Sony DSC-P100. Qualità tascabile

Ben fatta e piacevole da impugnare ed utilizzare, la P100 non è un giocattolino: sfodera infatti dei numeri di tutto rispetto. Il sensore, di fabbricazione Sony, è di cinque megapixel effettivi, e l'obiettivo è uno Zeiss Vario-Tessar 38-114mm, con luminosità F/2.8-5.2. Appena presa in mano, la P100 colpisce per la gradevole sensazione di robustezza, data dal corpo in alluminio. Non ci vuole molto per familiarizzare con i comandi, razionalmente distribuiti sul dorso della fotocamera. L'unico che ci ha creato qualche problema è stato quello della risoluzione, quasi nascosto insieme al cestino: a differenza degli altri, non lo abbiamo individuato subito.
Una volta accesa la fotocamera, salta subito all'occhio l'elevatissima qualità del monitor LCD, superiore persino a quella di fotocamere di ben altra fascia (come ad esempio la Nikon D70). L'esposizione è automatica programmata oppure manuale. L'autofocus, non disinseribile, è veloce ed affidabile. L'otturatore scatta da 1/8 a 1/2000 di secondo, ma se si espone in manuale il tempo più lento è 1/30 di secondo e quello più veloce di 1/1000: stranamente i valori impostabili in manuale sono più limitati rispetto a quelli in automatico (di solito è il contrario ed avviene così anche per gli altri modelli Sony che abbiamo avuto modo di provare). Sono presenti i soliti programmi preimpostati (Ritratto, Paesaggio, Crepuscolo, ecc.) che per la verità in tutta la nostra vita di fotografi non abbiamo mai adoperato, neanche per vedere se funzionassero davvero o fossero solo dei simboletti dipinti sulle ghiere. Ci porteremo il dubbio nell'aldilà.
Il piccolo flash incorporato fa onestamente il suo dovere. L'esposimetro opera in lettura spot oppure multipattern; il bilanciamento del bianco, oltre che automatico, presenta i soliti preset di fabbrica (giorno, flash, nuvoloso, ecc.).

Dopo aver scattato qualche foto, analizziamo i risultati al computer. La qualità d'immagine è molto buona, diremmo simile a quella della Sony DSC-V1 che pure abbiamo recensito (ed apprezzato) in passato. Solo al 100% si nota un po' di spappolamento, se confrontiamo le foto con quelle ottenute con la Sony 828, ma si deve sempre tenere a mente che visualizzare file di quelle dimensioni al 100% su un monitor per computer (quindi a 72 dpi) equivale in pratica a guardare una stampa 70x100cm. Globalmente, la resa dell'obiettivo è molto elevata, e le immagini restituiscono quella piacevole sensazione di pulizia che, francamente, riscontriamo assai di rado in altre compatte digitali. Molto soddisfacente il trattamento antiriflesso: l'ottica regge anche in situazioni piuttosto rognose.
Peccato per la luminosità alla focale massima: F/5.2 non è certo una grande apertura ed in pratica quando la luce inizia a calare bisogna stare molto attenti a ciò che si sta fotografando, per evitare di ritrovarsi con foto micromosse o sottoesposte (nessun problema lasciando la fotocamera in AUTO: il flash si attiverà automaticamente). La sensibilità non ci soccorre molto, perché va solo da 100 a 400 ISO, quindi in situazioni di poca luce la P100 mostra un po' i suoi limiti. D'altra parte la qualità che si ottiene a sensibilità superiori a 400 ISO non è eccelsa nemmeno su fotocamere ben più costose, quindi la scelta di Sony di limitare la sensibilità della P100 appare tutto sommato ragionevole.
Come prevedibile in un prodotto Sony, la P100 usa le schede di memoria Memory Stick (anche Pro). Naturalmente ci sarebbe piaciuto anche il supporto di altri tipi di memoria (le classiche Compact Flash, ad esempio), ma al di là dei limiti fisici di un corpo macchina così piccolo e compatto, dobbiamo riconoscere che stiamo pur sempre parlando di una compatta di fascia media, alla quale non è giusto chiedere troppo. Anche perché altrimenti nessuno comprerebbe le fotocamere più costose.
Molto soddisfacente la durata della batteria: Sony dichiara 180 minuti e 360 scatti. Noi non siamo stati col cronometro alla mano, ma la sensazione che ne abbiamo ricavato nell'uso pratico è che la batteria duri davvero a lungo e che si superino agevolmente i 200 scatti con un uso "normale" (cioè anche rivedendo spesso le foto sul monitor).

In conclusione, considerato il prezzo di vendita ragionevole, di poco superiore ai 400 Euro (ragionevole, beninteso, secondo gli standard attuali delle fotocamere digitali, perché se tre anni fa ci avessero chiesto ottocentomila lire per una compatta a pellicola avremmo iniziato a cospargere il negozio di cherosene), la P100 è un ottimo taccuino d'appunti visivi. La qualità dell'obiettivo, o meglio del combinato ottica+sensore+software, è molto buona, e si possono ricavare ingrandimenti discreti di ottima qualità e di buon impatto visivo. Pratica, veloce e semplice da utilizzare, va bene per chi vuol fotografare senza troppi patemi in automatismo totale, e consente un minimo di libertà anche al fotoamatore un po' più smaliziato. Ha qualche limite qua e là, come menzionato nell'articolo, ma ciò è del tutto normale in questa categoria di fotocamere. Un acquisto più che consigliabile, dunque, ed anche più consigliabile della DSC-P150, disponibile da qualche mese: praticamente la stessa fotocamera, ma più costosa e con 7,2 megapixel. Che i due megapixel aggiuntivi sullo stesso sensore comportino un miglioramento qualitativo, infatti, è tutto da dimostrare.

Rino Giardiello e Agostino Maiello © 12/2004