima fotocamera in grado di fornire immagini di qualità notevolmente superiore alle compatte dotate di sensori standard, e molto vicina a quella di molte APS-C, pur offrendo dimensioni "da taschino". Un difetto della RX100, rilevato anche su molte compatte Sony da anni a questa parte, è la sovraesposizione e l'ipersaturazione dei rossi (tra i vari modelli che ho provato, la W170 è stata la peggiore al riguardo), ma basta un minimo di postproduzione, oppure scattare in RAW, per rimediare con facilità.
Per scegliere o meno la RX100 si deve aver ben chiaro cosa serve o si desidera perché, come dicevo, non può competere, giusto per restare in famiglia, con le NEX e qualsiasi fotocamera dotata di sensore APS-C; se però non si pretende di scattare quasi sempre alle sensibilità più elevate, consente di portare a casa ottime immagini, praticamente con gli stessi ingombri di una compatta da taschino ma con una qualità notevolmente superiore.
Rino Giardiello © 10/2012
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Sopra: un controluce particolarmente cattivo e, sotto, una prova di sfocato ad una focale intermedia.